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IL CIF DI MELFI CELEBRA LA FESTA DELLA DONNA

Dopo la Santa Messa delle ore 18.00, nella Cattedrale di Melfi, celebrata da S.E. il Vescovo Mons. Gianfranco Todisco, il CIF della città di Melfi propone una conferenza dal tema: “Storia del corredo della donna lucana: emblema delle classi sociali”. L’incontro si terrà alle ore 19.00 presso il Palazzo Donadoni. Terrà la relazione Annamaria Restaino, studiosa di storia, tradizioni popolari e costumi lucani.

I LUNEDI’ DEL SOCIALE

Promossi dalla Commissione diocesana per i problemi sociali e il lavoro proseguono gli incontri nell’ambito dell’iniziaitiva “i lunedì del sociale”. Il prossimo incontro si terrà lunedì 7 marzo alle ore 19.00 presso la Sala conferenze dell’albergo-ostello “Il Tetto”.  Tema: “Un nuovo sviluppo economico: energia, ambiente, sostenibilità”. 

IL BENE E’ COMUNE (nuovi cittadini per nuove comunità)

Nell’ambito delle iniziative promosse dalla Commissione diocesana di Melfi-Rapolla-Venosa per i problemi sociali e il lavoro, sui temi della Dottrina Sociale della Chiesa, mercoledì 23 febbraio 2011, don Luigi CIOTTI, Presidente nazionale di Libera, è stato a Melfi per parlare di mafia, corruzione e violenza, temi di estrema attualità. Alle ore 11 presso il Liceo Scientifico Federico II ha incontrato gli studenti delle scuole superiori di Melfi; nel pomeriggio, alle ore 15.00,  ha visitato il laboratorio “spezziamo le armi” della scuola elementare “Nitti” ed alle 18 presso il Teatro Ruggero ha tenuto una conferenza sul tema: “Il bene è comune (nuovi cittadini per nuove comunità)”. A coordinare i lavori, Liberato Canadà, Direttore diocesano della Commissione  per i problemi sociali e il lavoro: “l’iniziativa di questa giornata è dentro un cammino che stiamo facendo come Chiesa Diocesana, di formazione al bene comune, incontri chiamati “i lunedì del sociale” dove si riflette, si ragiona, si discute sull’uomo e la donna di oggi secondo il pensiero e la dottrina sociale della Chiesa, che si basa esclusivamente sulla centralità della persona, senza distinguerla dal colore della pelle, del credo religioso, se è povero o ricco, se è potente o debole “. A portare i saluti dal mondo della scuola, il Dirigente scolastico del Liceo Scientifico, prof. Michele Corbo:” la mafia oggi, più di ieri, esiste e trova ramificazioni nel mondo della politica e dell’imprenditoria. Ringraziamo don Ciotti, fondatore di Libera, nata per la pace, che porterà il suo contributo di bene comune. La sua prima parrocchia è stata la strada. Il male esiste e dobbiamo uscirne fuori”. Il Commissario prefettizio di Melfi, dott. Fausto Gianni ha aggiunto: “don Ciotti ha capito che le mafie non si combattono con la repressione, ma con l’educazione alla legalità, al rispetto delle persone, delle famiglie e delle istituzioni. Il cammino è lungo, ma don Ciotti ha doti, virtù, fortezza e umiltà per vincere”.Don Ciotti, attentamente ascoltato dagli studenti in mattinata e dalle autorità religiose, istituzionali, sociali, associative, sindacali, imprenditoriali e politiche in serata ha detto: “rappresento, con tutte le fragilità, un noi. Si è creata con la costituzione di circa 1500 associazioni nazionali una rete di collegamento per far cambiare le cose e chiedere l’intervento delle Istituzioni. Prima c’è bisogno dell’intervento di ciascuno di noi attraverso un atto di corresponsabilità. Di fronte ad una ingiustizia e sopraffazione non bisogna restare in silenzio. La famiglia, la scuola, la parrocchia possono fare tanto. Il mio impegno quotidiano è l’accoglienza e la strada con particolare attenzione verso i deboli. Dopo la strage di Capaci, ho visto delle mamme piangere. Non possiamo lasciare sole queste persone ed il prossimo 19 marzo, in occasione della XVI Giornata nazionale delle vittime di mafia, terrorismo e del crimine, saremo a Potenza a ricordare chi non c’è più. Non c’è regione in Italia esente da influssi mafiosi, compresa la Basilicata, nonostante avesse tanti anticorpi. Il mercato della droga è da sempre il segmento positivo della mafia. La corruzione in Italia è aumentata del 30%, stiamo raccogliendo un milione e mezzo di firme affinché l’Italia applichi una legge, in questo settore, di dieci anni fa, ma tradotta in fatti. L’indifferenza, la delega e la sfiducia sono terreno fertile per la mafia. La regola d’oro è quella di agire, senza paura, nel giusto (Gandhi).La voglia di rimettersi in gioco deve scattare in ognuno di noi. La conoscenza e la cultura sono gli strumenti per incrementare la democrazia di un Paese. La mafia teme più l’istruzione che la giustizia (giudice Caponnetto). Anche Libera ha portato il suo contributo con la raccolta di un milione di firme per la confisca dei beni alla mafia ed il suo uso sociale. La Chiesa ha la responsabilità di interferire contro la violenza, la corruzione, la sopraffazione e l’intolleranza. Papa Benedetto XVI in visita a Palermo, rivolto ai giovani, aveva detto: ” siate alberi che affondano le radici nel bene”. Don Puglisi, ucciso dalla mafia nella sua Palermo, nella sua ultima omelia, rivolto proprio ai mafiosi,disse: ” voglio sapere i motivi del perché ostacolate l’educazione dei vostri figli, chiedo un rispetto reciproco”. Ad aiutarmi a fondare Libera è stata anche una donna che ha perso un figlio per colpa della mafia e disse: “quando ti uccidono un figlio sparano anche a te”. San Giovanni Bosco soleva dire: “dobbiamo crescere buoni cristiani ed onesti cittadini”. La società ha bisogno del nostro contributo, la migliore legge contro la mafia è il rispetto della Costituzione Italiana”.Lorenzo Zolfo                                                                                                                                                                                                                                                                                

IL VESCOVO INCONTRA DI AMMINISTRATORI

“Lo spettacolo di decadenza di valori morali che i mezzi di comunicazione stanno offrendo in questi giorni non può lasciarci indifferenti”. Ad affermarlo è stato, questo pomeriggio, mons. Gianfranco Todisco, vescovo della diocesi di Melfi ‘ Rapolla ‘ Venosa, nel consueto incontro annuale, in occasione della festa di sant’Alessandro con gli amministratori locali, i dirigenti e responsabili di attività culturali, economiche e sociali ed i rappresentanti delle aggregazioni ecclesiali. “E non mi riferisco ‘ ha aggiunto il presule – solamente alla separazione che molti fanno della vita privata dal ruolo pubblico che si ricopre per giustificare comportamenti scandalosi, ma al fatto che sono proprio i genitori, a volte, a giustificare certi comportamenti, a dir poco scandalosi, delle loro figlie, disposte a tutto, anche a vendere il loro corpo, pur di raggiungere successo e notorietà”. Per mons. Todisco “educare è soprattutto un impegno d’amore” che è un “compito non facile, ma neppure impossibile, che richiede il coinvolgimento non solo dei genitori e degli insegnanti, ma anche degli uomini politici, degli imprenditori e di tutti coloro che, come la chiesa, hanno a cuore il bene comune”.Nel corso del suo discorso mons. Todisco ha ricordato “l’importanza dell’etica nella vita della comunità”, che è un “problema serio, che non può essere relegato solamente alla sfera privata”. Il pastore ha ricordato che “una società che non riconosce il valore di regole e comportamenti che affondano la loro ragione d’essere nella dignità della persona umana, non professa quel sano laicismo che permette non solo di esprimere liberamente la propria fede senza imporla a nessuno, ma riconosce anche il valore universale dell’etica”. Valori come “l’onestà, la solidarietà, la cortesia, la sobrietà, il decoro, non possono essere considerati solamente valori dei credenti, ma rappresentano il fondamento delle grandi civiltà e della storia del nostro Paese”. Mons. Todisco si è detto anche convinto che “di fronte alla caduta di stile, noi cristiani abbiamo la responsabilità di ritrovare una nuova risolutezza nel professare la fede e nel compiere il bene, per continuare con coraggio ad essere vicini agli uomini” e a “sentirci impegnati nella ricerca di quel bene comune, che non può essere considerato solamente come la somma del bene dei singoli”.(dal SIR del 9 febbraio 2011)

UNA PAGINA DIOCESANA SUL QUOTIDIANO “AVVENIRE”

DOMENICA 27 Febbraio, secondo appuntamento con il quotidiano AVVENIRE, troverai un’intera pagina dedicata agli avvenimenti ed alla vita pastorale della Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa. La copia del giornale potrà essere acquistata direttamente in parrocchia,  sempre al costo di ‘.1,20 – Per eventuali abbonamenti (vi sono diverse opzioni) rivolgersi in parrocchia.

ELETTO IL NUOVO CONSIGLIO DIOCESANO DI AZIONE CATTOLICA

Si è tenuta, nei giorni 19 e 20 febbraio u.s. l’Assemblea Diocesana dei dirigenti e delegati di Azione Cattolica per procedere al rinnovo delle cariche sociali per il prossimo triennio 2011-2014. In particolare il giorno 20, si è proceduto all’elezione del nuovo consiglio diocesano. Sono risultati eletti per il settore adulti: Peppino Altieri, Remo Strazzo, Maria Luigia Bozza, Loredana Stante e Angelo Casorelli; per il settore giovani: Incoronata Di Lorenzo, Luigi Sasso, Pierluigi Vitucci, Francesca Giuliano e Alba Petrarulo; per l’ACR: Erminia Pantaleo, Gianvito Lamorte, Angela Di Lalla, Luigi Consiglio e Buccino Savina.  Angela Pennella 

CENTENARIO CONSACRAZIONE MONS. VIRGILIO

Celebrata nella Concattedrale di Venosa il 7 febbraio u.s. la ricorrenza del centenario della Consacrazione episcopale di S.E. Mons. Emanuele Virgilio, originario di Venosa. La figura esemplare di Mons. Virgilio è stata presentata da S.E. Mons. Rocco Talucci, Arcivescovo di Brindisi-Ostuni, alla presenza di S.Em. il sig. Cardinale Paolo Romeo, Arcivescovo di Palermo.

    GIORNATA DIOCESANA PER LA VITA

     XXXIII Giornata per la vita ‘Educare alla pienezza della vita’ La Chiesa italiana ha celebrato il 6 febbraio la XXXIII Giornata per la vita. Anche quest’anno la Commissione diocesana darà il suo discreto ma qualificato contributo di riflessione e di proposta alla comunità cristiana.
    Centro Hospitalis (ex Ospedale) di Melfi 27.2.2011 ‘ Ore 16PROGRAMMAOre 16 ‘ Accoglienza e saluto dei responsabiliOre 16,30 ‘ Proiezione Film ‘ ROSSO COME IL CIELO’Ore 18 ‘ Dibattito e testimonianza Ore 18,30 ‘ Conclusioni del Vescovo S.E. Mons. Gianfranco Todisco  I Responsabili della Commisisone diocesana per la famiglia Emidio e Angela Priore – d.Gilberto Cignarale    

     

      

    LA CHIESA DIOCESANA FESTEGGIA S.FRANCESCO DI SALES

    E’ stata celebrata a Melfi il 24 gennaio u.s. la festa dei giornalisti e degli operatori della comunicazione, nel giorno in cui la Chiesa ricorda la memoria di S. Francesco di Sales, patrono appunto dei giornalisti.La ricorrenza è stata voluta dall’Ufficio per le Comunicazioni Sociali della Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa. L’incontro si è aperto con la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo della diocesi mons. Gianfranco Todisco, nella Cattedrale della città, roccaforte dell’Imperatore Federico II. Subito, a seguire, il Vescovo ha incontrato i giornalisti nella sala degli stemmi del Palazzo Vescovile. Un incontro in cui è stato innanzitutto evidenziato il ruolo fondamentale dei mezzi di comunicazione nella società odierna e nella Chiesa. Importanti indicazioni sono state presentate dal vescovo, indicazioni  inerenti l’Orientamento pastorale che l’episcopato italiano si è dato per tutto il prossimo decennio. ‘Educare alla vita buona del Vangelo’, è questa la sfida che la Chiesa italiana intende perseguire nei riguardi dell’educazione.  Diverse sono le responsabilità evidenziate. L’educazione non deve essere precipuo appannaggio delle tradizionali cellule sociali, quali la famiglia, la scuola e la Chiesa, ma è la società tutta, chiamata a creare le condizioni favorevoli al suo sviluppo. La società deve sviluppare quegli stili di vita sani e rispettosi dei valori fondamentali in cui un vero cristiano si trova a crescere, ad accogliere l’altro e in cui sviluppare quel vero senso di responsabilità. E in questo scenario è richiesto principalmente ai mezzi di comunicazione sociale svolgere un importante compito.Tutta la Chiesa guarda con interesse il ruolo dei media nell’era massmediale perché  questi velocizzano e annullano vorticosamente le distanze fra le persone,  ma necessitano, oltremodo, di un continuo controllo per quanto concerne il loro uso, controllo che deve anzitutto servire ad orientare la morale di ognuno. E tutto questo perché l’impegno educativo nella cultura mediatica costituisce un ambito privilegiato per la missione della Chiesa del Terzo millennio. Nel corso della serata tanti i temi intavolati durante l’incontro e diversi anche gli interventi degli operatori della comunicazione che a diverso titolo hanno evidenziato punti critici e di forza del lavoro giornalistico fino alla considerazione ultima, che, fare il mestiere di divulgatore di notizie trattasi di una vera e propria missione. Quotidianamente si è chiamati a svolgere il lavoro alla luce dei valori cristiani in una società che sta perdendo il senso etico in ogni ambito, perciò la Chiesa, oggi più che mai, abbisogna di operatori fortemente ispirati ai valori cristiani. A conclusione dell’incontro è stato fatto dono ai convenuti dell’annuario diocesano e una foto ricordo ha immortalato questo giorno in cui ognuno è chiamato a farsi responsabile portavoce della buona novella di Gesù.Marcella Viggiano

    COLLEGIO ETIOPICO, VOCE DI SPERANZA

    Il 29 gennaio u.s. il Papa ha ricevuto la comunità dell’Istituto che celebra il 150° dalla morte del patrono, san Giustino De Jacobis «Siete segno di speranza per i vostri Paesi d’origine»« Voi siete un segno di spe­ranza, specialmente per la Chiesa nei vostri Pae­si di origine». Lo ha detto ieri Bene­detto XVI, ricevendo in udienza la co­munità del Pontificio Collegio etiopi­co in Vaticano, in occasione del 150° anniversario della morte del loro pa­trono, san Giustino De Jacobis. Una «luminosa figura», come lo ha defini­to il Papa, che dedicò tutta la sua vita al servizio del popolo abissino, e in particolare alla formazione di preti e­tiopi nel contesto «universale» della Chiesa. Per questo, ha aggiunto il Pon­tefice, «sono certo che l’esperienza di comunione vissuta qui a Roma vi aiu­terà anche a portare un prezioso con­tributo alla crescita e alla pacifica con­vivenza delle vostre amate nazioni».
    Giustino infatti, ha spiegato Benedet­to XVI, «missionario in Etiopia, nel Ti­grai, prima ad Adua e poi a Guala, do­ve pensò subito a formare preti etio­pi, dando vita ad un seminario chia­mato ‘Collegio dell’Immacolata’, con il suo zelante ministero operò instan­cabilmente perché quella porzione di popolo di Dio ritrovasse il fervore ori­ginario della fede, seminata dal pri­mo evangelizzatore, san Frumenzio». In particolare, egli «intuì con lungi­miranza che l’attenzione al contesto culturale doveva essere una via privi­legiata sulla quale la grazia del Signo­re avrebbe formato nuove generazio­ni di cristiani. Imparando la lingua lo­cale e favorendo la plurisecolare tra­dizione liturgica del rito proprio di quelle comunità, egli si adoperò anche per un’efficace opera ecumenica».
    Da qui la riflessione di papa Ratzinger è arrivata a soffermarsi sull’attività del Pontificio Collegio, che sostiene i se­minaristi «nel loro impegno di prepa­razione teologica, spirituale e pasto­rale ». I sacerdoti formati a Roma, è sta­ta quindi la sua esortazione, una vol­ta rientrati nella comunità d’origine o quando accompagnano i connazio­nali emigrati all’estero devono «su­scitare in ciascuno l’amore a Dio e al­la Chiesa». Così, seguendo l’esempio di san Giu­stino, «per voi sacerdoti e seminaristi è tracciata la via della santità» ha prose­guito il Papa; santità che «si colloca quin­di nel cuore stesso del mistero ecclesia­le ed è la vocazione a cui tutti siamo chia­mati ». I santi infatti «non sono un orna­mento che riveste la Chiesa dall’esterno, ma sono come i fiori di un albero che ri­velano la inesauribile vitalità della linfa che lo percorre».
    Nonostante il carattere proprio della vo­cazione di ciascuno, ha poi osservato Be­nedetto XVI, «non siamo separati tra di noi; siamo invece solidali in comunione all’interno di un unico organismo spiri­tuale ». Cristo, ha detto ancora, ha «con­quistato la nostra vita». E tuttavia, «non sopprime le qualità caratteristiche della persona». Al contrario, ha concluso, «le e­leva, le nobilita e, facendole sue, le chia­ma a servire il suo mistero e la sua ope­ra ».UDIENZA DEL SANTO PADRE ALLA COMUNITA’ DEL PONTIFICO COLLEGIO ETIOPICO