Ci verrebbe da chiederci, con una certa perplessità, quanto fondate e durature siano le nostre affermazioni di «Popolo di Dio» anche in questa diocesi. Quando, in questo luminoso tempo pasquale, ci spertichiamo in propositi (quand’anche sinceri) di rinnovamento spirituale e familiare. E’ vero che l’edificio spirituale diocesano appare complesso. Ma anche il semplice impianto parrocchiale ci trova impreparati, deboli, incerti. A questo punto, verrebbe da pensare che la stessa struttura affettiva della famiglia, cellula fondamentale e primogenita della comunità cristiana, presenti, nella sua vita quotidiana, difficoltà e specificità che impensieriscono un po’ tutti.
Ecco che il clima di Pasqua, scommessa coraggiosa in un avvenire che vale la pena di vivere alla’ luce del Signore Risorto può (e, secondo noi, deve) valer la pena di mettere in gioco la nostra disponibilità verso i fratelli. Che questa Pasqua ed, in particolare, questa Pasqua 2005 sia l’occasione per «scattare avanti» innanzitutto all’invito paterno del nostro Vescovo e dell’intero collegio presbiterale. Siamo, senza dubbio, parecchio indietro, in questa staffetta ginnico-spirituale. Ma Nostro Signore è, senz’altro, pronto e vicino a sorreggerci. Tocca a noi mettere in gioco la nostra disponibilità a testimoniare al Risorto il nostro ritorno di fiamma. Verso di Lui. Ma, soprattutto, verso i fratelli più «ultimi». Soprattutto nel tormentato mondo diocesano del lavoro.
Iddio ci aiuti, con l’intercessione di Maria di Nazareth, che in ciascuna nostra comunità cittadina noi veneriamo con titoli bellissimi e, quasi sempre, molto antichi.
Buona Pasqua a tutti voi!