BUON NATALE

MONS. FANELLI: Puntare sull’amore

Il Natale è la celebrazione dell’abitazione permanente di Dio-amore nella storia e nella vita di ogni persona umana che ci interpella e ci responsabilizza, mentre ci fa gioire per l’esperienza dell’ineffabile amore di Dio per noi. La grotta di Betlemme, con al centro un “bambino”, umanità bella e fragile che chiede di essere riconosciuta e accolta, custodita e amata, ci ricorda che se l’amore di Dio non diventa carità perde fecondità. Essere cristiani significa giocare la vita sull’amore. Questa verità è al centro del cristianesimo; è una verità che va sicuramente compresa e interpretata, ma non a livello soltanto intellettuale; va compresa e accolta soprattutto nella potenza dello Spirito Santo. Infatti tutta la Sacra Scrittura può essere riassunta in una frase di tre parole: “Dio è amore”.

Questo è l’amore di cui ci parla Gesù; questo è l’amore che Gesù ci rivela: è Dio stesso! Questo amore di cui ci parla Gesù chiede sempre e a tutti radicalità e reciprocità. Vivere il comandamento nuovo significa vivere “come in cielo così in terra”: vivere nell’amore, con amore e per amore. Esso è la sintesi di tutti i comandamenti; perciò i primi cristiani lo vivevano in modo radicale. Il Nuovo Testamento insegna con chiarezza che tutta la Legge che Dio ha donato ad Israele trova la sua pienezza in un solo comandamento: “amerai il prossimo tuo come te stesso”. Se noi seguiamo Dio-amore il nostro amore reciproco deve caratterizzarsi per esemplarità e radicalità. Questo comporta una inevitabile conversione: cambiare il modo di vedere il prossimo. Nel volto dell’altro si può incontrare il volto di Dio.

Per poter amare veramente il prossimo in modo cristiano bisogna vederlo come se fosse Gesù stesso: “avevo fame e mi hai dato da mangiare, avevo sete e mi hai dato da bere, ero nudo e  mi hai vestito” (Cfr. Mt 25).

Gesù, nel meraviglioso brano del giudizio finale, incastonato nel discorso escatologico presente nel vangelo di Matto, ritiene fatto a sé quello che facciamo o non facciamo all’altro. Dobbiamo quindi vedere Gesù nell’altro, al di là di ogni differenza. L’amore si deve indirizzare a tutti i prossimi, non scarta nessuno, non fa distinzioni.

Questa è la meravigliosa potenza del cristianesimo che trasforma il mondo, trasfigurando ogni relazione e tutte le relazioni. Questo ci rende Chiesa viva: l’amore attira sempre lo Spirito Santo!

Quante volte  abbiamo desiderato un rinnovamento interiore! Quanti propositi fatti! Quante volte abbiamo iniziato a mettere in pratica questa Parola di Dio e poi ci siamo arenati. Non dobbiamo farci prendere da un senso di sconfitta e di resa. Il Signore non si stanca di vederci sempre ricominciare ad amare. Dobbiamo imparare l’arte di ricominciare: è il grande segreto della vita spirituale!  San Gregorio di Nissa diceva: “Colui che ascende non smette mai di andare di inizio in inizio: non si finisce mai di incominciare”.

Tante vite cristiane prigioniere di una sconfinata tristezza e apatia; tante defezioni cristiane nascono semplicemente dal fatto che non si vive quello che si proclama: sono beati, dice la Scrittura, quelli che ascoltano e mettono in pratica la Parola di Dio. Ci priviamo delle gioie dello Spirito ogni volta che non viviamo la Parola Dio, la cui sintesi vitale è il comandamento dell’amore. Quando si vive il comandamento dell’amore veniamo rigenerati in Dio. Ecco che cosa significa “far nascere Gesù in noi”: puntare tutto sul comandamento dell’amore.  Non c’è vero Natale se noi cristiani, al di là dei bei sentimenti e delle belle parole, non ci radichiamo nella parola viva del Vangelo, facendola diventare roccia salda su cui costruire la nostra vita e la nostra storia.

“Quelli che sono nella carità sono nati da Dio!”: solo la carità fa distinguere i Figli di Dio. Celebrare veramente il Natale è amare seriamente,  con radicalità ed esemplarità. Ecco il mio augurio, a me e a voi, a tutta la nostra Diocesi: puntiamo sull’amore, sempre e comunque. Buon Natale e inizio del nuovo anno.

+ Ciro Fanelli

Vescovo