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Diocesi di Melfi – Rapolla – Venosa
Regione Basilicata – Provincia Potenza
La consulta diocesana delle aggregazioni laicali, consapevoli del fatto che la visita pastorale coinvolgerà sacerdoti, diaconi, consacrati, aggregazioni laicali, fedeli tutti, è un evento straordinario durante il quale il Vescovo incontrerà il suo popolo manifestando la sua paternità per tutta la chiesa locale che vedrà nella visita pastorale una preziosa occasione di verifica e di rilancio della testimonianza di fede delle aggregazioni che ne fanno parte.
In questo triennio pastorale, nel riscoprire la centralità dell’Eucaristia, come comunità parrocchiali ma anche come aggregazioni laicali siamo chiamati a camminare “insieme” attraverso la riflessione e la preghiera per raggiungere una vera conversione eucaristica comunitaria che porti, in maniera sinodale, laici e pastori, a scelte pastorali, evangeliche, sapienziali e profetiche.
Per essere da laici associati a servizio del nostro vescovo e della pastorale della chiesa diocesana, per essere attori protagonisti della visita pastorale e del triennio sull’Eucaristia, le aggregazioni laicali martedì 19 settembre alle ore 18.30, nel Salone degli Stemmi, incontrano il Vescovo.
Il Circolo Laudato Sì Diocesano invita tutti SABATO 23 SETTEMBRE alle ore 11.00 a Monticchio per partecipare a questo momento di preghiera e riflessione nella splendida e suggestiva cornice dell’Abbazia di S. Michele. Sarà l’occasione per vivere insieme il Tempo del Creato 2023.
Si apre ufficialmente sabato 16 settembre 2023 a Melfi la fase diocesana della causa di beatificazione del presule, a dieci anni dalla morte.
Presiederà la celebrazione il nostro Vescovo, S. E. Mons. Ciro Fanelli
Servizio di Ada Serra – montaggio Gabriele Sciacchitano
Nel servizio, due interviste di repertorio del Tgr a mons. Vincenzo Cozzi.
La Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa si prepara a vivere un evento ecclesiale di grande portata spirituale e pastorale: l’apertura, sabato 16 settembre 2023, dell’inchiesta diocesana sulle virtù eroiche del Vescovo Mons. Vincenzo Cozzi (26.11.1926 – 03.07.2013), che fu nel suo ministero un fedele ed appassionato attuatore del Concilio Vaticano II nella Chiesa di Basilicata.
Sabato 16 settembre 2023, alle ore 18:00, dopo la celebrazione eucaristica, il Vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa, Mons. Ciro Fanelli, nella Chiesa Cattedrale, aprirà ufficialmente l’inchiesta diocesana di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio Mons. Vincenzo Cozzi, insediando gli officiali incaricati dell’Inchiesta.
Il Vescovo, Mons. Fanelli, così da formalmente alla inchiesta diocesana accogliendo l’istanza con la quale l’Avv. Borrelli Anna Teresa, Postulatore, ha chiesto l’inizio della Causa di canonizzazione. Si è giunti a questo importante evento dopo aver ottenuto il parere positivo della Conferenza Episcopale di Basilicata e il nulla osta della Santa Sede, con il trasferimento della competenza dalla diocesi di Tursi-Lagonegro, dove il servo di Dio è morto, a quella di Melfi-Rapolla-Venosa.
Il Vescovo lo scorso 3 luglio, nel X anniversario della morte di Mons. Cozzi, accogliendo il Libello di domanda del postulatore, rendeva pubblico l’Editto in vista dell’apertura dell’inchiesta diocesana sulle virtù eroiche del servo di Dio.
Il Vescovo Mons. Vincenzo Cozzi – nato a Lauria il 26.11.1926 e morto a Trecchina (Pz) il 3.07.2013 – è stato ordinato sacerdote il 18.06.1950 da Mons. Federico Pezzullo nella Chiesa parrocchiale di S. Giacomo in Lauria, dopo essersi preparato nel Seminario Regionale di Salerno. I suoi primi incarichi furono a Policastro, prima come insegnante di matematica e disegno nel Seminario minore, poi come rettore del Seminario e parroco della Cattedrale. Il 14.10.1967 viene nominato parroco presso la parrocchia di Lagonegro, una parrocchia in crescita in un territorio che si andava sviluppando fino a diventare nel 1976 il secondo polo della nascente diocesi di Tursi-Lagonegro, di cui fu Vicario Generale fino al 1981, quando il 12 settembre fu nominato Vescovo della Diocesi di Melfi–Rapolla–Venosa, da Papa Giovanni Paolo II.
Il Servo di Dio ha lasciato un ricordo di santità che accompagna fino ad oggi la sua memoria in tanti che l’hanno conosciuto.
Mons. Cozzi è stato amante della semplicità e della povertà e, nello stesso tempo, alieno da ogni retorica e da ogni falsa solennità, disponibile e aperto, in particolare verso i più bisognosi, i poveri, gli ammalati, gli anziani e i lontani. È stato un sacerdote santo, umile, paziente, sempre pronto a comprendere con misericordia e a leggere nella realtà i segni del buono, del bello e del bene. Fu fedele interprete ed intrepido attuatore del Concilio Vaticano II.
Leggendo i segni dei tempi, avvertì che c’era bisogno di rinnovamento in una Chiesa chiamata ad annunciare il Vangelo, un rinnovamento che doveva passare attraverso Cristo e coinvolgere le singole persone. La fede incrollabile, la speranza gioiosa e la carità senza limiti segnarono la sua esistenza. Durante gli anni del ministero episcopale, fu un pastore esemplare, fedele e prudente, ma anche coraggioso e propositivo. Volle essere “l’amico cordiale di tutti”: lo fu da parroco e poi da vescovo. Nella sua vita di uomo e di pastore ha incarnato il suo motto episcopale “Consumerò me stesso per le vostre anime” ( 2 Cor 12, 15).
Infatti, la sua tomba, collocata, per suo espresso desiderio, nella Cattedrale di Melfi, è meta di pellegrinaggi di molti fedeli che si affidano alla sua intercessione. Ha vissuto la sua vocazione al ministero ordinato puntando sulla piena identificazione tra sacerdote e ostia affinché gli altri avessero la vita e l’avessero in abbondanza.
La beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio Mons. Cozzi, in un tempo in cui la diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa si appresta ad accogliere la Visita Pastorale del Vescovo Ciro, contribuirà a mantenere vivo il suo spirito di servizio incondizionato alla Chiesa, favorendo con stile sinodale la crescita della comunione, della partecipazione e della missione.
Il Vescovo Cozzi, con il suo amore verso il prossimo, è per il popolo di Dio un vero testimone in quanto è riuscito ad incrociare ogni giorno la sua vita con le Parole del Vangelo, vivendo con coerenza e nella fedeltà ogni attimo della sua storia sullo stile del Maestro. Gli auspici ecclesiali sono sintetizzabili nelle parole consegnate dal Vescovo Fanelli alla diocesi nella sua prima lettera pastorale il 15 agosto 2018: “Chiesa in Festa: Camminare insieme per una Chiesa giovane, gioiosa e missionaria”.
Carissimi amici,
All’inizio di questo nuovo anno scolastico 2023-2024 desidero farvi giungere i miei auguri con un messaggio di incoraggiamento e di condivisione di alcune mie riflessioni su ciò che ci si aspetta da ragazzi e giovani generosi e volenterosi come voi.
Ho saputo che c’è un libro, che sta avendo molto successo tra voi giovani. Si tratta del libro di Bernardo Zannoni, I miei stupidi intenti, che vi consiglio di leggere. È una storia che permette di interrogarsi sui temi fondamentali dell’umanità, tra cui l’amicizia, l’amore, la morte, Dio, la felicità, la famiglia.
Il protagonista è una piccola faina, Archy, orfano di padre. La madre, anche spinta dal proprio istinto a nutrire i figli più forti, lascia che i più deboli facciano una brutta fine.
Archy è tra i più deboli. Per varie ragioni e per salvarsi, il piccolo Archy incrocia una serie di personaggi. Tra questi una volpe, Salomon, per cui inizia a lavorare, appassionandosi allo studio, alla scrittura e alla lettura. È la sua “scuola”. Tutto ciò lo salva! Da qui inizia per Archy una fase di maturazione. L’incontro con la volpe Salomon si gioca su due fattori. Salomon insegna ad Archy che si inizia a maturare, anche se possiamo considerarci ancora piccoli, quando si capisce che c’è un futuro da scrivere. Cioè, la vita così come si presenta viene narrata ad altri, con l’ausilio della scrittura e della memoria. Inoltre, Salomon insegna ad Archy che c’è un Dio. Archy viene messo davanti al fatto che non siamo mai soli. Anzi c’è qualcuno così grande e immenso che è lì ad amarci da sempre.
Questa metafora dello scrittore Zannoni mi aiuta a giungere al cuore del mio messaggio. I più giovani, anche con il supporto della scuola, debbono sapere che certamente la vita umana porta con sé tante grettezze che ogni giorno ci mortificano: spesso i più “forti” e i più “scaltri” si fanno largo, mettendo da parte i “puri di cuore”, per usare un’espressione cara a Gesù. Ma il Vangelo ci insegna che la vera vittoria non appartiene ai più forti e agli scaltri.
La faina Archy scopre, con l’aiuto dei suoi amici e dei suoi maestri, che le persone di spessore – quelle che possono cambiare le sorti del mondo, trasformando il male in bene – sono tutte passate quasi sempre attraverso la strada del perdono, del sacrificio, del potere della verità che rende liberi, della cura per gli altri, della forza di incontrare Dio nella carità, nello studio, nel lavoro, negli affetti più profondi.
Ed è così, da sempre. “Dio solo, ma tutto in Dio”, raccomandava Ignazio di Loyola ai suoi amici.
Ora, anche alla luce della metafora dello scrittore Zannoni che ho utilizzato, evocando la storia della piccola faina, vi pongo due domande, sapendo che ci rivedremo presto, soprattutto in occasione della mia Visita Pastorale a tutti i comuni della diocesi, che inizierà dal 1° ottobre p.v., ma anche nelle diverse occasioni di incontro che a livello diocesano saranno organizzate.
Sono due domande che possono permetterci di iniziare un percorso di riflessione, anche arricchito dalle plurali e importanti lezioni che seguirete in questo anno scolastico.
La scuola, gli insegnamenti, le attività didattiche sono un’occasione assai importante, quasi irripetibile, per mettersi di fronte a queste due domande e provare, anche con l’aiuto dei docenti ed eventualmente dei propri educatori parrocchiali, ad iniziare un percorso di confronto.
Siate generosi e coraggiosi!
Non arrendetevi di fronte alle prime difficoltà di un pensiero complesso. Mettete pure insieme quelle due domande con tutto ciò che studierete e cercate di interrogarvi profondamente.
Non rimanete mai, per nessuna ragione al mondo, in superficie. Appassionatevi alla vita, allo studio e alla ricerca della verità.
Anche Papa Francesco recentemente, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, ha ricordato ai giovani che “nella vita niente è gratuito, tutto si paga, solo una cosa è gratuita, l’amore di Gesù! Quindi, con l’unica cosa gratuita che abbiamo, l’amore di Gesù, e con il desiderio e la voglia di camminare, camminiamo nella speranza, guardiamo alle nostre radici. Senza paura. Non abbiate paura!”.
Quel desidero di camminare si può altresì concretizzare nella scuola e in questo anno che sta per iniziare con il confronto aperto sulle due domande che vi ho posto.
Mentre desidero far giungere il mio grazie ai dirigenti scolastici, ai docenti e al personale scolastico di ogni ordine e grado, mi permetto anche di assegnare ai vostri docenti un compito di riflessione, facendo leva su uno dei passaggi che più mi hanno colpito del documento finale pre-sinodale elaborato in occasione del Sinodo dei giovani fortemente voluto da Papa Francesco.
In particolare, tale documento ci segnala che “i giovani sono alla ricerca di compagni di cammino e di essere accolti da uomini e donne fedeli, che esprimano la verità permettendo loro di articolare la propria concezione della fede e della loro vocazione. Tali persone non devono essere tanto modelli di fede da emulare, ma testimoni viventi, in grado di evangelizzare attraverso la loro vita. Molti possono essere gli esempi all’altezza di queste aspettative: volti familiari del focolare domestico, colleghi nella comunità locale o martiri che testimoniano la loro fede dando la vita. Un simile accompagnatore dovrebbe possedere alcune qualità: essere un cristiano fedele impegnato nella Chiesa e nel mondo; essere in continua ricerca della santità; essere un confidente che non giudica; ascoltare attivamente i bisogni dei giovani e dare risposte adeguate; essere pieno d’amore e di consapevolezza di sé; riconoscere i propri limiti ed essere esperto delle gioie e dei dolori della vita spirituale. Una qualità di primaria importanza negli accompagnatori è il riconoscimento della propria umanità, ovvero che sono esseri umani e che quindi sbagliano: non persone perfette, ma peccatori perdonati. A volte gli accompagnatori vengono messi su un piedistallo, e la loro caduta può avere effetti devastanti sulla capacità dei giovani di continuare ad impegnarsi nella Chiesa”.
In questa prospettiva, a noi adulti è chiesto soprattutto uno sforzo significativo di testimonianza. È una testimonianza fatta nella concretezza, nell’ambito dei contesti in cui si vive e si lavora. I giovani hanno bisogno di testimoni credibili, che amano ciò che fanno perché credono che con il proprio lavoro si possa incidere in meglio sulle realtà, anche quelle più desolate e difficili. I tristissimi fatti di cronaca di questi ultimi giorni ci insegnano quanto sia importante essere presenti in tal modo nella vita dei giovani.
Concludo il mio augurio per il nuovo anno scolastico invitandovi a meditare su queste belle parole di Hetty Hillesum (1914-1943), giovane scrittrice olandese ebrea, vittima dell’Olocausto; sono certo che esse ci aiuteranno a ritrovare la gioia dell’amicizia e del camminare insieme con speranza e forza:
Mio Dio, prendimi per mano,
ti seguirò,
non farò troppa resistenza.
Non mi sottrarrò a nessuna delle cose
che mi verranno addosso in questa vita,
cercherò di accettare tutto
e nel modo migliore.
Ma concedimi di tanto in tanto
un breve momento di pace.
Non penserò più nella mia ingenuità,
che un simile momento
debba durare in eterno,
saprò anche accettare
l’irrequietezza e la lotta.
Il calore e la sicurezza mi piacciono,
ma non mi ribellerò se mi toccherà
stare al freddo purché
tu mi tenga per mano.
Andrò dappertutto allora,
e cercherò di non aver paura.
E dovunque mi troverò, io cercherò
d’irraggiare un po’ di quell’amore, di quel vero amore per gli uomini che mi porto dentro.
Mentre rinnovo a tutti gli auguri di un buon inizio di anno scolastico, mi propongo di incontrarvi personalmente nel pellegrinaggio della mia Visita Pastorale, che mi vedrà presente in ogni comune della nostra Diocesi per condividere con tutti la certezza che amicizia e fratellanza sono le due ali per volare sempre in alto. A presto con l’augurio di buona vita!
Melfi, 11 settembre 2023.
+ Ciro Fanelli
Vescovo
“La parola” si presenta rinnovata nella sua veste grafica con una periodicità trimestrale; il numero zero della versione cartacea è stato presentato il 9 giugno presso il Centro Sociale di Rionero in Vulture durante i lavori del Convegno Diocesano.
Oltre alla veste cartacea, saranno messe a disposizione dei lettori due versioni in formato elettronico: una sfogliabile direttamente dal web e la seconda scaricabile in formato pdf.
Entrambe le versioni in formato elettronico saranno sempre disponibili sul sito diocesano: www.diocesimelfi.it , con la speranza di poter raggiungere il maggior numero di potenziali lettori.
L’augurio di tutta la redazione è che il nuovo giornale possa essere una degna cassa di risonanza per ciò che riguarda i cinque ambiti di Verona, ovvero: lavoro e festa, tradizione, vita affettiva, fragilità umana e cittadinanza, ma anche uno strumento che riveli le attività promosse da parroci, laici e associazioni cattoliche sparse sull’intero territorio diocesano.
Sabato 1 Luglio e domenica 2 Luglio presso Piazza Duomo a Melfi si celebra la Prima Festa Missionaria Diocesana per cercare di concretizzare gli ideali missionari che la chiesa propone ai più piccoli.
“La parola” si presenta rinnovata nella sua veste grafica con una periodicità trimestrale; il numero zero della versione cartacea è stato presentato il 9 giugno presso il Centro Sociale di Rionero in Vulture durante i lavori del Convegno Diocesano.
Oltre alla veste cartacea, saranno messe a disposizione dei lettori due versioni in formato elettronico: una sfogliabile direttamente dal web e la seconda scaricabile in formato pdf.
Entrambe le versioni in formato elettronico saranno sempre disponibili sul sito diocesano: www.diocesimelfi.it , con la speranza di poter raggiungere il maggior numero di potenziali lettori.
L’augurio di tutta la redazione è che il nuovo giornale possa essere una degna cassa di risonanza per ciò che riguarda i cinque ambiti di Verona, ovvero: lavoro e festa, tradizione, vita affettiva, fragilità umana e cittadinanza, ma anche uno strumento che riveli le attività promosse da parroci, laici e associazioni cattoliche sparse sull’intero territorio diocesano.
Uso nella liturgia
L’intenzione del canto è duplice: da una parte, accompagnare i raduni e i momenti assembleari associati alla Visita, sia a livello diocesano che locale (parrocchiale, cittadino o zonale); dall’altra, svolgere la funzione liturgica di canto di comunione. Con il 2023, infatti, si apre il secondo triennio pastorale diocesano, dedicato alla Chiesa melfitana, dal titolo: «Nell’Eucaristia nasce e rinasce la Chiesa», dedicato alla riscoperta del Mistero Eucaristico nell’azione pastorale. In questo modo, la liturgia delle parrocchie della Diocesi può arricchirsi di un brano che accompagni la processione eucaristica nelle assemblee, sottolineando e riprendendo il tema della Visita Pastorale.
Materiali scaricabili
L’inno è stato composto da p. Tony Leva che ha messo a disposizione musica, testo, accordi e un file audio mp3 con una splendida esecuzione del brano. La stessa che si può ascoltare nel video YouTube inserito in questa pagina (qualche secondo di pazienza per vederlo caricato…)