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DECRETO DI INDIZIONE VISITA PASTORALE

Io sono in mezzo a voi come colui che serve (Luca 21,27)

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI–RAPOLLA-VENOSA

 

Prot. N.  131/22/V  – R.G.

Indizione della Visita Pastorale

“Io sono in mezzo a voi come colui che serve”

(Luca 21, 27)

 

Fratelli e sorelle,

la grazia, la misericordia e la pace da parte di Dio Padre, per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito Santo, siano con voi!

Il 4 novembre scorso, memoria di San Carlo Borromeo, sono trascorsi cinque anni dal mio arrivo tra voi come vostro Vescovo; in cinque anni nel nome del Signore abbiamo camminato insieme, condividendo l’ansia per l’evangelizzazione, la partecipazione ai divini misteri e la cura per la testimonianza della carità. Sono giunto tra voi spinto unicamente dalla volontà di Dio che, per me e per voi, si è manifestata nel discernimento di Papa Francesco ed ho iniziato il mio ministero animato dal desiderio di “fare tutto per il Vangelo” (1 Cor 9, 23)! Elevo il mio “grazie” al Signore, perché ogni giorno mi sento rafforzato nella convinzione che, come diceva san Paolo ai presbiteri di Efeso, “non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di dare testimonianza al vangelo della grazia” (At 20, 24).

In questi anni, attraverso molteplici forme, ho incontrato e ascoltato le persone e le varie componenti della nostra Chiesa locale ed anche le diverse istituzioni civili presenti nel territorio. Nonostante le lunghe interruzioni imposte dal contenimento della pandemia, ho comunque avuto modo di conoscere diffusamente la bellezza e la ricchezza della nostra Diocesi, insieme anche alle sue fragilità e criticità.

Confortato dall’attiva partecipazione del presbiterio e del collegio dei diaconi, dalla collaborazione della Curia diocesana e dal positivo riscontro delle persone consacrate e del popolo di Dio, a partire dal primo Convegno Diocesano abbiamo assunto la scelta pastorale degli “ambiti di vita”, tematizzati nel Convegno ecclesiale di Verona del 2006, portando a termine –  con impegno e, in talune circostanze, anche con fatica –   in tutte le Parrocchie e nelle zone pastorali la costituzione degli organismi di partecipazione e la nuova impostazione della Curia diocesana.

Al fine di dare maggiore vigore evangelico al mio servizio episcopale ritengo che sia ora maturo il tempo per incontrarvi e ascoltarvi ulteriormente attraverso lo strumento della Visita Pastorale, con l’intento di giungere ad un più ampio discernimento comunitario, così da rendere la nostra Chiesa locale pienamente conforme al progetto di Dio, maggiormente aderente all’insegnamento del Concilio Ecumenico Vaticano II e più in sintonia con il Magistero di Papa Francesco, che, in questo difficile momento storico, ci esorta ad avviare una profonda conversione pastorale in senso missionario e sinodale.

La Chiesa, infatti, come popolo santo di Dio, è chiamata ad “abitare la terra e vivere con fede” (cfr. Salmo 37), rendendo visibile l’opera di Gesù che “percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità” (cfr. Mt 9, 35). La Visita Pastorale si pone su questo solco di annuncio e di servizio. Essa è una delle modalità pastorali più alte attraverso cui il Vescovo si prende cura del popolo di Dio che gli è stato affidato.

Con la Visita Pastorale, mentre voglio approfondire ulteriormente la conoscenza dell’intera Diocesi,  intendo soprattutto rendere visibile il Signore Gesù, il Cristo, il “supremo pastore” (1Pt 5,4) e il “guardiano delle nostre anime” (cf. 1Pt 2,25), che si prende cura del popolo che Egli si è acquistato a prezzo del suo Sangue prezioso (cfr. 1 Pt 1, 18-19).

La Visita Pastorale è per il Vescovo “l’occasione per ravvivare le energie degli operai evangelici, lodarli, incoraggiarli e consolarli, è anche l’occasione per richiamare tutti i fedeli al rinnovamento della propria vita cristiana e ad una azione apostolica più intensa. La Visita gli consente inoltre di valutare l’efficienza delle strutture e degli strumenti destinati al servizio pastorale, rendendosi conto delle circostanze e difficoltà del lavoro di evangelizzazione, per poter determinare meglio le priorità e i mezzi della pastorale organica” (Apostolorum successores, n. 221).

Pertanto, dopo aver condiviso il suddetto proposito sia con il Consiglio Presbiterale, nella seduta del 31 ottobre 2022, e sia con il Consiglio Pastorale Diocesano, nella seduta del 6 novembre 2022, in ossequio all’insegnamento del Concilio Vaticano II (Lumen Gentium, nn. 24-27; Christus Dominus, nn. 11-18); in ottemperanza ai cann. 396, 397, 398 del Codice di Diritto Canonico;  secondo il Direttorio per il Ministero pastorale dei Vescovi Apostolorum Successores, nn. 221-225; continuando a camminare nel solco tracciato dai Convegni pastorali diocesani, celebrati in questi ultimi cinque anni, caratterizzati dall’ansia di promuovere nella nostra Chiesa Locale scelte pastorali in grado di rafforzare  la Comunione, favorire la partecipazione e rilanciare la missione,

INDICO

la mia prima Visita Pastorale nella Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa.

La Visita si svolgerà in tempi e modi che saranno comunicati quanto prima, dopo aver ascoltato il presbiterio e gli organismi diocesani deputati per tale servizio. Essa sarà per tutti un incontro nel quale, insieme, come gli Apostoli, dobbiamo rigustare nella gioia la presenza del Signore Risorto in mezzo a noi, che effonde il suo Spirito, che ci dona la pace e ci invia al mondo quali testimoni della gioia del Vangelo e apostoli della divina misericordia, infondendoci la forza rinnovatrice della Pasqua (cfr. Gv 20, 19-23).

In questo meraviglioso compito che ci attende ci sia di sostegno e di conforto l’intercessione della Beata Vergine Maria, di S. Alessandro, di S. Biagio e di S. Felice, nostri santi Patroni, di San Giustino de Jacobis, pastore radicato nel Vangelo, aperto al dialogo e all’ascolto di tutti, dei santi Patroni delle nostre comunità parrocchiali e  dei Santi Ambrogio e Carlo, pastori zelanti, che sull’esempio di Cristo hanno dato la vita per il gregge.

Il Signore benedica con la grazia della sua infinita Misericordia il nostro comune cammino di fede.

Melfi, 7 dicembre 2022 – Primi Vespri della Solennità dell’Immacolata Concezione della B.V. Maria

 

+ Ciro Fanelli

Vescovo

Mons. Ciro Guerra

Cancelliere vescovile

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SOLENNE RIAPERTURA AL CULTO DELLA BASILICA CATTEDRALE SANTA MARIA ASSUNTA IN MELFI

Mercoledì 7 Dicembre 2022, primi vespri della Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria - ore 17:30

La Basilica Cattedrale di Melfi, l’edificio religioso più importante della città federiciana, nonché il cuore pulsante della Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa, viene riaperto al culto mercoledì 7 dicembre 2022, in concomitanza con i primi vespri della Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, con una solenne liturgia presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Ciro Fanelli, Vescovo di Melfi – Rapolla – Venosa.

Nella circostanza il Vescovo, a cinque anni dal suo ingresso in Diocesi, annuncerà formalmente l’indizione della sua prima “Visita Pastorale” alla Diocesi. L’evento sarà accompagnato dal dono delle indulgenze, che il Santo Padre Papa Francesco ha concesso alla nostra Chiesa locale per la durata di un anno (7 dicembre 2022 – 8 dicembre 2023) .

La celebrazione liturgica della riapertura è stata preceduta da una serie di Convegni, organizzati dall’Ufficio Diocesano dei Beni Culturali, incentrati su diversi temi: la storia, la teologia, la luce, il restauro, il multimedia e la musica.

Il giorno 8 dicembre, Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria,  le celebrazioni liturgiche e gli eventi culturali saranno conclusi con il concerto “Le note della Cattedrale” a cura di p. Tony Leva, Responsabile della commissione diocesana di musica sacra e direttore del coro diocesano.

In Ascolto della “Città” – Cammino Sinodale

29 novembre 2022 ore 18:00 - AULA CONSILIARE COMUNE DI MELFI

CAMMINO SINODALE

CHIESA DI MELFI-RAPOLLA-VENOSA

In ascolto della “Città”

29 novembre 2022 ore 18:00 – Aula Consiliare del Comune di Melfi
Diretta Facebook dell’evento su TG7 Basilicata

Introduce: Donatina Allamprese (Co-direttore Ufficio Pastorale Sociale e Legalità)

Modera: Tanino Araneo (Presidente MEIC)

Saluto del Sindaco di Melfi Giuseppe Maglione

Dialogo con il Relatore: Prof. Don Rocco D’Ambrosio (Pontificia Università Gregoriana)

“La fatica di ricercare insieme: il bene della città e il suo sviluppo”

Conclusioni del nostro Vescovo Mons. Ciro Fanelli

In continuità con il Cammino Sinodale, la Chiesa di Melfi-Rapolla-Venosa con il suo Vescovo Mons. Ciro Fanelli, Il MEIC, l’Ufficio di Pastorale Sociale e Legalità e le Aggregazioni laicali, incontreranno le Istituzioni, i Sindacati e il mondo associativo che operano sul territorio diocesano.

L’incontro si terrà nell’Aula Consiliare del Comune di Melfi, il 29 novembre alle ore 18 sul tema “In Ascolto della Città” con l’intervento del prof. Rocco D’Ambrosio, ordinario di filosofia politica presso la Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Gregoriana di Roma.

Tutti siamo chiamati a fare rete in un costante e continuo dialogo, accogliendo i bisogni e ripensando il nostro presente con uno sguardo aperto e fiducioso al futuro alla cui costruzione tutti dobbiamo sentirci interpellati.

L’attuale contesto sociale nella sua complessità e problematicità – spopolamento delle aree interne, crisi occupazionale, emergenze climatiche e ambientali, solo per citarne alcune – richiederebbe, da parte di ciascuno, un surplus di attenzione, analisi ed impegno, affinché si possano mettere in campo tutte le energie positive e avviare percorsi di rinascita.

venerdì 25 novembre, 18:30 - Salone degli stemmi - Melfi

LA SCELTA DELL’ACR: UN VERO CAMMINO DI INIZIAZIONE CRISTIANA

Incontro di formazione per sacerdoti, catechisti, educatori, animatori e responsabili ACR

L’iniziativa è promossa dall’Azione Cattolica diocesana , per il 25 novembre alle ore 18:30 presso il Salone degli stemmi del Palazzo Vescovile di Melfi. La relazione dell’incontro sarà tenuta da Anna Teresa Borrelli, già responsabile nazionale ACR.

S. Cecilia – incontro per animatori liturgico-musicali

22 novembre ore 20 - Convento delle suore Antoniane a Rionero

L’iniziativa proposta dalla Commissione Diocesana di Musica Sacra insieme al Coro Interparrocchiale Theotokos di Rionero nella memoria di Santa Cecilia patrona dei musicisti, per il 22 novembre alle ore 20 presso il Convento delle suore Antoniane a Rionero. L’ incontro sarà introdotto da Suor Regilene Pereira (R.F.S.A) responsabile Coro Theotokos, “Pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo”  si parlerà del cammino sinodale in ambito musicale con riferimento alla realtà rionerese, poi il tema“In corde suo soli Domino decantabat”  sulle orme di Santa Cecilia con la relazione di p. Tony Leva, presidente della Commissione Diocesana di Musica Sacra ed infine il prezioso momento di preghiera con il nostro Vescovo S.E. Mons. Ciro Fanelli, con l’intercessione di Santa Cecilia.

“IO SONO IN MEZZO A VOI COME COLUI CHE SERVE” (LUCA 21, 27)

Lettera alla Santa Chiesa di Dio che è in Melfi - Rapolla - Venosa per la “riapertura” della Cattedrale di Melfi e per l’Indizione della Visita Pastorale

CIRO FANELLI
VESCOVO DI MELFI–RAPOLLA-VENOSA

Alla Santa Chiesa di Dio
che è
in Melfi-Rapolla-Venosa

“IO SONO IN MEZZO A VOI COME COLUI CHE SERVE”

(LUCA 21, 27)
Lettera
per la “riapertura” della Cattedrale di Melfi
e per l’Indizione della Visita Pastorale

 

 

Carissimi fratelli e sorelle,

 

1. Insieme per “servire”
il 4 novembre 2017, nella memoria liturgica di San Carlo Borromeo, alla cui intercessione ho affidato il mio ministero episcopale, giungevo in mezzo a voi come vostro Vescovo: abbiamo  vissuto, con l’aiuto di Dio, cinque anni di cammino insieme. Nel nome del Signore, da quel giorno, ho orientato, con trepidazione e fiducia, i miei passi verso di voi con l’unico intento di “fare tutto per il Vangelo” (1 Cor 9, 23), sforzandomi di conoscervi, amarvi e servirvi perché siete la Sposa diletta di Cristo Gesù, nostro unico Salvatore.
Il “servire” è il senso profondo del nostro essere Chiesa e del ministero ordinato nella comunità cristiana; la nostra identità ecclesiale è tutta racchiusa in quelle parole sublimi di Gesù: “Io sono in mezzo a voi come colui che serve” (Lc 21, 27).
A partire da quel giorno di cinque anni fa, nella luce della Fede, ho riconosciuto nel discernimento di Papa Francesco la volontà di Dio sulla mia persona e attraverso di me per la Santa Chiesa di Melfi-Rapolla-Venosa.
Oggi, con maggiore consapevolezza di allora, vi ripeto con San Paolo che mi siete diventati cari nel Signore (cfr. 1 Ts. 2,8).

 

2. Il Signore si è preso cura di noi
Il tempo che abbiamo trascorso insieme è stato, purtroppo, contrassegnato da due anni di pandemia; due anni che hanno causato tante criticità, non solo dal punto di vista sanitario,
ma anche sociale ed economico. Le restrizioni per contenere la diffusione del contagio non ci hanno consentito di poterci incontrare a livello ecclesiale con la consueta frequenza e nella serenità.
La pandemia ha contribuito, inoltre, a svelare scenari pastorali di cui forse non eravamo pienamente consapevoli. In questi cinque anni abbiamo vissuto tanti momenti difficili, ma anche tante situazioni belle e significative. In ogni circostanza, però, abbiamo sempre sperimentato che il Signore ci è stato accanto e con la sua Misericordia si è preso cura di noi. Siamo certi che Gesù, il Pastore buono e bello, ogni giorno ci guida conducendoci sui sentieri del tempo per aprire i nostri cuori alla lode a Dio Padre nello Spirito Santo.

 

3. Il dono della “riapertura” della Cattedrale
La Provvidenza di Dio ha disposto che a conclusione di questo primo lustro del mio servizio episcopale la Diocesi potesse gioire nel “rivivere” la sua Cattedrale e nell’ammirarne nuovamente non solo la bellezza della sua facciata, ma anche la magnificenza dell’aula liturgica. La teologia ci insegna che la Chiesa Cattedrale è l’icona della comunione ecclesiale, che deve permeare tutta la vita della Diocesi e della missione alla quale tale comunione invia: testimoniare con la vita battesimale la Misericordia di Dio. Il prossimo 7 dicembre, Vigilia della Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, attraverseremo insieme la porta principale della nostra Cattedrale per celebrare i divini i misteri e per contemplare in Maria l’attuazione piena del progetto di amore che il Signore ha predisposto per tutti: essere “santi ed immacolati” nell’amore al suo cospetto (cfr. Ef 1, 4-5).
La riapertura al culto della nostra Cattedrale avviene nel tempo di grazia che è il “cammino sinodale”. Anche questa coincidenza è sicuramente provvidenziale ed è, perciò, carica di molteplici significati per il nostro cammino di Chiesa. Il Cristo Buon Pastore, infatti, ci chiama attraverso l’icona della Chiesa Cattedrale a vivere la comunione, ad essere popolo, a camminare nella  sinodalità, proclamando a tutti la gioia del Vangelo.

 

4. L’indizione della Visita Pastorale
In questa bella e solenne circostanza, per la quale il Santo Padre ha concesso il dono dell’Indulgenza plenaria, che ci consentirà di gustare per un intero anno il significato ecclesiale della Chiesa Madre della Diocesi, mi è parso opportuno – non solo per dovere canonico, ma per esigenza pastorale – indire la mia prima Visita Pastorale, a norma dei can. 396, 397, 398 del Codice di Diritto Canonico e in ossequio alle indicazioni del Direttorio per il ministero pastorale dei Vescovi, Apostolorum Successores (numeri 221-225). Quanto prima sarà mia cura comunicare le modalità operative della Visita, la sua scansione temporale e i nomi dei convisitatori. Essa è per la nostra Chiesa diocesana un vero tempo di grazia con l’esperienza dell’incontro, dell’ascolto e del discernimento, a cui ci chiama il percorso sinodale, per aiutarci a crescere nella comunione, nella partecipazione e nella missione.

 

5. I molteplici volti di un unico mosaico
In questi cinque anni, attraverso le celebrazioni ed altri eventi ecclesiali, vi ho incontrato in più occasioni.
Le visite alle parrocchie, gli incontri con gli organismi ecclesiali e con le aggregazioni laicali mi hanno fatto conoscere sempre meglio la Diocesi: i suoi talenti, le aspirazioni, le gioie, le sofferenze, le criticità. Questi incontri sono stati per me momenti preziosi che hanno rafforzato nel mio animo il desiderio di “camminare insieme” per essere sempre più fedeli al Signore Gesù, nostra
speranza e nostro unico salvatore. Tra gli incontri particolarmente significativi, ricordo con gioia spirituale quegli eventi che hanno accompagnato il percorso formativo diocesano e zonale: i convegni pastorali, la settimana biblica e il “cammino sinodale”, che nelle nostre comunità è venuto a coincidere con la ricostituzione in tutte le parrocchie degli organismi di partecipazione.
Nella luce di Cristo, che sempre deve illuminare il servizio ecclesiale, ho avuto anche modo di incrociare molte storie personali, spesso segnate dalla sofferenza, dalla povertà e dall’emarginazione. In questa stessa luce ho colto, però, con gioia interiore, nel cuore di tanti – presbiteri, religiosi e religiose, diaconi, seminaristi, fedeli laici – il desiderio di crescere nella fedeltà al Vangelo, nel servizio ecclesiale e in quello caritativo.

 

6. Lo zelo dei presbiteri
Ho apprezzato molto lo zelo pastorale del nostro presbiterio diocesano che, in questi anni, sebbene sia stato duramente provato da lutti e da molte criticità, è stato forte nel proseguire
con amore nella missione di servire la Chiesa di Dio. Abbiamo anche gioito per l’ordinazione di nuovi sacerdoti, lodando il Signore che non fa mancare alla sua Chiesa ministri secondo il suo cuore. Cordialmente ringrazio tutti i nostri sacerdoti, diocesani e religiosi, per la fraternità, l’affetto e la collaborazione. Gesù Buon Pastore ricompensi le fatiche di ognuno e riversi nel cuore di tutti l’olio della consolazione e il vino della speranza!

 

 

7. La varietà di vocazioni, carismi e ministeri
Ho constatato con soddisfazione spirituale il desiderio dei nostri diaconi permanenti di volersi porre con amorevolezza e umiltà a servizio delle comunità. Ho verificato l’umile dedizione delle persone consacrate nel testimoniare i valori del Regno. Ho gioito dinanzi alla generosità con la quale tanti fedeli laici nelle parrocchie e nelle varie aggregazioni ecclesiali testimoniano la fedeltà al proprio battesimo. Mi sono sentito incoraggiato dai giovani che si sono incamminati in un sincero discernimento vocazionale in vista del Sacerdozio: Saverio De Rosa e Luca Vietri di Melfi,
Donato Grimolizzi di Rapolla e Mattia Quagliarella di Lavello.

 

8. Tutti chiamati ad ascoltare e ad accogliere
In questi anni, come dicevo, ho incontrato molte persone segnate da tanta sofferenza spirituale e materiale; esse ci rendono presente il corpo sofferente di Gesù di cui la comunità cristiana deve prendersi cura per celebrare nella vita l’Eucaristia che vive nella liturgia. Queste persone, se da una parte ci chiedono attenzioni concrete, dall’altra ci domandano soprattutto di essere ascoltate, di sentirsi accolte e riconosciute nella loro dignità; penso in modo particolare ai disoccupati, alle famiglie lacerate, agli anziani, ai carcerati, alle persone sole, ai malati, gli immigrati, ai giovani in cerca di un senso per la loro vita.

 

9. La fatica di “pensare insieme” il bene della società e il suo sviluppo
L’incontro con le istituzioni civili, culturali ed educative, con le forze dell’ordine, con i presidi sanitari è stato sempre improntato al dialogo, nel rispetto reciproco e nella collaborazione.
Questi incontri, però, con l’impegno di tutti, devono trasformarsi in un’intesa più organica per sovvenire con efficacia alle necessità delle fasce più deboli della popolazione. Le nostre comunità, che sono molto provate dalla denatalità e dalla disoccupazione, devono vederci tutti pronti alla fatica di “pensare insieme” per essere più attenti a favorire sul territorio quelle scelte in grado di catalizzare le energie dei giovani e di convogliarle nello sviluppo economico, sociale e culturale del nostro territorio.

 

10. La scuola e i giovani
Nelle visite alle scuole ho incontrato dirigenti, docenti e personale A.T.A. che, consapevoli della preziosità del loro ruolo educativo, non si arrendono facilmente davanti alle molteplici
difficoltà in cui oggi sono chiamati ad operare come educatori e formatori. I nostri ragazzi e i nostri giovani, infatti, nella proposta formativa della scuola trovano ancora, grazie a Dio, una “palestra” importante per crescere e maturare. Dall’incontro con i ragazzi e i giovani emerge sempre la richiesta di essere sicuramente accompagnati nel cammino della loro giovane vita, ma soprattutto di essere ascoltati e di divenire protagonisti nella costruzione del loro futuro.

 

11. Aprire cantieri di evangelizzazione e di umanità
In questo nostro contesto sociale e culturale, che è il Vulture-Melfese e parte dell’AltoBradano, la nostra Chiesa diocesana è chiamata, come ci sta chiedendo il “cammino sinodale”, a farsi “cantiere” di evangelizzazione, di umanità e di servizio, divenendo sempre più presenza positiva e propositiva della grande Speranza che è l’annuncio del Vangelo. Con questa Speranza evangelica dobbiamo chinarci sulle molteplici povertà della nostra società, incrociando, però, gli occhi e i cuori delle persone per stringerci ad esse con sincero affetto ecclesiale.
L’Eucaristia è il luogo teologico di questo incontro e di questo discernimento. Ogni Eucaristia ci spinge ad incontrare tutti e a seminare in ogni ambito della vita i valori del Regno.

 

12. Educare alla vita buona del Vangelo
La celebrazione dei sacramenti, la predicazione, la catechesi, la formazione, l’accompagnamento delle persone, la testimonianza della carità non sono soltanto il cuore del nostro impegno ecclesiale, ma anche le modalità con cui come discepoli del Risorto annunciamo al mondo che è bello essere Chiesa! Questo è il servizio che dobbiamo offrire agli uomini e alle donne del nostro tempo nella consapevolezza che il Vangelo è via per crescere in umanità!

 

13. La “via della bellezza” come evangelizzazione
Uno dei linguaggi che la Chiesa ha usato nel corso dei secoli per evangelizzare è stato anche quello dell’arte, indicando la “via della bellezza” come strada dell’incontro con il Verbo
della vita. Anche la nostra Chiesa locale ha camminato lungo questi sentieri. Infatti nella nostra realtà diocesana possiamo annoverare un grande patrimonio artistico di notevole valore.
La “via della bellezza” resta anche oggi una delle espressioni più alte per annunciare il Vangelo, per esprimere la forte valenza culturale del mistero di Dio, riconosciuto come via
per la piena realizzazione dell’uomo. L’armonia architettonica di alcune Chiese della nostra Diocesi sono il segno di una comunità cristiana che nel passato ha saputo annunciare la bellezza di Dio, riuscendo a farla risplendere nella sacra liturgia.

 

 

14. La nostra Cattedrale segno di una storia di bellezza
La Basilica Cattedrale di Melfi con la sua bellissima facciata settecentesca è un maestoso esempio di questo fecondo connubio tra Fede e arte. Purtroppo, dal 2016 la facciata della Cattedrale è stata “velata” ai nostri sguardi, a causa dei necessari ed urgenti lavori di restauro; successivamente, dall’ottobre del 2021, anche l’aula liturgica della Cattedrale è stata chiusa al culto, perché è stata interessata anch’essa da importanti interventi di consolidamento. Ora la nostra Cattedrale ritorna a risplendere in tutto il suo fascino per continuare ad essere spazio sacro in cui la Chiesa di Melfi-Rapolla-Venosa potrà ritrovarsi per celebrare i divini misteri e per sentirsi inviata a portare a tutti la gioia del Vangelo.

 

 

15. Il Convegno sulla Cattedrale
La riapertura della Cattedrale, è un evento di grande valenza teologica, ecclesiale e artistica. Per questa ragione essa sarà preceduta da un Convegno di studi che inizierà il 30 novembre.
L’obiettivo del Convegno è di evidenziare tutti gli aspetti che la Chiesa Cattedrale esprime all’interno del tessuto ecclesiale della Diocesi. Ringrazio di cuore Mons. Ciro Guerra, Delegato diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici, che ne ha curato l’organizzazione, avvalendosi della collaborazione degli altri organismi pastorali diocesani e delle molteplici competenze esterne.

 

16. L’indulgenza plenaria
Per tale circostanza, come dicevo, il Santo Padre, Papa Francesco, attraverso la Penitenzieria Apostolica, ha concesso il dono dell’Indulgenza plenaria a quanti con spirito di Fede visiteranno la Cattedrale. Con questo dono per la nostra Diocesi si apre un tempo “giubilare” che terminerà l’8 dicembre del prossimo anno. Sarà un anno di grazia in cui cogliere la bellezza e la gioia di essere Chiesa, che nasce dalla comunione trinitaria, vissuta in forma sinodale in un popolo che si rafforza comunicando il Vangelo. Questa circostanza di alto significato ecclesiale, anche per l’indizione della Visita Pastorale, deve vederci come Chiesa locale convenire tutti a Melfi il prossimo 7 dicembre: presbiteri, diaconi, religiosi, religiose, seminaristi e fedeli laici. Le modalità con cui partecipare alla celebrazione saranno comunicate quanto prima dagli Uffici della Curia diocesana preposti per l’organizzazione di tale evento.

 

17. Le ragioni della Visita Pastorale
La Visita pastorale che il Vescovo diocesano, a norma del Diritto Canonico, è tenuto a compiere rende presente la permanente visita di Cristo Buon Pastore, che si prende cura del
suo gregge. La Visita per me, prima di essere un dovere, è un’esigenza del cuore, che mi consentirà di vivere in pieno nella ferialità e in modo prolungato la carità pastorale, incrociando i miei
passi con la vita di ogni singola comunità parrocchiale e con i ritmi di ogni realtà presente nella nostra compagine ecclesiale. Essa è anche una singolare opportunità per accrescere la ricchezza di grazia propria del “cammino sinodale” nel quale ci troviamo. Il dinamismo del Sinodo è, infatti, sostanzialmente identico a quello della Visita Pastorale: entrambi gli eventi sono scanditi dall’incontrare, dall’ascoltare e dal discernere. Attraverso la Visita desidero fare mio il desiderio dell’apostolo Paolo rivolto a Barnaba: “Ritorniamo a far visita ai fratelli in tutte le città nelle quali abbiamo annunziato la parola del Signore, per vedere come stanno” (At 15,36).

 

18. Il senso dell’essere Chiesa nello spirito del Vaticano II
La celebrazione di riapertura della Cattedrale con l’indizione della Visita Pastorale avviene nel 60° anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II. Questa felice coincidenza fa si che la Visita Pastorale trovi senso e significato nell’insegnamento conciliare, che vede la Chiesa generata dalla Parola di Dio (Dei Verbum) e dall’Eucaristia (Sacrosantum Concilium), i cui elementi identitari sono la missione (Ad Gentes), la ricerca dell’unità (Unitatis Redintegratio) e l’inserimento nel mondo (Gaudium et Spes).
Significative sono ancora oggi le parole che San Paolo VI pronunciò nell’allocuzione per l’Ultima sessione pubblica del Concilio Ecumenico Vaticano II, il 7 dicembre 1965.
Paolo VI, in quella solenne circostanza, affermò che la Chiesa con il Concilio “ha desiderato farsi ascoltare e comprendere da tutti; (..) ha cercato di esprimersi anche con lo
stile della conversazione oggi ordinaria, alla quale il ricorso alla esperienza vissuta e l’impiego del sentimento cordiale dànno più attraente vivacità e maggiore forza persuasiva: ha parlato all’uomo d’oggi, qual è”.
Proseguì dicendo che tutta la ricchezza dottrinale sperimentata nel Concilio aveva “un’unica direzione: servire l’uomo. L’uomo, diciamo, in ogni sua condizione, in ogni sua infermità,
in ogni sua necessità”. In queste parole di San Paolo VI è delineato il senso del cammino sinodale e della Visita Pastorale nella vita di una Chiesa locale.

 

19. L’intercessione di Maria e dei nostri Santi Patroni
Fin d’ora accompagniamo con la preghiera la prossima Visita Pastorale. Affido ogni suo frutto all’intercessione della Beata Vergine Maria Madre della Chiesa, di S. Alessandro, San Biagio, San Felice, nostri Patroni; di San Giustino de Jacobis, pastore radicato nel Vangelo e aperto al dialogo e all’ascolto di tutti. Il Signore benedica la nostra Chiesa e ci conceda, con abbondanza, il dono del suo Spirito, perché possiamo sperimentare sempre la sua presenza e gustare ogni girono la gioia di essere testimoni credibili del Vangelo.
Melfi, 15 novembre 2022 – Memoria di Sant’Alberto Magno.

 

+ Ciro Fanelli
Vescovo

Domenica 20 Novembre 2022

GMG DIOCESANA

"Maria si alzò e andò in fretta" (Lc1,39)