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Messa Crismale 2023

SALUTO DEL VICARIO GENERALE AL VESCOVO

Gratitudine e Comunione

Messa Crismale

Indirizzo di saluto del Vicario Generale al Vescovo

5 aprile 2023

 

Eccellenza,
La Messa crismale è sempre l’occasione per dirvi la nostra riconoscenza per il ministro episcopale che esercitate con premurosa sollecitudine a vantaggio della nostra Chiesa diocesana e di ciascuno di noi, occasione per rinnovare il legame dell’intero presbiterio con il proprio Pastore e per innervare di nuovo entusiasmo evangelico la vita di ciascun fedele delle nostre comunità.

Eleviamo lode a Dio per i doni che elargisce in questa porzione del Popolo di Dio e per la storia che in esso si realizza, per la bella espressione ecclesiale di quanti oggi convenuti: i Presbiteri (ricordiamo quanti tra essi sono impossibilitati per motivi di salute e quanti operano fuori della nostra Diocesi, preghiamo per quanti in questo anno hanno concluso la loro esistenza terrena), i Diaconi, i Religiosi e le Religiose, i seminaristi, i consacrati e le consacrate, i membri delle aggregazioni laicali, gli operatori pastorali, i fedeli, in particolare i ragazzi che riceveranno nell’anno il dono della Confermazione.

Dovremmo tutti crescere nell’esercizio di dire bene della nostra Chiesa diocesana, delle tante risposte generose, del cammino che ad ogni livello si sta compiendo, della laboriosità e dell’impegno che anima il servizio di tanti, senza evidentemente tralasciare i margini di crescita e di conversione personale e comunitaria.

Celebriamo questa solenne liturgia nella nostra Basilica Cattedrale, riaperta al culto durante i primi Vespri della Solennità dell’Immacolata Concezione, giornata in cui avete annunciato la Santa Visita Pastorale, così più volte l’avete definita. L’attenzione al recupero e manutenzione dei beni culturali è costante grazie alle risorse umane ed economiche impiegate, da ultimo l’inaugurazione della Sala Mons. Spinelli, un lungo lavoro che ci ha restituito un bene ignoto nella sua forma primigenia.

Eccellenza, grazie per la Lettera pastorale, “Mostrare Gesù”, che ci avete consegnato, pagine nate dall’ascolto del cammino sinodale nelle sue diverse fasi, cammino che ancora si sta svolgendo e nel quale, pur non mancando le fatiche, ci sentiamo coinvolti. Sono in pieno svolgimento i “cantieri sinodali” in ciascuna delle zone pastorali, occasione che ci sta permettendo di allargare il cerchio dei destinatari e di tenere attiva la tensione che ci spinge ad essere Chiesa in uscita e in dialogo. La proposta dei “cantieri sinodali” ha visto e sta vedendo gli Uffici di Curia protagonisti in un dialogo collaborativo, generoso e costruttivo. Espressione significativa del confronto nello stile sinodale è la stesura del “Direttorio” sulla iniziazione cristiana. Tale “Direttorio” sarà frutto bello della conclusione del percorso triennale sul Battesimo, in attesa di intraprendere il nuovo percorso che avrà come attenzione l’Eucaristia.

La formazione dei presbiteri e degli operatori pastorali sta conoscendo anche in questo anno una ricca e articolata proposta. Grazie per le molteplici occasioni che ci vengono offerte, tutte di significativo spessore.

State visitando i Consigli Pastorali e degli Affari Economici di ciascuna delle Parrocchie della Diocesi, in attesa di concludere con la zona di San Fele. É un gesto di generosa attenzione che valorizza e incoraggia gli “organismi di partecipazione” recentemente costituiti e rinnovati. Una visita ordinaria e feriale, gesto già significativo in sé, e propedeutico alla visita pastorale di cui si diceva.

La liturgia di oggi si è arricchita dell’ammissione tra i canditati agli ordini sacri del seminarista Luca Vietri della Parrocchia Cattedrale di Melfi. Tale momento ci sollecita nell’impegno per l’annuncio del Vangelo delle vocazioni, come si sta facendo nell’articolato progetto rivolto ai ministranti e a giovani in ricerca.

L’impegno ecclesiale necessariamente deve poter fecondare e arricchire la vita sociale, con grande attenzione e sensibilità al tema del lavoro. Grazie per i vostri appelli in favore dei lavoratori del nostro territorio che vivono momenti di incertezza circa il loro futuro e per le risposte di generosa disponibilità che sapete suscitare nelle amministrazioni civiche e nella società civile. Degna di nota la recente marcia della Pace e l’idea nata in quella occasione di un “consiglio comunale straordinario” che coinvolga tutti i Comuni della Diocesi per sottoscrivere formalmente una richiesta di pace tra Ucraina e Russia e per la questione del lavoro nel nostro territorio.

É un momento di passaggio, quello ecclesiale in particolar modo, che non nasconde incertezze, ma che ha il fascino di un nuovo inizio; a ciò non vogliamo sottrarci, rinnovando filiale obbedienza verso il suo ministero paterno di cui sentitamente vogliamo ringraziarvi, dicendo ancora l’impegno a camminare insieme sulla via del Vangelo per gli uomini e le donne del nostro tempo, in questa nostra terra.

Affidiamo il nostro cammino alla Vergine Maria e ai nostri santi patroni, pregando anche il servo di Dio mons. Vincenzo Cozzi la cui causa di beatificazione nel livello diocesano siamo in attesa di celebrare.

 

Il Vicario Generale

Mons. Mauro Gallo

saluto del Vicario alla messa crismale


OMELIA DEL VESCOVO CIRO IN OCCASIONE DELLA MESSA CRISMALE 2023

Apostoli umili del Vangelo e strumenti della Divina Misericordia

 

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI–RAPOLLA-VENOSA

 

OMELIA NELLA MESSA CRIMALE

del Mercoledì Santo 5 aprile 2023

Melfi – Basilica Cattedrale

 

Apostoli umili del Vangelo e

strumenti della Divina Misericordia

 

Un saluto cordiale nel Signore a tutti e ad ognuno: a S.E. Mons. Rocco Talucci, ai presbiteri e ai diaconi, alle persone consacrate, ai seminaristi  e a voi fratelli e sorelle. Sentiamo vicini nella comunione sacramentale tutti i confratelli che, per ministero o per impedimenti, non possono essere fisicamente presenti a questa solenne celebrazione.

  1. Lo Spirito consacra e invia

 

La celebrazione della Messa Crismale, ogni anno, ci fa gustare la comunione ecclesiale nella gioia di sentirci comunità radicata in Cristo Gesù, «il testimone fedele» (Ap 1,5) che ha fatto di noi «un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre» (Ap 1, 6). Per questa ragione ognuno di noi può con verità dire «lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato…» (Is 61,1-2).

Infatti, l’unzione dello Spirito fa sperimentare ad ogni battezzato, come al profeta, la totale appartenenza a Dio. E’ questo essere “del Signore” che dà forza alla parola profetica ed è questa appartenenza a Lui che gli dà vigore nella testimonianza. E’ lo Spirito del Signore che consacra e invia. Infatti, è lo Spirito Santo che ci “genera”  come Chiesa – Corpo mistico di Cristo e ci costituisce come “comunità evangelizzatrice”.

I santi Olii, che sono al centro di questa celebrazione, sono la rappresentazione simbolica e insieme efficace del dono dello Spirito che accompagna tutti i cammini ecclesiali ed esistenziali nella comunione sacramentale con il Vescovo.

 

 

  1. La Visita Pastorale segno della Visita di Cristo buon Pastore

 

In questo singolare dinamismo risplende la comunione come il dono teologale per eccellenza che lo Spirito fa alla Chiesa in quanto la rende icona della  Trinità.

Ricordare la centralità di questo “mistero” è per la nostra Chiesa diocesana anche un invito a vivere il tempo della Visita Pastorale, ormai prossima, come un vero “evento di grazia”, dove il protagonista è Cristo stesso, il Pastore buono che viene a bussare alla porta del nostro cuore e delle nostre comunità (cfr. Ap 3, 20).

La Visita Pastorale ci aiuti  –  ripartendo dall’Eucaristia, cioè da Cristo –  a mettere Dio al centro e ci faccia crescere nella lode per tutti i suoi infiniti benefici.

La gratitudine, che non deve mai mancare nel cuore del credente, è un aiuto efficace per riconoscere i doni che lo Spirito Santo semina sempre nelle nostre comunità.

Nei mesi scorsi, insieme al Vicario Generale, don Mauro Gallo, che ringrazio sinceramente per la generosa disponibilità e l’intelligente collaborazione, ho vissuto questa esperienza incontrando gli organismi di partecipazione di tutte le parrocchie delle zone pastorali di Venosa, Rionero e Melfi (restano ancora da incontrare le parrocchie della zona pastorale di San Fele).

In questi incontri, vissuti nella semplicità e nella cordialità, mi sono dovuto confrontare con difficoltà e criticità, ma ho soprattutto gioito nel vedere lo zelo dei sacerdoti e il desiderio dei fedeli laici di volere crescere nella fedeltà a Gesù e di voler diventare comunità generative nella fede.

 

  1. La preghiera per le vocazioni di speciale consacrazione

 

In questa lode al Signore dobbiamo anche inserire la gratitudine per il cammino vocazionale dei nostri tre seminaristi, Saverio, Luca e Donato, e per il percorso di discernimento di Mattia, che sta vivendo la tappa propedeutica.

Questa sera, però, ringraziamo in modo particolare il Signore per Luca, che tra poco, verrà ammesso tra i candidati agli ordini del diaconato e del presbiterato.

L’affetto e la preghiera di tutti sostengano il cammino di questi giovani che desiderano mettersi alla sequela di Cristo. Preghiamo, dunque, il Signore perché mandi operai nella sua messe (cfr. Mt 9,38), suscitando nella nostra Chiesa diocesana, provata da tanti lutti e privazioni, nuove e sante vocazioni di speciale consacrazione.

 

  1. Tutti con Gesù nella sinagoga di Nazareth

 

Carissimi fratelli e sorelle, il Vangelo che è stato proclamato ci ha condotti tutti nella sinagoga di Nazareth, ma – consentitemi – in modo particolare ha condotto noi sacerdoti.

Nelle parole di Gesù: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato» (Lc 4,21) si svela il disegno salvifico di Dio come misericordia. E’ questo il mistero dal quale scaturisce la nostra esistenza sacerdotale.

Le parole del profeta attualizzate da Gesù sono l’orizzonte e lo stile del nostro servizio sacerdotale nella Chiesa per il mondo. Ma quelle parole di Gesù esprimono oltre alla gioia, che sempre deve animare il messaggero di lieti annunzi, anche le inevitabili sofferenze e fatiche che accompagnano gli evangelizzatori nella loro missione. Questo è stato vero per Gesù, ed è altrettanto vero per noi.

Proprio nei momenti più difficili del nostro ministero,  quando  «ci sembra di non aver ottenuto con i nostri sforzi umani alcun risultato» – ci ricorda sapientemente Papa Francesco –  dobbiamo ricordarci che «la missione non è un affare o un progetto aziendale (…). E’ qualcosa di molto più profondo, che sfugge ad ogni misura. Forse il Signore si avvale del nostro impegno per riversare benedizioni in un altro luogo del mondo dove non andremo mai… Impariamo a riposare nella tenerezza delle braccia del Padre in mezzo alla nostra dedizione creativa e generosa. Andiamo avanti, mettendocela tutta, ma lasciamo che sia Lui a rendere fecondi i nostri sforzi come pare a Lui» (cfr. EG 279).

 

  1. “Ri-posarci” su Cristo per ritrovare vigore apostolico

 

La Liturgia della messa del Crisma ci indica dunque “la via maestra” per ritrovare forza, vigore ed entusiasmo per la nostra vita sacerdotale, invitandoci prima della consacrazione e benedizione degli Olii a “ri-posarci” in Cristo, a “ri-collocarci” alla sorgente della nostra vocazione.

La liturgia odierna invita noi sacerdoti, attualizzando le parole dell’Apostolo Paolo a Timoteo, a “ravvivare il dono che abbiamo ricevuto mediante l’imposizione delle mani” (cfr. 2 Tm 1,6). Per questa ragione  –  dico a me e a voi carissimi fratelli sacerdoti –  facciamo ritorno al  “sì” che abbiamo pronunciato nel giorno della nostra ordinazione e che fra poco saremo invitati a rinnovare insieme.

Con il profeta Isaia  – quel giorno –  abbiamo detto «Eccomi, manda me!» (Is 6, 8). In quel giorno, il Signore stesso, mediante il ministero del Vescovo, si è fidato di noi ed Egli stesso ci ha imposto sul capo le mani.

La grazia di quel giorno deve riempirci sempre di gioia, di fiducia e deve renderci apostoli umili e coraggiosi del Vangelo; strumenti docili della Divina Misericordia che guarisce e libera; fratelli di tutti e amici dei più poveri: il nostro “sì” sia sempre motivo di gioia e di lode per il popolo affidato alle nostre cure pastorali.

 

  1. Questo è il tempo della Speranza

 

Fratelli e sorelle, per nessun motivo dobbiamo lasciarci andare ad atteggiamenti e sensazioni di smarrimento o di confusione: il Signore è in mezzo a noi (cfr. Gv 20, 19), Egli è la nostra unica Speranza (cfr. 1 Tm 1,1).

Pensare che il tempo presente sia il meno adatto per testimoniare il Vangelo e per vivere l’ecclesialità è una delle tentazioni più gravi: invece è proprio “qui ed ora” che il Regno di Dio viene; è questo il tempo in cui dobbiamo edificare, con passione e dedizione, il Corpo di Cristo che è la Chiesa (cfr. Ef 4, 12)!

San Giovanni XXIII , il Papa Buono, in occasione del Concilio Ecumenico Vaticano II mise in guardia da “alcuni, che, sebbene accesi di zelo, non sono capaci di vedere altro che rovine e guai … a Noi – disse il Pontefice –  sembra di dover risolutamente dissentire da codesti profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio…” .

Il Signore, invece, ci ha rassicurati: Io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo (Mt 28, 20); Egli non chiede mai né agli Apostoli e né ai discepoli di avere successo, chiede invece a tutti di portare frutto (cfr. Gv 15, 16; EG 24), di essere umili e fedeli, di imparare da Lui (cfr. Mt 11, 29).

Gesù, già nella sinagoga di Nazareth (“All’udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno;  si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio” –  Lc 4, 28-29) mostra chiaramente di non avere la pretesa di dominare sugli altri; Egli fa appello soltanto alla libertà di chi lo ascolta, mettendo subito in conto anche rifiuti e insuccessi.

Non sentiamoci, dunque, mai soli. Il Padre non ci lascerà mai in preda alla tentazione (cfr. Mt 6, 13). Le nostre gioie e le nostre consolazioni, come le tribolazioni e le difficoltà, non sono estranee al cuore di Gesù. Egli ci è sempre vicino, soprattutto quando ci sentiamo affaticati e stanchi (cfr. 2 Tm 1,8; Mt 11, 28). E quando vediamo che le reti sono vuote (cfr. Mt 5, 5), il Signore ci ripete: prendete il largo (cfr. Mt 5,4)!

 

  1. Dallo stupore all’impegno

 

Fratelli e sorelle, la celebrazione odierna nella ricchezza dei suoi simboli liturgici ci riporta tutti alle radici della nostra esistenza in Cristo, ognuno secondo la propria vocazione e il proprio ministero.

Come non essere grati e pieni di gioia per tale predilezione? E come non avvertire l’esigenza di rispondere generosamente al Signore, come l’Apostolo Pietro, per questa sua fiducia nei nostri confronti, dicendogli: sulla tua parola getterò le reti (cfr. Mt 5,5)?

Tutti noi  – ministri ordinati, persone consacrate, fedeli laici –   dobbiamo fare nostro questo stupore e dobbiamo sentirci coinvolti nel dare un volto nuovo alla nostra Chiesa, sentendoci “collaboratori di Dio nel Vangelo di Cristo” (cfr. 1 Cor 3, 9) “prendendo l’iniziativa, coinvolgendoci, accompagnando, fruttificando e festeggiando” (cfr. EG 24).

L’opera della salvezza è del Signore: noi ne siamo solo “servi inutili” (Mt 17, 10) e poveri collaboratori, che trovano gioia nel dedicarsi ad essa con lo stile di Maria ovvero con grande umiltà e fiducia.

All’opera di Dio dobbiamo partecipare non solo con lo stile di Maria anche con il suo sguardo e il suo cuore: cuore che “custodisce” (cf. Lc 2, 19) con amore il corpo del Figlio, perché sia continuamente donato al mondo.

Perciò, fratelli e sorelle, amiamo e custodiamo la nostra Chiesa diocesana, che è veramente bella e santa,  per dono del Signore, scorgiamo sempre in essa i tratti del disegno misericordioso di Dio.

Con questi sentimenti eleviamo oggi e sempre la nostra gratitudine al Signore Gesù «che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen» (Ap 1, 5-6).

 

Melfi, 5 aprile 2023 – Mercoledì santo

 

+ Ciro Fanelli

Vescovo

 

OMELIA PER LA MESSA CRISMALE DEL 5 APRILE 2023


COLLETTA NAZIONALE TERREMOTO TURCHIA E SIRIA

Domenica 26 marzo

A fronte della tragedia che ha colpito le popolazioni della Turchia e Siria, la Presidenza della CEI ha deciso di indire una colletta nazionale, da tenersi in tutte le Chiese Italiane domenica 26 marzo 2023 quale “segno concreto di solidarietà e partecipazione di tutti i credenti ai bisogni, materiali e spirituali, delle popolazioni terremotate

 

Caritas diocesana – c.c. bancario Banca Popolare di Bari

Iban: IT 74 G054 2442 1000 0000 0156 192 – Causale “Terremoto Turchia e Siria”

INSIEME PER LA PACE

Melfi - Marcia diocesana per la pace Giovedì 16 marzo 2023

 

 

 

Diocesi di Melfi – Rapolla – Venosa

“Insieme per la pace”

Melfi – Marcia diocesana per la pace
Giovedì 16 marzo 2023

COMUNICATO

 

A Melfi due giorni per la pace, venerdì 10 marzo e giovedì 16 marzo, organizzati dalla Diocesi per
aderire alla richiesta di Papa Francesco, che da tempo chiede a tutti un impegno forte per la pace ad
un anno dall’inizio della guerra tra la Russia, l’Ucraina.
La Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa, attraverso la Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali,
dopo la celebrazione eucaristica di venerdì scorso, 10 marzo, oggi 16 marzo, ha organizzato una
“marcia silenziosa per la pace”.
Il Vescovo Ciro Fanelli, per tale evento, ha coinvolto non solo la comunità ecclesiale ma anche tutte
le componenti del territorio (istituzionali, sociali, politiche, sindacali e culturali), che hanno
favorevolmente accolto l’invito.
La Chiesa locale, facendosi “compagna di viaggio” della comunità civile e mostrandosi attenta al
dramma del popolo ucraino, con questa marcia intende offrire un momento di sano dialogo
cercando nella condivisione la saggia opportunità per costruire un tempo “normale”.
Il Vescovo Fanelli, inoltre, invitando alla Marcia, facendo eco alle parole della CEI, ha scritto: “In
Ucraina, così come in tante altre parti del mondo si muore ogni giorno a causa di conflitti fratricidi.
Purtroppo, insieme alla gente, muore anche la speranza in un futuro migliore. Vogliamo, in questa
ora buia per l’umanità, condividere con tutti gli uomini di buona volontà l’appello di san Giovanni
XXIII: “Al criterio della pace che si regge sull’equilibrio degli armamenti, si sostituisca il principio
che la vera pace si può ricostruire nella vicendevole fiducia” (Pacem in terris, n. 39). Il Vescovo ha
inoltre sottolineato con forza il dovere di affermare il “no” alla guerra, a tutte le guerre.
Con tutte le donne e gli uomini di buona volontà la comunità cristiana, mentre è convinta
dell’insostituibile ruolo della diplomazia per avviare un dialogo effettivo tra le parti in conflitto,
vuole anche essere “lievito” di un mondo in cui regni la giustizia, la pace e la concordia e siano
realmente superate lotte e divisioni.
La “marcia”, all’insegna dello slogan “Insieme per la pace”, vuole ribadire che nel rispetto del
diritto alla difesa, urge trovare spazi di dialogo per porre fine a una crisi internazionale aggravata
dalla minaccia nucleare. La “marcia silenziosa per la pace”, avrà inizio alle ore 19 e si snoderà dal
Palazzo comunale della Città di Melfi verso la Cattedrale.

Gli auguri della Diocesi di Melfi – Rapolla – Venosa a Papa Francesco

Di seguito il Messaggio di auguri al Santo Padre in occasione del decimo anniversario dell’elezione al Soglio pontificio.

Beatissimo Padre,

la Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa, unita al suo Pastore,  esulta  e ringrazia  la Divina Provvidenza per la Sua alta persona nel decimo anniversario di elezione alla guida della Chiesa universale.  Grazie per il nome  scelto che parla di amore ai poveri della terra, grazie per lo spirito misericordioso e inclusivo, grazie per i suoi messaggi di pace.

Le Chiavi di Pietro, che il divino Spirito ha posto nelle Sue mani, hanno aperto al  mondo le porte della speranza, rinnovando la fiducia in una Chiesa che instancabilmente annuncia la vitale giovinezza del Vangelo.

 

+ Ciro Fanelli

Vescovo

COMUNICATO – Preoccupazione, trepidazione e speranza per i lavoratori del nostro territorio

Appello del Vescovo per i lavoratori della zona industriale di Melfi

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI–RAPOLLA-VENOSA

Preoccupazione, trepidazione e speranza

per i lavoratori del nostro territorio

 COMUNICATO

  1. La Chiesa di Melfi-Rapolla-Venosa, che cammina insieme agli uomini e alle donne che abitano il territorio del Vulture-Melfese, partecipa con preoccupazione e trepidazione alle problematiche che stanno interessando l’area industriale del nostro comprensorio. Come Vescovo, in questo tempo di straordinaria e difficile transizione, sento il dovere di farmi portavoce delle lavoratrici e dei lavoratori, delle famiglie e dei giovani in difesa del diritto al lavoro. La Chiesa locale, nell’auspicare un futuro sostenibile, che garantisca il lavoro per tutti e per ognuno, offre la propria collaborazione per costruire sul territorio una società più coesa e solidale, affinché possano essere gestite e risolte le dolorose questioni che da tempo gravano sulle fasce più deboli e fragili della popolazione. E’ necessario, infatti, accompagnare “insieme” le trasformazioni economiche e produttive in atto, facendo in modo che il nostro territorio non venga escluso dall’innovazione tecnologica e dallo sviluppo digitale.
  2. Viva è la preoccupazione per l’incompiuta definizione della vertenza “Auchan”, che vede 100 lavoratori in sospensione, senza aver ancora intercettato un nuovo player per la gestione dell’insediamento. Per evitare la perdita definitiva del lavoro è doveroso intraprendere tutte le più utili iniziative da parte dei soggetti pubblici preposti, tra cui la Regione e gli attori istituzionali di ogni livello. La sfida ad elevare il livello di attenzione nella difesa dei processi produttivi ed occupazionali, con ogni mezzo possibile, nell’area strategica del Melfese, non può e non deve cessare. Tutti sappiamo che un ridimensionamento, anche limitato del 5-10%, dell’assetto occupazionale potrebbe provocare un “effetto domino” travolgente nel contesto locale, con il consequenziale incremento di forme gravi di povertà. A tal proposito, è bene ricordare in questa sede il principio costituzionale per cui l’iniziativa economica privata «non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana» (art. 41, secondo comma).
  3. In tale prospettiva, con altrettanta trepidazione la comunità ecclesiale segue i contatti tra le parti istituzionali, sindacali e “Stellantis” per definire la centralità dello stabilimento melfitano, i nuovi impegni produttivi ed i connessi piani di attività. Occorre, in primo luogo, un grande piano straordinario per l’auto, oltre l’emergenza, che affronti le scelte di politica industriale e di regolazione della domanda e dell’offerta e di sostegno alla formazione. La comunità cristiana auspica che l’occupazione ed il futuro dei lavoratori interessati siano sempre al primo posto nei processi di riconversione verso la sfera dell’elettrico, nella modalità di una transizione sostenibile e graduale, come di recente in più sedi riaffermato, per evitare ricadute negative sotto l’aspetto produttivo ed ancor più occupazionale.
  4. La Chiesa esprime, con intensità e costanza, la propria vicinanza solidale alla storia di tutti i lavoratori, che animano e conferiscono valore umano all’intero funzionamento della fabbrica-auto, che è ormai coessenziale al nostro territorio. La soluzione delle difficili e complesse problematiche che interessano il settore automobilistico non può percorrere le vie del restringimento ed impoverimento della base produttiva con la conseguente riduzione di uno stabilimento avanzato come quello di Melfi. Lo stabilimento di Melfi rappresenta, infatti, un significativo potenziale tecnologico, produttivo e occupazionale per tutto il Mezzogiorno d’Italia, che si è costruito nel tempo e che è stato non utilizzato appieno. Esso non può essere vanificato in tutte le sue potenzialità secondo i parametri di un’economia dello scarto, penalizzando il vero progresso umano. Su tale peculiare aspetto, la Dottrina Sociale della Chiesa afferma, tra l’altro, che: «il progresso, […] deve compiersi mediante l’uomo e per l’uomo e deve produrre frutti nell’uomo. Una verifica del progresso sarà il sempre più maturo riconoscimento della finalità del lavoro e il sempre più universale rispetto dei diritti ad esso inerenti, conformemente alla dignità dell’uomo, soggetto del lavoro» (Giovanni Paolo II, Lettera enciclica, Laborem Exercens, 18).
  5. I prossimi confronti con la casa automobilistica devono smentire i timori che circolano nella popolazione. Per il futuro del nostro territorio è necessario che prevalga, invece, un disegno di grande ripresa per la riqualificazione dello stabilimento melfitano. Ora è il tempo di scelte chiare che siano efficacemente a sostegno del mondo del lavoro. Il recente confronto con il Ministero competente del Governo italiano e “Stellantis” deve aprire nuovi spiragli e prospettive per una transizione giusta, così come le istituzioni europee ci indicano. Sono ancora attesi precisi e circostanziati “cronoprogrammi” sugli obiettivi di riconversione produttiva ed occupazionale dello stabilimento melfitano. Decisivo dovrà essere l’impegno delle politiche pubbliche per dare solidità e continuità al lavoro nel settore automotive. Mobilitando ed impiegando fondi già previsti e stanziati per continuare a formare i lavoratori, investire sulle infrastrutture per la rete di ricarica, nonché sostenere le aziende che fanno investimenti per autoprodurre energia elettrica per poter abbattere i costi. Una specifica e puntuale attenzione necessita anche l’indotto di Melfi, particolarmente rilevante per la sua capacità produttiva e per il valore della forza lavoro impegnata.
  6. Non bisogna dimenticare che tutto si può perdere se non si tiene presente che nella competizione dei mercati c’è innanzitutto il territorio e tutto quello che i lavoratori, le istituzioni, le forze sociali possono e devono fare, con ogni strumento che avvantaggi tutti ed ognuno. Nel nostro comprensorio sono presenti non solo tutti gli elementi essenziali per una ripresa ed un consolidamento di nuovi processi produttivi, ma anche le potenzialità per “abitare il nostro tempo” contrassegnato da grandi trasformazioni ambientali, tecnologiche e produttive. Uno straordinario impulso può derivare dal rilancio delle relazioni industriali, come strumento diretto di compartecipazione, la più larga e comprensiva. Sono nel segno della sperimentazione le recenti intese contrattuali, di pregio per aver concordato, tra l’altro, strumenti per monitorare la trasformazione aziendale in atto, l’accesso alle co-decisioni aziendali con le Commissioni, le norme sul “lavoro agile” ,e nuove forme organizzative, sul modello delle funzioni tecniche e gestionali (mod.Nea). E’ doveroso, infatti, porre al centro di ogni scelta politica, economica e sociale la promozione e la tutela della persona, nella consapevolezza che il lavoro degno dell’uomo, secondo l’insegnamento di Papa Francesco, deve essere “libero, creativo, partecipativo e solidale”.
  7. La Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa, pertanto, avendo a cuore l’autentico progresso dell’uomo e della società, rivolge il suo appello a tutti coloro che sono coinvolti nelle decisioni sul futuro dei nostri lavoratori, affinché “insieme” si possano risolvere i problemi del lavoro nel nostro territorio, per il bene delle famiglie, e in particolare dei giovani. La Chiesa diocesana con umiltà, ma con determinazione, continuerà a prestare la sua voce alla propria gente e farà la sua parte per favorire il dialogo in vista della ricerca di soluzioni possibili e concrete.

Melfi, 13 marzo 2023.

+ Ciro Fanelli

Vescovo


Santa messa per la pace - venerdì 10 marzo ore 18:00

INSIEME PER LA PACE

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI–RAPOLLA-VENOSA

INSIEME PER LA PACE

Carissimi,

Papa Francesco con la sua parola, quasi ogni giorno, sta chiedendo a tutti un forte impegno per la pace. Come comunità cristiana, ad un anno dall’inizio della guerra tra la Russia e  l’Ucraina, mentre accogliamo gli appelli del Papa, sentiamo forte il dovere di affermare il nostro “no” alla guerra. Per questa ragione,

VENERDÌ 10 MARZO,

aderendo all’iniziativa del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE),

CELEBRERÒ ALLE ORE 18:00 NELLA CATTEDRALE DI MELFI UNA SANTA MESSA

per le vittime della guerra e per la pace nel mondo.

In Ucraina, così come in tante altre parti del mondo si muore ogni giorno a causa di conflitti fratricidi! Purtroppo, insieme alla gente, muore anche la speranza in un futuro migliore. Vogliamo, in questa ora buia per l’umanità, condividere con tutti gli uomini di buona volontà l’appello di san Giovanni XXIII: «Al criterio della pace che si regge sull’equilibrio degli armamenti, si sostituisca il principio che la vera pace si può ricostruire nella vicendevole fiducia» (Enciclica, Pacem in terris, n. 39).

Come credenti in Cristo Gesù, Re della Pace, insieme a tutte le donne e agli uomini di buona volontà, mentre siamo convinti dell’insostituibile ruolo della diplomazia per avviare un dialogo effettivo tra le parti in conflitto, vogliamo anche essere lievito di un mondo in cui regni la giustizia, la pace e la concordia e siano realmente superate le lotte e le divisioni.

Con la Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali al fine di sensibilizzare tutti i cittadini e tutte le componenti del nostro territorio (istituzionali, sociali, politiche, sindacali e culturali), abbiamo organizzato

A MELFI GIOVEDÌ 16 MARZO ALLE ORE 19:00 la

MARCIA PER LA PACE

per ribadire che, nel rispetto del diritto alla difesa, è urgente trovare spazi di dialogo per porre fine a una crisi internazionale aggravata dalla minaccia nucleare. La “marcia per la pace”, silenziosa, partirà da Piazza Pasquale Festa Campanile, antistante al Palazzo comunale della Città di Melfi, e si concluderà in Cattedrale.

Conoscendo la Vostra sensibilità per il grande valore della pace e l’amicizia sociale, Vi invito alle due iniziative sopra indicate, promosse dalla comunità ecclesiale.

Sarà anche un’occasione concreta per manifestare la nostra vicinanza alle popolazioni colpite dalla guerra e per affidare al Signore il nostro desiderio di pace.

In attesa di poterci incontrare, Vi saluto cordialmente, augurando ogni bene.

Melfi, 8 marzo 2023

+ Ciro Fanelli

Vescovo

Veglia missionaria

Cattedrale di Melfi - 24 Marzo 2023 ore 19:00

Il 24 marzo 2023 ricorre la trentunesima Giornata dei Missionari Martiri. La celebrazione è collocata nel giorno dell’uccisione di Mons. Oscar Romero, avvenuta nel 1980, a memoria del suo impegno al fianco del popolo salvadoregno, oppresso da un regime elitario incurante della sorte dei più poveri e dei lavoratori.