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VIII GIORNATA MONDIALE DEI POVERI – Domenica 17 novembre 2024

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

VIII GIORNATA MONDIALE DEI POVERI

Domenica XXXIII del Tempo Ordinario
17 novembre 2024
La preghiera del povero sale fino a Dio (cfr Siracide 21,5)

Cari fratelli e sorelle!

  1. La preghiera del povero sale fino a Dio (cfr Sir 21,5). Nell’anno dedicato alla preghiera, in vista del Giubileo Ordinario 2025, questa espressione della sapienza biblica è quanto mai appropriata per prepararci all’VIII Giornata Mondiale dei Poveri, che ricorrerà il 17 novembre prossimo. La speranza cristiana abbraccia anche la certezza che la nostra preghiera giunge fino al cospetto di Dio; ma non qualsiasi preghiera: la preghiera del povero! Riflettiamo su questa Parola e “leggiamola” sui volti e nelle storie dei poveri che incontriamo nelle nostre giornate, perché la preghiera diventi via di comunione con loro e di condivisione della loro sofferenza.
  2. Il libro del Siracide, a cui facciamo riferimento, non è molto conosciuto, e merita di essere scoperto per la ricchezza di temi che affronta soprattutto quando tocca la relazione dell’uomo con Dio e il mondo. Il suo autore, Ben Sira, è un maestro, uno scriba di Gerusalemme, che scrive probabilmente nel II secolo a.C. È un uomo saggio, radicato nella tradizione d’Israele, che insegna su vari campi della vita umana: dal lavoro alla famiglia, dalla vita in società all’educazione dei giovani; pone attenzione ai temi legati alla fede in Dio e all’osservanza della Legge. Affronta i problemi non facili della libertà, del male e della giustizia divina, che sono di grande attualità anche per noi oggi. Ben Sira, ispirato dallo Spirito Santo, intende trasmettere a tutti la via da seguire per una vita saggia e degna di essere vissuta davanti a Dio e ai fratelli.
  3. Uno dei temi a cui questo autore sacro dedica maggior spazio è la preghiera. Egli lo fa con molto ardore, perché dà voce alla propria esperienza personale. In effetti, nessuno scritto sulla preghiera potrebbe essere efficace e fecondo se non partisse da chi ogni giorno sta alla presenza di Dio e ascolta la sua Parola. Ben Sira dichiara di aver ricercato la sapienza fin dalla giovinezza: «Quando ero ancora giovane, prima di andare errando, ricercai assiduamente la sapienza nella mia preghiera» (Sir 51,13).
  4. In questo suo percorso, egli scopre una delle realtà fondamentali della rivelazione, cioè il fatto che i poveri hanno un posto privilegiato nel cuore di Dio, a tal punto che, davanti alla loro sofferenza, Dio è “impaziente” fino a quando non ha reso loro giustizia: «La preghiera del povero attraversa le nubi né si quieta finché non sia arrivata; non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità. Il Signore certo non tarderà né si mostrerà paziente verso di loro” (Sir 35,21-22). Dio conosce le sofferenze dei suoi figli, perché è un Padre attento e premuroso verso tutti. Come Padre, si prende cura di quelli che ne hanno più bisogno: i poveri, gli emarginati, i sofferenti, i dimenticati… Ma nessuno è escluso dal suo cuore, dal momento

che, davanti a Lui, tutti siamo poveri e bisognosi. Tutti siamo mendicanti, perché senza Dio saremmo nulla. Non avremmo neppure la vita se Dio non ce l’avesse donata. E, tuttavia, quante volte viviamo come se fossimo noi i padroni della vita o come se dovessimo conquistarla! La mentalità mondana chiede di diventare qualcuno, di farsi un nome a dispetto di tutto e di tutti, infrangendo regole sociali pur di giungere a conquistare ricchezza. Che triste illusione! La felicità non si acquista calpestando il diritto e la dignità degli altri.

La violenza provocata dalle guerre mostra con evidenza quanta arroganza muove chi si ritiene potente davanti agli uomini, mentre è miserabile agli occhi di Dio. Quanti nuovi poveri produce questa cattiva politica fatta con le armi, quante vittime innocenti! Eppure, non possiamo indietreggiare. I discepoli del Signore sanno che ognuno di questi “piccoli” porta impresso il volto del Figlio di Dio, e ad ognuno deve giungere la nostra solidarietà e il segno della carità cristiana. «Ogni cristiano e ogni comunità sono chiamati ad essere strumenti di Dio per la liberazione e la promozione dei poveri, in modo che essi possano integrarsi pienamente nella società; questo suppone che siamo docili e attenti ad ascoltare il grido del povero e soccorrerlo» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 187).

  1. In questo anno dedicato alla preghiera, abbiamo bisogno di fare nostra la preghiera dei poveri e pregare insieme a loro. È una sfida che dobbiamo accogliere e un’azione pastorale che ha bisogno di essere alimentata. In effetti, «la peggior discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale. L’immensa maggioranza dei poveri possiede una speciale apertura alla fede; hanno bisogno di Dio e non possiamo tralasciare di offrire loro la sua amicizia, la sua benedizione, la sua Parola, la celebrazione dei Sacramenti e la proposta di un cammino di crescita e di maturazione nella fede. L’opzione preferenziale per i poveri deve tradursi principalmente in un’attenzione religiosa privilegiata e prioritaria» (ivi, 200).

Tutto questo richiede un cuore umile, che abbia il coraggio di diventare mendicante. Un cuore pronto a riconoscersi povero e bisognoso. Esiste, infatti, una corrispondenza tra povertà, umiltà e fiducia. Il vero povero è l’umile, come affermava il santo vescovo Agostino: «Il povero non ha di che inorgoglirsi, il ricco ha l’orgoglio da combattere. Ascoltami perciò: sii un vero povero, sii virtuoso, sii umile» (Discorsi, 14, 4). L’umile non ha nulla da vantare e nulla pretende, sa di non poter contare su sé stesso, ma crede fermamente di potersi appellare all’amore misericordioso di Dio, davanti al quale sta come il figlio prodigo che torna a casa pentito per ricevere l’abbraccio del padre (cfr Lc 15,11-24). Il povero, non avendo nulla a cui appoggiarsi, riceve forza da Dio e in Lui pone tutta la sua fiducia. Infatti, l’umiltà genera la fiducia che Dio non ci abbandonerà mai e non ci lascerà senza risposta.

  1. Ai poveri che abitano le nostre città e fanno parte delle nostre comunità dico: non perdete questa certezza! Dio è attento a ognuno di voi e vi è vicino. Non vi dimentica né potrebbe mai farlo. Tutti facciamo esperienza di una preghiera che sembra rimanere senza risposta. A volte chiediamo di essere liberati da una miseria che ci fa soffrire e ci umilia e Dio sembra non ascoltare la nostra

invocazione. Ma il silenzio di Dio non è distrazione dalle nostre sofferenze; piuttosto, custodisce una parola che chiede di essere accolta con fiducia, abbandonandoci in Lui e alla sua volontà. È ancora il Siracide che lo attesta: “Il giudizio di Dio sarà a favore del povero” (cfr 21,5). Dalla povertà, dunque, può sgorgare il canto della più genuina speranza. Ricordiamoci che «quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. […] Questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo risorto» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 2).

  1. La Giornata Mondiale dei Poveri è diventata ormai un appuntamento per ogni comunità ecclesiale. È un’opportunità pastorale da non sottovalutare, perché provoca ogni credente ad ascoltare la preghiera dei poveri, prendendo coscienza della loro presenza e necessità. È un’occasione propizia per realizzare iniziative che aiutano concretamente i poveri, e anche per riconoscere e dare sostegno ai tanti volontari che si dedicano con passione ai più bisognosi. Dobbiamo ringraziare il Signore per le persone che si mettono a disposizione per ascoltare e sostenere i più poveri. Sono sacerdoti, persone consacrate, laici e laiche che, con la loro testimonianza, danno voce alla risposta di Dio alla preghiera di quanti si rivolgono a Lui. Il silenzio, dunque, si spezza ogni volta che un fratello nel bisogno viene accolto e abbracciato. I poveri hanno ancora molto da insegnare, perché in una cultura che ha messo al primo posto la ricchezza e spesso sacrifica la dignità delle persone sull’altare dei beni materiali, loro remano contro corrente evidenziando che l’essenziale per la vita è ben altro.

La preghiera, quindi, trova nella carità che si fa incontro e vicinanza la verifica della propria autenticità. Se la preghiera non si traduce in agire concreto è vana; infatti «la fede senza le opere è morta» (Gc 2,26). Tuttavia, la carità senza preghiera rischia di diventare filantropia che presto si esaurisce. «Senza la preghiera quotidiana vissuta con fedeltà, il nostro fare si svuota, perde l’anima profonda, si riduce ad un semplice attivismo» (BENEDETTO XVI, Catechesi, 25 aprile 2012). Dobbiamo evitare questa tentazione ed essere sempre vigili con la forza e la perseveranza che proviene dallo Spirito Santo che è datore di vita.

  1. In questo contesto è bello ricordare la testimonianza che ci ha lasciato Madre Teresa di Calcutta, una donna che ha dato la vita per i poveri. La Santa ripeteva continuamente che era la preghiera il luogo da cui attingeva forza e fede per la sua missione di servizio agli ultimi. Quando, il 26 ottobre 1985, parlò nell’Assemblea Generale dell’ONU, mostrando a tutti la corona del Rosario che teneva sempre in mano disse: «Io sono soltanto una povera suora che prega. Pregando, Gesù mi mette nel cuore il suo amore e io vado a donarlo a tutti i poveri che incontro sul mio cammino. Pregate anche voi! Pregate, e vi accorgerete dei poveri che avete accanto. Forse nello stesso pianerottolo della vostra abitazione. Forse anche nelle vostre case c’è chi aspetta il vostro amore. Pregate, e gli occhi si apriranno e il cuore si riempirà di amore».

E come non ricordare qui, nella città di Roma, San Benedetto Giuseppe Labre (1748-1783), il cui corpo riposa ed è venerato nella chiesa parrocchiale di Santa Maria ai Monti. Pellegrino dalla

Francia a Roma, rifiutato da tanti monasteri, egli trascorse gli ultimi anni della sua vita povero tra i poveri, sostando ore e ore in preghiera davanti al Santissimo Sacramento, con la corona del rosario, recitando il breviario, leggendo il Nuovo Testamento e l’Imitazione di Cristo. Non avendo nemmeno una piccola stanza dove alloggiare, dormiva abitualmente in un angolo delle rovine del Colosseo, come “vagabondo di Dio”, facendo della sua esistenza una preghiera incessante che saliva fino a Lui.

  1. In cammino verso l’Anno Santo, esorto ognuno a farsi pellegrino di speranza, ponendo segni tangibili per un futuro migliore. Non dimentichiamo di custodire «i piccoli particolari dell’amore» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 145): fermarsi, avvicinarsi, dare un po’ di attenzione, un sorriso, una carezza, una parola di conforto… Questi gesti non si improvvisano; richiedono, piuttosto, una fedeltà quotidiana, spesso nascosta e silenziosa, ma resa forte dalla preghiera. In questo tempo, in cui il canto di speranza sembra cedere il posto al frastuono delle armi, al grido di tanti innocenti feriti e al silenzio delle innumerevoli vittime delle guerre, rivolgiamo a Dio la nostra invocazione di pace. Siamo poveri di pace e tendiamo le mani per accoglierla come dono prezioso e nello stesso tempo ci impegniamo a ricucirla nel quotidiano.
  2. Siamo chiamati in ogni circostanza ad essere amici dei poveri, seguendo le orme di Gesù che per primo si è fatto solidale con gli ultimi. Ci sostenga in questo cammino la Santa Madre di Dio Maria Santissima, che apparendo a Banneux ci ha lasciato il messaggio da non dimenticare: «Sono la Vergine dei poveri». A lei, che Dio ha guardato per la sua umile povertà, compiendo cose grandi con la sua obbedienza, affidiamo la nostra preghiera, convinti che salirà fino al cielo e sarà ascoltata.

Roma, San Giovanni in Laterano, 13 giugno 2024, memoria di Sant’Antonio da Padova, Patrono dei poveri.

Sovvenire – INCONTRO REGIONALE della BASILICATA

25 e 26 ottobre 2024- Hotel “La Primula” Potenza

INCONTRO REGIONALE della BASILICATA sul Sovvenire

 

“Corresponsabilità – Partecipazione – Comunione Il sostegno economico alla Chiesa cattolica” è il titolo dell’incontro regionale del Sovvenire che si terrà il 25 e 26 ottobre 2024, presso l’hotel “La Primula” di Potenza. La due giorni coinvolgerà referenti diocesani, economi e responsabili del Sovvenire provenienti da tutta la regione, con l’obiettivo di rafforzare l’impegno a servizio delle comunità locali e del bene comune.

L’evento, che si aprirà con il saluto di S.E.R. Mons. Vincenzo Orofino, vescovo di Tursi-Lagonegro e Delegato del Sovvenire per la Basilicata, offrirà un momento di riflessione sulla gestione delle risorse economiche e spirituali della Chiesa. A seguire, prenderanno la parola figure di rilievo nazionale, come S.E.R. Mons. Luigi Testore, Presidente dell’International Catholic Stewardship Council (ICSC), e Don Claudio Francesconi, Economo della C.E.I., che illustreranno l’importanza di una gestione oculata e responsabile dei beni ecclesiali.

La giornata si concluderà con un dibattito aperto tra i Presidenti degli IDSC (Istituti Diocesani per il Sostentamento del Clero) e gli incaricati del Sovvenire, offrendo un momento di dialogo e confronto sulle migliori pratiche per la promozione del sostegno economico alle diocesi locali.

Letizia Franchellucci, infine, presenterà i “Progetti nel Territorio”.

Il programma della seconda giornata prevede, invece, incontri di settore e la celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Potenza, S.E.R. Mons. Davide Carbonaro.

“Il Sovvenire – ha dichiarato Don Mimmo Lorusso, referente regionale del Sovvenire – non è solo un mezzo per sostenere economicamente la nostra Chiesa, ma rappresenta un ponte di solidarietà tra i fedeli e la loro comunità. Contribuire significa partecipare attivamente alla vita ecclesiale e alla cura dei più bisognosi. In questi giorni di riflessione e condivisione, ci poniamo l’obiettivo di rafforzare questo legame, promuovendo una cultura del dono che non si limita al solo aspetto materiale, ma si estende al servizio e all’amore verso il prossimo”.

“La Chiesa – ha detto Monsignor Orofino – è una grande famiglia, e come tale, ognuno di noi ha il dovere e la responsabilità di contribuire al suo benessere. Questo incontro è un’occasione preziosa per rinnovare il nostro impegno e per condividere idee e strategie che ci permettano di essere sempre più vicini alle persone, specialmente a quelle più fragili e in difficoltà. La nostra missione è di continuare a costruire una Chiesa accogliente, sostenuta dalla fede e dalla generosità dei suoi membri”.

PREOCCUPATI E VIGILI PER LE SORTI DELLO STABILIMENTO AUTOMOTIVE DI S. NICOLA DI MELFI

COMUNICATO - Melfi 18 ottobre 2024

 

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

COMUNICATO

 

PREOCCUPATI E VIGILI

PER LE SORTI DELLO STABILIMENTO AUTOMOTIVE

DI S. NICOLA DI MELFI

 

  1. Siamo ancora una volta preoccupati e vigili per le sorti dello stabilimento automotive di S. Nicola di Melfi. Ma siamo anche animati dal convincimento che si possano trovare vie per attuare un vero rilancio dell’automotive e della manifattura nei nostri siti produttivi a potenziamento di quella grande carica di operosità e di intraprendenza delle nostre genti.
    Come comunità ecclesiale siamo vicini e partecipiamo alle ansie ed alla speranza delle lavoratrici e dei lavoratori e delle loro famiglie nell’impegno per  ritrovare le giuste conferme del programmato rilancio produttivo della grande fabbrica di Melfi.

 

  1. I dati e le informazioni recenti non sono confortanti. Ma auspichiamo che si ponga ogni impegno per costruire le basi di una vera svolta produttiva. Come emerge da reports accreditati si registra un sostanziale arretramento sul piano occupazionale, con non poche preoccupazioni anche sull’avvio dei nuovi cinque modelli di cui l’Azienda Stellantis continua a dare conferma.
    I recenti incontri dei tavoli regionali e ministeriali dimostrano che la “strategicità” dello stabilimento di Melfi deve trovare uno sbocco decisivo in scelte programmate, cadenzate e di grande respiro ad opera dei diversi soggetti che compartecipano alla definizione ed attuazione delle politiche del settore auto.

 

  1. Le sfide devono essere caratterizzate da un grande ardimento e riguardano tutte le parti coinvolte. E’ necessario che ciascun soggetto metta in campo il massimo delle capacità e di esercizio delle proprie competenze, mobilitando risorse ed investendo di più, come sta emergendo negli incontri regionali con le forze sociali e produttive.
    E’ tempo di essere operosi e di agire di concerto, senza tregua, modificando e temperando, se occorre, il tracciato europeo della transazione all’elettrico, adeguandolo alle necessita produttive ed occupazionali nazionali e di rilievo locale. E’ evidente che occorre uno sforzo creativo di grande ed elevata sintesi progettuale.

 

  1. Siamo consapevoli che la crisi del settore è complessa e va approcciata in maniera sistematica. Sono necessari accordi e visioni coraggiose ed innovative a partire da alcuni temi e scelte fondamentali: la localizzazione delle produzioni, la riduzione del costo dell’energia e quello degli ammortizzatori sociali ed il rafforzamento dell’offerta e della riconversione industriale. Senza di essi è da temere un declino delle produzioni e dell’occupazione, rilevante per i nostri territori e per le nostre economie. Per questo l’attesa è grande.

 

  1. Non v’è dubbio che debba crescere la conoscenza e la capacita di intervento della comunità locale e delle rappresentanze istituzionali e sociali nell’essere protagonisti e compartecipi di quel processo dinamico, dalle alterne fasi, che sta vivendo l’automotive, anche elaborando più affinate ed incisive politiche del lavoro e della formazione, così da ricostituire rafforzando il tessuto socio-economico in vista di una auspicabile necessaria, se pur parziale, riconversione produttiva, per sostenere ed incentivare coloro che cercano o intendono, come più spesso accade oggi, cambiare lavoro.
    Anche in questa circostanza la Chiesa locale esprime piena e totale vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori e alle loro famiglie e a quanti si impegnano per il bene comune del nostro territorio, con un unico grande auspicio: FACCIAMO PRESTO!

Melfi, 18 ottobre 2024

+ Ciro Fanelli

Vescovo


COMUNICATO PER QUESTIONE PP. TRINITARI – VENOSA

Curia Vescovile Melfi

LA DIOCESI DI MELFI-RAPOLLA-VENOSA, LETTO L ARTICOLO PUBBLICATO NELLA CRONACA GIUDIZIARIA DAL QUOTIDIANO DEL SUD DELL’ 11/10 ULTIMO SCORSO, RELATIVO ALL’ARCHIVIAZIONE DEL PROCEDIMENTO CONTRO I NOVE IMPUTATI DELL’ISTITUTO PADRI TRINITARI DI VENOSA, ESPRIME AI MEDESIMI PP. TRINITARI, AL PERSONALE INQUISITO, ALLE LORO FAMIGLIE E ALLA COMUNITA’ VENOSINA IL PLAUSO PER LA FELICE DECISIONE EMANATA DAL TRIBUNALE DI POTENZA CHE PONE FINE AL COINVOLGIMENTO LORO ASCRITTO.

NELLA SENTENZA DELLA MAGISTRATURA, DI IMMINENTE PUBBLICAZIONE, SI CONONOSCERANNO LE RAGIONI GIURIDICHE CHE HANNO FONDATO IL PROVVEDIMENTO ADOTTATO E CHE ESCLUDE DA OGNI RESPONSABILITA’ CIVILE O PENALE LE FIGURE INTERESSATE.

RIAPERTURA AL CULTO DELLE CHIESE SS. MA ANNUNAZIATA E DEL CARMINE IN LAVELLO

COMUNICATO - 12 ottobre 2024

Nel corso della Visita Pastorale che interessa le Comunità parrocchiali di Lavello, il Vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa, S.E. Mons. Ciro Fanelli, con nobile e sobrio rito liturgico, in mattinata, ha riaperto al culto le antiche chiese della SS. ma Annunziata e quella del Carmine poste entrambe nel cuore del centro storico di Lavello, dopo un apprezzato restauro finanziato dalla Regione Basilicata, attesa la somma urgenza invocata dalla Diocesi per la tutela e conservazione dei sacri edifici, ricadenti sotto la giurisdizione canonica della Parrocchia S. Mauro.
Con questo evento il Vescovo ha voluto sottolineare l’importanza spirituale, ecclesiale e culturale degli edifici sacri restaurati, preludio e segno di rinnovamento dei fedeli cristiani i quali, secondo le parole petrine, costituiscono le pietre vive che fondano il vero tempio in cui rendere culto a Dio.
Dopo il rito iniziale svolto nella Chiesa Madre, il Vescovo, accompagnato dai fedeli presenti, si è portato presso la Chiesa dell’Annunziata aspergendola ed aprendone le porte; successivamente è stata aperta e benedetta la Chiesa del Carmine. La preghiera e i canti hanno accompagnato le aperture al culto. Infine, una esortazione del Vescovo ha concluso il rito.
Al lieto evento erano presenti oltre il parroco, i membri della Curia, gli Uffici diocesani preposti, la Comunità parrocchiale ed altri esponenti della vita culturale e civile di Lavello. Nel corso della manifestazione il Vescovo ha ringraziato e lodato le istituzioni pubbliche e quanti sono stati a vario titolo attori del restauro per il loro prezioso contributo.

La parola N. 5 settembre 2024

La parola... con le nostre parole

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L’editoriale

La Chiesa e il mondo

Essere cristiani nel mondo che ci circonda

Cari lettori, questo numero del nostro giornale diocesano è dedicato ad un tema ampio ma estremamente attuale: la Chiesa e il mondo. O meglio, la Chiesa nel mondo. Come il nostro essere cristiani si interseca con il mondo che ci circonda? Quanto il nostro essere cristiani riesce ad essere presente, ad incidere nelle scelte quotidiane? Viviamo un tempo veloce, anzi istantaneo. Un tempo cadenzato e vissuto attraverso lo smartphone. Un tempo in cui le notizie di un attimo fa diventano vecchie nel giro di minuti. E il nostro giornale diocesano, con la sua uscita trimestrale, è già di per sé una sfida che ci invita a fermarci un momento per metterci all’ascolto, accogliendo l’insegnamento del nostro Vescovo che ci esorta ad essere “luce del mondo”.

Settembre poi è un po’ il mese della ripartenza, del cambiamento. Potremmo quasi definirlo come un secondo inizio dell’anno: si torna dalle ferie, si riprende con il lavoro, si fanno progetti e riapre la scuola. E proprio alla scuola e al nuovo inizio, sono dedicate alcune pagine del giornale con il messaggio di saluto e vicinanza del nostro Vescovo e l’indagine su “Cosa ti aspetti dal prossimo anno scolastico” della nostra direttrice editoriale Piera Di Lorenzo, da leggere tutto d’un fiato.

Teresa Sperduto poi, ci porterà tre le stanze del Servizio di Informazione Religiosa raccontandoci del suo stage a Roma, e conosceremo le attività svolte del percorso Frassati che ci invita a “Vivere e non vivacchiare”. E ancora spazio alla visita pastorale giunta nella zona pastorale di Melfi e spazio al convegno diocesano che ci ha donato l’eucarestia come luogo di santità ospitale.

Questo numero è inoltre arricchito di due testimonianze d’eccezione, quella di don Vincenzo Vigilante e della sua esperienza missionaria Uruguay e quella dei Gen Rosso che attraverso la musica e i testi esprimono e raccontano la Chiesa nel mondo.

Lucia Nardiello

Direttore Responsabile

Laparola N.5

MESSAGGIO DEL VESCOVO PER IL NUOVO ANNO SCOLASTICO 2024-2025

NON DIVENTATE IL VOSTRO TEMPO, MA AGITE PER IL VOSTRO TEMPO

 

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

MESSAGGIO
PER IL NUOVO ANNO SCOLASTICO 2024-2025

“NON DIVENTATE IL VOSTRO TEMPO,
MA AGITE PER IL VOSTRO TEMPO”

 

Carissimi Amici,

nel momento in cui si avvia il nuovo anno scolastico 2024-2025, desidero farvi giungere, con gratitudine e affetto, il mio saluto, per manifestarvi la cordiale vicinanza della comunità ecclesiale. Prossimità, che ho avuto modo di condividere personalmente già con diverse scuole durante la Visita Pastorale in corso.

Il mio augurio è rivolto a tutte e singole le componenti della scuola: dalle famiglie ai dirigenti scolastici; dai docenti al personale non docente. Ma, in questa circostanza, è mio vivo desiderio raggiungere in modo particolare voi carissimi studenti, ragazze e ragazzi, per augurarvi un nuovo anno ricco e fruttuoso.

A voi, carissimi studenti, dico, con sincerità, che siete la vera ricchezza non solo per le vostre famiglie, ma per l’intera comunità. Voi ragazzi, infatti, potete aiutare molto la nostra società a riscoprire oggi i valori fondamentali sui quali crescere come persone libere e responsabili, quali l’amicizia e la fratellanza, così da poter costruire un mondo più umano e giusto.

La scuola ha tutti gli strumenti per accompagnarvi nel raggiungere questi obiettivi; essa è una grande e valida “palestra” di vita. Tra i compiti primari della scuola, oltre a trasmettere conoscenze e sviluppare competenze, vi è quello di educare a mettere la persona al centro, accogliendola nella sua unicità e dignità, al di là di ogni diffidenza.

Oggi abbiamo bisogno di “giovani nuovi”, che sanno condurre la società a credere di più nella cultura della reciprocità e dell’incontro; giovani che sanno risolvere i conflitti attraverso il dialogo e il rispetto reciproco. Questo è lo stile di vita che genera la pace, che è la condizione imprescindibile per favorire la crescita di una società coesa e solidale.

Noi adulti guardiamo a voi, carissimi ragazzi e giovani, con stima e fiducia, perché siamo convinti che la vostra capacità di avere visioni aperte e inclusive può dare al nostro mondo un presente vivibile e un futuro di speranza. Senza giovani, infatti, non c’è futuro. Nella vita per realizzarsi occorre sicuramente scoprire le proprie capacità ed attitudini personali, ma nella consapevolezza, però, che i veri talenti siete voi, con i vostri volti, le vostre storie personali, le vostre aspirazioni e i vostri desideri.

Per concludere, dico a voi ragazze e ragazzi: non diventate il vostro tempo, ma “agite per il vostro tempo” (F. Rossi de Gasperis). La cosa bella, che è propria della vostra giovane età, è l’esperienza che la felicità, la gioia di vivere, l’amore non solo sono dentro di voi, ma siete voi stessi. Non fatevi, pertanto, rubare la gioia di vivere e la speranza di costruire un mondo migliore. Non cercate altrove la felicità: essa è dentro di voi. Quando troverete questi “tesori”, scoprirete immediatamente che la vita è bella e che sarà radiosa ed intensa nella misura in cui la orientate secondo la logica del dono di sé e della responsabilità.

Pertanto, carissimi ragazzi, aiutati dai vostri genitori e dai vostri docenti, prendete in mano la vostra giovane vita, affinché possiate costruire grandi cose e raggiungere la piena realizzazione di voi stessi. Abitate la vostra giovinezza con coraggio e creatività. Coltivate sogni grandi per il vostro futuro!

La scuola, con i suoi ritmi, con la disciplina dello studio e con le proposte formative, vi aiuterà a mettervi alla ricerca della strada giusta per la vostra vita.

Nell’augurarvi ogni bene per il nuovo anno scolastico, vi saluto tutti con amicizia.

Melfi, 3 settembre 2024

+ Ciro Fanelli

Vescovo

 


FAMIGLIE IN GITA CON IL VESCOVO A MATERA

Domenica 8 settembre 2024

FAMIGLIE IN GITA CON IL VESCOVO A MATERA

Domenica 8 settembre 2024.

Il programma prevede: in mattinata attività ricreative per famiglie e celebrazione eucaristica presso la parrocchia Maria Madre della Chiesa; nel pomeriggio (a partire dalle ore 16.00) 2 guide turistiche ci accompagneranno in un tour di circa 2 h e 30 min che prevede la passeggiata lungo la Dorsale Barocca Settecentesca e nel Sasso Caveoso, le visite presso la Casa Grotta del Vicinato, la Chiesa Rupestre di S. Lucia alle Malve, il Complesso Rupestre del Monterrone con le rispettive Chiese Rupestri di Madonna de Idris e San Giovanni in Monterrone, la Piazza San Pietro Caveoso con affaccio panoramico al Parco della Murgia Materana e la passeggiata nel Centro Storico.
ISCRIZIONI ENTRO IL 20 AGOSTO
MAX 100 ISCRIZIONI

Canzoni ed Esperienze con i GEN ROSSO a Lavello

Martedì 3 settembre 2024 ore 21 - Chiesa Madre “San Mauro Martire” Lavello

Canzoni ed Esperienze con i GEN ROSSO a Lavello

In occasione dei festeggiamenti in onore di Maria SS. del Principio, martedì 3 settembre 2024, alle ore 21, la chiesa madre di “San Mauro Martire” a Lavello (PZ) ospiterà il concerto acustico del gruppo internazionale “Gen Rosso”, noto per la sua vocazione di pace e fraternità. L’ingresso è gratuito.
Sarà l’occasione per assistere ad una performance artistica di energia positiva che parlerà al cuore di ognuno di pace, condivisione ed unità. Nato nel 1966 da un’ispirazione di Chiara Lubich (Premio UNESCO per la pace), durante la sua attività il Gen Rosso ha realizzato più di 1500 concerti e spettacoli, oltre 250 tour in 53 nazioni, 62 album (nelle varie versioni) per un totale di 400 canzoni raggiungendo più di 4 milioni di spettatori, insieme a manifestazioni, raduni e workshop in tutto il mondo.
Il “Gen Rosso” non è solo un gruppo musicale, ma un catalizzatore di cambiamento sociale. Attraverso i suoi workshop e corsi educativi, il gruppo si impegna a affrontare temi cruciali come la bassa autostima, il bullismo e le dipendenze, offrendo agli spettatori più giovani strumenti concreti per la crescita personale e sociale.
L’evento organizzato dalla Parrocchia San Mauro con il comitato feste patronali “San Mauro Lavello” sarà patrocinato dalla Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa e dal Comune di Lavello.
Confidiamo nella vostra partecipazione: il mondo di oggi ha davvero tanto bisogno di speranza, armonia e serenità!

 

Gen Rosso a LavelloChiesa Madre San Mauro

Settembre in formazione

Incontri di settembre per tutti gli Operatori della Catechesi

Incontri di settembre per tutti gli Operatori della Catechesi

 

La proposta formativa dell’UCD si articola con un incontro a settembre e uno ad ottobre – entrambi rivolti a tutti gli operatori della catechesi, seguirà nel corso dell’anno la condivisione di materiali e di esperienze e la disponibilità ad essere di supporto alle Comunità, nel corso dell’anno pastorale 2024 -2025, anche nell’accompagnare eventualmente gruppi e/o attività privilegiando i catechisti per il Battesimo e per gli adulti.

Tutto con l’unico obiettivo di raggiungere tutti per garantire una formazione comune e non moltiplicare il numero degli incontri, privilegiando gli incontri per Zona Pastorale. Ad ogni operatore chiediamo semplicemente la disponibilità a partecipare per l’intera durata dell’incontro; entrambi saranno a più voci e interattivi in modo che siano utili sia dal punto di vista informativo ma, soprattutto pratico.

Seguono le locandine dei cinque incontri di settembre 2024, a presto.

L’ Équipe dell’UCD