Martedì 15 marzo 2022, come previsto dal calendario del "Cammino Sinodale Diocesano", si terrà l’incontro dal tema “Carismi e ministeri per servire la comunità e la vita ". L’incontro sarà tenuto dal Prof. Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo in Italia.

CAMMINO SINODALE DIOCESANO

Carismi e Ministeri per servire la comunità e la vita - aspetti pastorali

I doni dello Spirito Santo nella Chiesa in missione

  1. La Chiesa ringiovanisce in forza del Vangelo e lo Spirito continuamente la rinnova, edificandola e guidandola «con diversi doni gerarchici e carismatici». Il Concilio Vaticano II ha ripetutamente messo in rilievo l’opera meravigliosa dello Spirito Santo che santifica il Popolo di Dio, lo guida, lo adorna di virtù e lo arricchisce di grazie speciali per la sua edificazione. Multiforme è l’azione del divino Paraclito nella Chiesa, come amano evidenziare i Padri. Scrive Giovanni Crisostomo: «Quali grazie che operano la nostra salvezza non ci sono elargite dallo Spirito Santo? Per suo mezzo siamo liberati dalla schiavitù e chiamati alla libertà, siamo condotti all’adozione a figli e, per così dire, formati di nuovo, dopo aver deposto il pesante e odioso fardello dei nostri peccati. Per lo Spirito Santo vediamo assemblee di sacerdoti e possediamo schiere di dottori; da questa sorgente scaturiscono doni di rivelazioni, grazie di guarigioni e tutti gli altri carismi che decorano la Chiesa di Dio». Grazie alla stessa vita della Chiesa, ai numerosi interventi del Magistero e alla ricerca teologica, è felicemente cresciuta la consapevolezza della multiforme azione dello Spirito Santo nella Chiesa, destando così un’attenzione particolare ai doni carismatici, di cui in ogni tempo il Popolo di Dio è arricchito per lo svolgimento della sua missione.

Il compito di comunicare efficacemente il Vangelo risulta essere particolarmente urgente nel nostro tempo. Il Santo Padre Francesco, nella sua Esortazione apostolica Evangelii gaudium, ricorda che «se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita». L’invito ad essere Chiesa “in uscita” porta a rileggere tutta la vita cristiana in chiave missionaria. Il compito di evangelizzare riguarda tutti gli ambiti della Chiesa: la pastorale ordinaria, l’annuncio a coloro che hanno abbandonato la fede cristiana ed in particolare a coloro che non sono mai stati raggiunti dal Vangelo di Gesù o che lo hanno sempre rifiutato. In questo compito imprescindibile di nuova evangelizzazione è più che mai necessario riconoscere e valorizzare i numerosi carismi capaci di risvegliare e alimentare la vita di fede del Popolo di Dio.

  1. Sia prima che dopo il Concilio Vaticano II sono sorte numerose aggregazioni ecclesiali che costituiscono una grande risorsa di rinnovamento per la Chiesa e per l’urgente «conversione pastorale e missionaria»  di tutta la vita ecclesiale. Al valore e alla ricchezza di tutte le realtà associative tradizionali, caratterizzate da scopi particolari, come anche degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica, si aggiungono quelle realtà più recenti che possono essere descritte come aggregazioni di fedeli, movimenti ecclesiali e nuove comunità, sulle quali si sofferma il presente documento. Esse non possono essere intese semplicemente come un volontario consociarsi di persone al fine di perseguire uno scopo peculiare di carattere religioso o sociale. Il carattere di «movimento» li distingue nel panorama ecclesiale in quanto realtà fortemente dinamiche, capaci di suscitare particolare attrattiva per il Vangelo e di suggerire una proposta di vita cristiana tendenzialmente globale, investendo ogni aspetto dell’esistenza umana. L’aggregarsi dei fedeli con una intensa condivisione della esistenza, al fine di incrementare la vita di fede, speranza e carità, esprime bene la dinamica ecclesiale come mistero di comunione per la missione e si manifesta come un segno di unità della Chiesa in Cristo. In tal senso, queste aggregazioni ecclesiali, sorte da un carisma condiviso, tendono ad avere come scopo «il fine apostolico generale della Chiesa». In questa prospettiva, aggregazioni di fedeli, movimenti ecclesiali e nuove comunità propongono forme rinnovate della sequela di Cristo in cui approfondire la communio cum Deoe la communio fidelium, portando nei nuovi contesti sociali il fascino dell’incontro con il Signore Gesù e la bellezza dell’esistenza cristiana vissuta nella sua integralità. In tali realtà si esprime anche una peculiare forma di missione e di testimonianza, volta a favorire e sviluppare sia una viva consapevolezza della propria vocazione cristiana, che itinerari stabili di formazione cristiana e percorsi di perfezione evangelica. A queste realtà aggregative, a seconda dei diversi carismi, possono partecipare fedeli di stati di vita differenti (laici, ministri ordinati e persone consacrate), manifestando così la pluriforme ricchezza della comunione ecclesiale. La forte capacità aggregativa di tali realtà rappresenta una significativa testimonianza di come la Chiesa non cresca «per proselitismo ma “per attrazione”» .

Giovanni Paolo II rivolgendosi ai rappresentanti dei movimenti e delle nuove comunità ebbe a riconoscere in essi una «risposta provvidenziale»  suscitata dallo Spirito Santo alla necessità di comunicare in modo persuasivo il Vangelo in tutto il mondo, considerando i grandi processi di cambiamento in atto a livello planetario, segnati spesso da una cultura fortemente secolarizzata. Tale fermento dello Spirito «ha recato nella vita della Chiesa una novità inattesa, e talora persino dirompente». Lo stesso Pontefice ha ricordato che per tutte queste aggregazioni ecclesiali si apre il tempo della «maturità ecclesiale», che comporta la loro piena valorizzazione e inserzione «nelle Chiese locali e nelle parrocchie, e sempre rimanendo in comunione con i Pastori ed attenti alle loro indicazioni» . Queste nuove realtà, per la cui esistenza il cuore della Chiesa è colmo di gioia e gratitudine, sono chiamate a relazionarsi positivamente con tutti gli altri doni presenti nella vita ecclesiale.

  1. La Congregazione per la Dottrina della Fede con il presente documento intende richiamare, alla luce della relazione tra doni gerarchici e carismatici, quegli elementi teologici ed ecclesiologici la cui comprensione può favorire una feconda ed ordinata partecipazione delle nuove aggregazioni alla comunione ed alla missione della Chiesa. A tale scopo vengono presentati innanzitutto alcuni elementi chiave sia della dottrina sui carismi esposta nel Nuovo Testamento che della riflessione magisteriale su queste nuove realtà. Successivamente, a partire da alcuni principi di ordine teologico sistematico, si offrono elementi identitari dei doni gerarchici e carismatici, insieme ad alcuni criteri per il discernimento delle nuove aggregazioni ecclesiali.

(da CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE Lettera Iuvenescit Ecclesia ai Vescovi della Chiesa cattolica sulla relazione tra doni gerarchici e carismatici per la vita e la missione della Chiesa, 15 maggio 2016)

Lettera Iuvenescit Ecclesia ai Vescovi della Chiesa cattolica