Finalmente anche la Basilicata si interroga su un tema non certo semplice ma di grande attualità che è quello del servizio alla vita ed in particolare alla vita nascente.La proposta, del consigliere regionale Pace, di un sussidio mensile a termine, a favore delle donne che rinunciano all’aborto, scegliendo di far vivere e nascere il proprio figlio non può che trovare il favore di quanti si riconoscono nel grande valore della trasmissione della vita.Appaiono strumentali e, queste sì, ideologiche, le prese di posizione contrarie a tale proposta di legge, dimenticando che la stessa legge 194 all’art.1 recita che ‘lo Stato’ tutela la vita umana dal suo inizio’.Non siamo forse tutti chiamati a sostenere la maternità e la vita nascente? O forse in giro c’è ancora qualcuno ‘schierato’ per l’aborto’ a prescindere?Se così è, non si era sempre detto, da tutte le parti, che l’aborto rimane un dramma sempre e comunque?Ed allora se una donna in piena coscienza e libertà decide di non abortire ed in questa scelta trova il sostegno delle persone che le stanno intorno, non ultimo lo Stato, che male c’è?Bene farebbero i nostri politici ed i ‘nostri’ amministratori regionali ad interrogarsi sui temi della famiglia, magari partendo dalla proposta di legge del consigliere Pace, peraltro condivisa da tanti altri consiglieri regionali, cercando di ampliarla favorendo il sostegno delle Istituzioni verso tutte le forme di sostegno alla vita, ed alla famiglia in genere.Tonio GalottaDirettore Ufficio Comunicazioni Sociali Diocesi di MelfiIncaricato Commissione regionale Comunicazioni Sociali della CEB