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Messa Crismale

Concattedrale Venosa - 13 aprile, ore 17:00

Si terrà a Venosa quest’anno nella Concattedrale alle ore 17:00 la Messa Crismale presieduta dal nostro vescovo Mons. Ciro Fanelli.  La benedizione del Crisma dà il nome a questa liturgia “Messa Crismale o del Crisma”, si celebra nella chiesa cattedrale vedendo riuniti tutti i presbiteri e i fedeli laici.  Secondo l’antica tradizione, è funzione propria del vescovo, «una fra le principali manifestazioni della pienezza del sacerdozio»,  il rito della benedizione degli oli, inserito nella celebrazione eucaristica, dopo l’omelia e la rinnovazione delle promesse sacerdotali, tutto questo sottolinea il mistero della Chiesa come Sacramento globale del Cristo, che santifica ogni realtà e situazione di vita. Ecco perché, insieme al Crisma, sono benedetti anche l’olio dei catecumeni per quanti lottano per vincere lo spirito del male in vista degli impegni del Battesimo e l’olio degli infermi per l’unzione sacramentale di coloro che nella malattia compiono in sé ciò che manca alla passione redentrice del Cristo. Così dal Capo si diffonde in tutte le membra della Chiesa il buon odore di Cristo.

Il nuovo Consiglio Pastorale Diocesano

Il Vescovo Ciro ha costituito il Consiglio Pastorale Diocesano con decreto vescovile del 30 marzo 2022

Il nuovo Consiglio Pastorale Diocesano

S.E. il Vescovo, dopo la costituzione dei Consigli Pastorali parrocchiali e zonali, a norma dello Statuto (promulgato il 22 febbraio 2022), il 30 marzo 2022 con apposito decreto Prot. N. 22/22/V R.G. ha nominato i componenti del Consiglio Pastorale Diocesano.

Il Consiglio Pastorale Diocesano ha il compito di studiare, valutare e proporre orientamenti per aiutare la diocesi a crescere nella comunione, a rafforzarne lo slancio missionario e a favorire la partecipazione alla vita ecclesiale di tutto il popolo santo di Dio.

Il Consiglio Pastorale Diocesano, composto da presbiteri, diaconi, consacrati e soprattutto da laici, ai sensi dei canoni 511-14 del Codice di Diritto Canonico, è un organo consultivo che contribuisce a realizzare la comunione nella Chiesa particolare come strumento di partecipazione aperto a tutte le componenti del popolo di Dio e che, sotto l’autorità del Vescovo, ha il compito di studiare, valutare e proporre orientamenti per aiutare la diocesi a crescere nella comunione, a rafforzare lo slancio missionario e a favorire la partecipazione alla vita ecclesiale. Il Consiglio Pastorale Diocesano della Chiesa di Melfi-Rapolla-Venosa è retto da un proprio Statuto, promulgato il 22 febbraio 2021 (Prot. N. 11/21/V.R.G.), che privilegia nella sua costituzione i 5 ambiti di vita e di testimonianza delineati nel Convegno Ecclesiale di Verona (2006).

Questo organismo di comunione e di partecipazione è il frutto del processo avviato nelle parrocchie e nelle zone pastorali per la costituzione dei rispettivi Consigli Pastorali. Il cammino ecclesiale che ha condotto la diocesi a questa fase è stato avviato nel 2018, con la lettera pastorale “Chiesa in Festa: Camminare insieme per una Chiesa giovane, gioiosa e missionaria” (15 agosto 2018) e con gli ultimi due Convegni pastorali, “Ministerialità e comunione per una Chiesa in uscita” (2019) e “Un mosaico di voci. Esercizi di sinodalità” (2021). Il servizio missionario della Chiesa diocesana di Melfi-Rapolla-Venosa, in questo tempo di grazia del Cammino sinodale, si è concentrato su alcune scelte da rafforzare. In primo luogo l’impegno per una crescita di qualità delle comunità ecclesiali attraverso la riscoperta del sacramento del Battesimo (Linee pastorali per il triennio 2020-2023, “Capire e vivere il Battesimo, per essere Chiesa in uscita, 2020), con la valorizzazione dell’appartenenza a Cristo (1° anno),  dei carismi e ministeri (2° anno) e del servizio al mondo e alla vita (3° anno).

L’obiettivo pastorale generale, che si inserisce armonicamente nel processo sinodale, è quello di far crescere nelle comunità la consapevolezza che bisogna diventare “comunità capaci di una «rinnovata narrazione» della fede (e speranza); una «rinnovata collocazione» sociale ‘evangelica’; una «pluralità» di forme territoriali; una «nuova articolazione ministeriale» e una «nuova politica» di alleanze culturali” (cfr. L. Meddi). La comunità diocesana, che attraverso le parrocchie si articola nelle sue plurali forme di decentramento, permette all’esperienza cristiana e alla testimonianza di avvicinare territorio, in cui le medesime parrocchie svolgono il ruolo di soggetto, di coordinamento e animazione (comunione di comunità, famiglia di famiglie).

La Chiesa diocesana di Melfi-Rapolla-Venosa è una comunità che, a partire dall’Eucaristia,  si sente chiamata ad interessarsi della quotidianità dell’esistenza attraverso la modalità dei 5 ambiti di testimonianza, delineati nel documento conclusivo del Convegno di Verona (2006). Essa, soprattutto attraverso gli organismi di partecipazione, si autocomprende  e descrive come comunità che vuole coinvolgere nei 5 ambiti di testimonianza: la crescita e guarigione della Vita affettiva; la elaborazione di una autentica cultura del Lavoro e festa; il sostegno alla Fragilità umana; l’impegno per la trasmissione della Tradizione; la costruzione autentica della Cittadinanza. In questo orizzonte pastorale le parrocchie sono chiamate a mettere sempre più al centro l’esperienza di fede degli adulti nella forma di comunità di vita cristiana. Questo compito missionario è frutto di nuovi percorsi formativi e iniziatici da sviluppare nelle singole comunità. Soprattutto attraverso la formazione degli adulti, dei giovani e degli operatori pastorali.

NOMINE CONSIGLIO PASTORALE DIOCESANO


Pubblichiamo di seguito la Lettera della Presidenza CEI in merito alla fine dello stato di emergenza COVID-19, contenente consigli e suggerimenti circa le celebrazioni liturgiche insieme agli Orientamenti per i riti della Settimana Santa.

Fine stato di emergenza COVID-19

Il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza (cfr DL 24 marzo 2022, n.24), offre la possibilità di una prudente ripresa. In seguito allo scambio di comunicazioni tra Conferenza Episcopale Italiana e Governo Italiano, con decorrenza 1° aprile 2022 è stabilita l’abrogazione del Protocollo del 7 maggio 2020 per le celebrazioni con il popolo.

Tuttavia, la situazione sollecita tutti a un senso di responsabilità e rispetto di attenzioni e comportamenti per limitare la diffusione del virus. Condividiamo alcuni consigli e suggerimenti:

  • obbligo di mascherine: il DL 24/2022 proroga fino al 30 aprile l’obbligo di indossare le mascherine negli ambienti al chiuso. Pertanto, nei luoghi di culto al chiuso si acceda sempre indossando la mascherina;
  • distanziamento: non è obbligatorio rispettare la distanza interpersonale di un metro. Si predisponga però quanto necessario e opportuno per evitare assembramenti specialmente all’ingresso, all’uscita e tra le persone che, eventualmente, seguono le celebrazioni in piedi;
  • igienizzazione: si continui a osservare l’indicazione di igienizzare le mani all’ingresso dei luoghi di culto;
  • acquasantiere: si continui a tenerle vuote;
  • scambio di pace: è opportuno continuare a volgere i propri occhi per intercettare quelli del vicino e accennare un inchino, evitando la stretta di mano o l’abbraccio;
  • distribuzione dell’Eucaristia: i Ministri continueranno a indossare la mascherina e a igienizzare le mani prima di distribuire l’Eucaristia preferibilmente nella mano;
  • sintomi influenzali: non partecipi alle celebrazioni chi ha sintomi influenzali e chi è sottoposto a isolamento perché positivo al COVID-19;
  • igiene ambienti: si abbia cura di favorire il ricambio dell’aria sempre, specie prima e dopo le celebrazioni. Durante le stesse è necessario lasciare aperta o almeno socchiusa qualche porta e/o finestra. I luoghi sacri, comprese le sagrestie, siano igienizzati periodicamente mediante pulizia delle superfici con idonei detergenti;
  • processioni: è possibile riprendere la pratica delle processioni.

Nella considerazione delle varie situazioni e consuetudini locali si potranno adottare indicazioni particolari. Il discernimento degli Ordinari potrà favorire una valutazione attenta della realtà e orientare le scelte.

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Orientamenti per la Settimana Santa 2022

Si esortino i fedeli alla partecipazione in presenza alle celebrazioni liturgiche limitando la ripresa in streaming delle celebrazioni e l’uso dei social media per la partecipazione alle stesse. A tal riguardo si segnala che i media della CEI – Tv2000 e Circuito radiofonico InBlu – trasmetteranno tutte le celebrazioni presiedute dal Santo Padre.

Nello specifico, si offrono i seguenti orientamenti:

  1. la Domenica delle Palme, la Commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme sia celebrata come previsto dal Messale Romano. Si presti però attenzione che i ministri e i fedeli tengano nelle mani il ramo d’ulivo o di palma portato con sé, evitando consegne o scambi di rami.
  2. il Giovedì Santo, nella Messa vespertina della “Cena del Signore”, per il rito della lavanda dei piedi ci si attenga a quanto prescritto ai nn. 10-11 del Messale Romano (p.138). Qualora si scelga di svolgere il rito della lavanda dei piedi si consiglia di sanificare le mani ogni voltae indossare la mascherina.
  3. il Venerdì Santo, tenuto conto dell’indicazione del Messale Romano (“In caso di grave necessità pubblica, l’Ordinario del luogo può permettere o stabilire che si aggiunga una speciale intenzione”, n. 12), il Vescovo introduca nella preghiera universale un’intenzione “per quanti soffrono a causa della guerra”. L’atto di adorazione della Croce, evitando il bacio, avverrà secondo quanto prescritto ai nn. 18-19, del Messale Romano (p. 157).
  4. la Veglia pasquale potrà essere celebrata in tutte le sue parti come previsto dal rito.

I presenti orientamenti sono estesi a seminari, collegi sacerdotali, monasteri e comunità religiose.

 

Fonte: sito ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana

IN COMUNIONE CON PAPA FRANCESCO

CONSACRAZIONE ALL’IMMACOLATO CUORE DI MARIA DELLA RUSSIA E DELL’UCRAINA

Imploriamo da Dio il dono della pace

Il 25 marzo Papa Francesco consacrerà la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria

L’atto avverrà durante la Celebrazione della Penitenza che Papa Francesco presiederà alle 17 nella Basilica di San Pietro. Lo stesso atto, lo stesso giorno, sarà compiuto a Fatima dal cardinale Krajewski, elemosiniere pontificio, come inviato del Papa

“Venerdì 25 marzo, durante la Celebrazione della Penitenza che presiederà alle 17 nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco consacrerà all’Immacolato Cuore di Maria la Russia e l’Ucraina. Lo stesso atto, lo stesso giorno, sarà compiuto a Fatima dal cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio, come inviato dal Santo Padre”. Lo rende noto in una dichiarazione il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni. Per la consacrazione è stato scelto il giorno della festa dell’Annunciazione del Signore. Lo annuncia in un tweet anche il Papa, invitando a pregare per la pace.

La Madonna, nell’apparizione del 13 luglio 1917 a Fatima, aveva chiesto la consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato, affermando che, qualora non fosse stata accolta questa richiesta, la Russia avrebbe diffuso “i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni – aveva aggiunto – saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte”. Dopo le apparizioni di Fatima ci sono stati vari atti di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria: Pio XII, il 31 ottobre 1942, consacrò tutto il mondo e il 7 luglio 1952 consacrò i popoli della Russia al Cuore Immacolato di Maria nella Lettera apostolica Sacro vergente anno:

“Come pochi anni fa abbiamo consacrato tutto il mondo al Cuore immacolato della vergine Madre di Dio, così ora, in modo specialissimo, consacriamo tutti i popoli della Russia al medesimo Cuore immacolato”.

Paolo VI, il 21 novembre 1964, rinnovò la consacrazione di tutto il genere umano al Cuore Immacolato alla presenza di Padri del Concilio Vaticano II. Papa Giovanni Paolo II compose una preghiera per quello che definì “Atto di affidamento” da celebrarsi nella Basilica di Santa Maria Maggiore il 7 giugno 1981, solennità di Pentecoste. Questo il testo:

O Madre degli uomini e dei popoli, Tu conosci tutte le loro sofferenze e le loro speranze, Tu senti maternamente tutte le lotte tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre che scuotono il mondo, accogli il nostro grido rivolto nello Spirito Santo direttamente al Tuo cuore ed abbraccia con l’amore della Madre e della Serva del Signore coloro che questo abbraccio più aspettano, e insieme coloro il cui affidamento Tu pure attendi in modo particolare. Prendi sotto la Tua protezione materna l’intera famiglia umana che, con affettuoso trasporto, a Te, o Madre, noi affidiamo. S’avvicini per tutti il tempo della pace e della libertà, il tempo della verità, della giustizia e della speranza.

Poi, per rispondere più pienamente alle richieste della Madonna, volle esplicitare durante l’Anno Santo della Redenzione l’atto di affidamento del 7 giugno 1981, ripetuto a Fatima il 13 maggio 1982. Nel ricordo del Fiat pronunciato da Maria al momento dell’Annunciazione, il 25 marzo 1984 in piazza San Pietro, in unione spirituale con tutti i Vescovi del mondo, precedentemente “convocati”, Giovanni Paolo II affida al Cuore Immacolato di Maria tutti i popoli:

E perciò, o Madre degli uomini e dei popoli, Tu che conosci tutte le loro sofferenze e le loro speranze, Tu che senti maternamente tutte le lotte tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, che scuotono il mondo contemporaneo, accogli il nostro grido che, mossi dallo Spirito Santo, rivolgiamo direttamente al Tuo Cuore: abbraccia con amore di Madre e di Serva del Signore, questo nostro mondo umano, che Ti affidiamo e consacriamo, pieni di inquietudine per la sorte terrena ed eterna degli uomini e dei popoli. In modo speciale Ti affidiamo e consacriamo quegli uomini e quelle nazioni, che di questo affidamento e di questa consacrazione hanno particolarmente bisogno.

Nel giugno del 2000 la Santa Sede ha rivelato la terza parte del segreto di Fatima e l’allora arcivescovo Tarcisio Bertone, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, sottolineò che suor Lucia, in una lettera del 1989, aveva confermato personalmente che tale atto solenne e universale di consacrazione corrispondeva a quanto voleva la Madonna: “Sì, è stata fatta – aveva scritto la veggente – così come Nostra Signora l’aveva chiesto, il 25 marzo 1984”.


(fonte: VATICAN NEWS)

Lettera ai sacerdoti per la consacrazione della Russia e dell’Ucraina 21 marzo 2022


Lettera ai sacerdoti

PROCESSO SINODALE

Il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi e il Prefetto della Congregazione per il clero scrivono a tutti i sacerdoti

AI PRESBITERI DELLA DIOCESI DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

Carissimi fratelli presbiteri,

nella giornata di ieri, in occasione della festa di San Giuseppe, il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi e il Prefetto della Congregazione per il Clero hanno scritto una Lettera ai sacerdoti di tutto il mondo riguardo alla partecipazione al processo sinodale che Papa Francesco ha aperto il 10 ottobre scorso.

In allegato Vi trasmetto la lettera, ringraziandoVi di cuore per la partecipazione al Cammino sinodale diocesano.

Accogliamo con gratitudine la premurosa vicinanza del Santo Padre che ci ha manifestato attraverso questa lettera del Sinodo dei Vescovi e della Congregazione per il Clero.

Colgo l’occasione per augurare ancora a ciascuno di Voi un buon tempo di quaresima, mentre Vi ricordo che la Messa crismale sarà celebrata nella Con-Cattedrale di Venosa alle ore 17:00, mercoledì santo, 13 aprile p.v.. Profitto della circostanza anche per darci appuntamento al prossimo ritiro del clero che si terrà martedì 5 aprile p.v. a Rionero, presso le Sorelle Misericordiose, con la presenza di Padre Lorenzo Gasparro.

Vi benedico di cuore nel Signore.

Melfi, 20 marzo 2022.

+ Ciro Fanelli

Vescovo

Lettera ai sacerdoti sinodo e congregazione per il clero 19 marzo 2022 processo sinodale

Lettera del vescovo per i sacerdoti 20 marzo 2021 processo sinodale


La gioia di un abbraccio

IV INCONTRO DIOCESANO CATECHISTI - 27 marzo 2022

Domenica 27 marzo 2022
Parrocchia S. Marco Evangelista
Rionero in Vulture
Ore 15.30 – 17.45

La gioia di un abbraccio

IV INCONTRO DIOCESANO CATECHISTI

PROGRAMMA

Ore 15.30 Accoglienza
Ore 15.45 Un abbraccio che sorprende…
in ascolto del Vescovo
Ore 17.30 Conclusione

 

Giornata dei Missionari Martiri

Voce Del Verbo - 24 marzo 2022 ore 19:00 Chiesa Madre - Rionero in Vulture

Ogni anno durante la Quaresima siamo invitati ad una celebrazione che si qualifica come preludio tanto del Venerdì Santo, quanto della Pasqua.

È la Giornata dei Missionari Martiri, giorno di preghiera e di digiuno, come la Celebratio Passionis Domini, in cui viviamo e metabolizziamo la morte, il sacrificio, la crudeltà e la sofferenza che attanagliano questo mondo e la sua gente. Ma anche giorno di festa, di resurrezione, di assunzione della consapevolezza che l’epilogo della vita umana non è che una fase transitoria.

La tua voce è importante

CAMMINO SINODALE DIOCESANO

Ascolto sinodale di tutti - consultazione digitale

Nell’ambito del cammino sinodale intrapreso dalla nostra diocesi, attraverso il link in allegato, puoi arricchire l’ascolto sinodale diocesano con la tua voce rispondendo, nel rispetto della tua privacy, ad un “questionario” on line da compilare entro il 31 marzo. Questo gesto nasce dalla volontà di raggiungere tutti coloro che “abitano” le nostre comunità parrocchiali e quanti per diversi motivi non hanno più modo di farlo. Ti invitiamo a rispondere alle domande con uno sguardo fiducioso rivolto al futuro. Vogliamo ascoltarti con “l’orecchio del cuore”.
Ti ringraziamo per la disponibilità.

Venerdì 11 marzo ore 18:30 Concattedrale di Rapolla

SEGUENDO LE ORME

Cammino penitenziale per adolescenti e giovani presieduto dal nostro Vescovo

Il servizio diocesano di Pastorale Giovanile per venerdì 11 marzo ha organizzato un incontro di preghiera che sarà presieduto dal nostro Vescovo per tutti gli adolescenti e giovani della diocesi per entrare spiritualmente nel tempo quaresimale.

Martedì 15 marzo 2022, come previsto dal calendario del "Cammino Sinodale Diocesano", si terrà l’incontro dal tema “Carismi e ministeri per servire la comunità e la vita ". L’incontro sarà tenuto dal Prof. Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo in Italia.

CAMMINO SINODALE DIOCESANO

Carismi e Ministeri per servire la comunità e la vita - aspetti pastorali

I doni dello Spirito Santo nella Chiesa in missione

  1. La Chiesa ringiovanisce in forza del Vangelo e lo Spirito continuamente la rinnova, edificandola e guidandola «con diversi doni gerarchici e carismatici». Il Concilio Vaticano II ha ripetutamente messo in rilievo l’opera meravigliosa dello Spirito Santo che santifica il Popolo di Dio, lo guida, lo adorna di virtù e lo arricchisce di grazie speciali per la sua edificazione. Multiforme è l’azione del divino Paraclito nella Chiesa, come amano evidenziare i Padri. Scrive Giovanni Crisostomo: «Quali grazie che operano la nostra salvezza non ci sono elargite dallo Spirito Santo? Per suo mezzo siamo liberati dalla schiavitù e chiamati alla libertà, siamo condotti all’adozione a figli e, per così dire, formati di nuovo, dopo aver deposto il pesante e odioso fardello dei nostri peccati. Per lo Spirito Santo vediamo assemblee di sacerdoti e possediamo schiere di dottori; da questa sorgente scaturiscono doni di rivelazioni, grazie di guarigioni e tutti gli altri carismi che decorano la Chiesa di Dio». Grazie alla stessa vita della Chiesa, ai numerosi interventi del Magistero e alla ricerca teologica, è felicemente cresciuta la consapevolezza della multiforme azione dello Spirito Santo nella Chiesa, destando così un’attenzione particolare ai doni carismatici, di cui in ogni tempo il Popolo di Dio è arricchito per lo svolgimento della sua missione.

Il compito di comunicare efficacemente il Vangelo risulta essere particolarmente urgente nel nostro tempo. Il Santo Padre Francesco, nella sua Esortazione apostolica Evangelii gaudium, ricorda che «se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita». L’invito ad essere Chiesa “in uscita” porta a rileggere tutta la vita cristiana in chiave missionaria. Il compito di evangelizzare riguarda tutti gli ambiti della Chiesa: la pastorale ordinaria, l’annuncio a coloro che hanno abbandonato la fede cristiana ed in particolare a coloro che non sono mai stati raggiunti dal Vangelo di Gesù o che lo hanno sempre rifiutato. In questo compito imprescindibile di nuova evangelizzazione è più che mai necessario riconoscere e valorizzare i numerosi carismi capaci di risvegliare e alimentare la vita di fede del Popolo di Dio.

  1. Sia prima che dopo il Concilio Vaticano II sono sorte numerose aggregazioni ecclesiali che costituiscono una grande risorsa di rinnovamento per la Chiesa e per l’urgente «conversione pastorale e missionaria»  di tutta la vita ecclesiale. Al valore e alla ricchezza di tutte le realtà associative tradizionali, caratterizzate da scopi particolari, come anche degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica, si aggiungono quelle realtà più recenti che possono essere descritte come aggregazioni di fedeli, movimenti ecclesiali e nuove comunità, sulle quali si sofferma il presente documento. Esse non possono essere intese semplicemente come un volontario consociarsi di persone al fine di perseguire uno scopo peculiare di carattere religioso o sociale. Il carattere di «movimento» li distingue nel panorama ecclesiale in quanto realtà fortemente dinamiche, capaci di suscitare particolare attrattiva per il Vangelo e di suggerire una proposta di vita cristiana tendenzialmente globale, investendo ogni aspetto dell’esistenza umana. L’aggregarsi dei fedeli con una intensa condivisione della esistenza, al fine di incrementare la vita di fede, speranza e carità, esprime bene la dinamica ecclesiale come mistero di comunione per la missione e si manifesta come un segno di unità della Chiesa in Cristo. In tal senso, queste aggregazioni ecclesiali, sorte da un carisma condiviso, tendono ad avere come scopo «il fine apostolico generale della Chiesa». In questa prospettiva, aggregazioni di fedeli, movimenti ecclesiali e nuove comunità propongono forme rinnovate della sequela di Cristo in cui approfondire la communio cum Deoe la communio fidelium, portando nei nuovi contesti sociali il fascino dell’incontro con il Signore Gesù e la bellezza dell’esistenza cristiana vissuta nella sua integralità. In tali realtà si esprime anche una peculiare forma di missione e di testimonianza, volta a favorire e sviluppare sia una viva consapevolezza della propria vocazione cristiana, che itinerari stabili di formazione cristiana e percorsi di perfezione evangelica. A queste realtà aggregative, a seconda dei diversi carismi, possono partecipare fedeli di stati di vita differenti (laici, ministri ordinati e persone consacrate), manifestando così la pluriforme ricchezza della comunione ecclesiale. La forte capacità aggregativa di tali realtà rappresenta una significativa testimonianza di come la Chiesa non cresca «per proselitismo ma “per attrazione”» .

Giovanni Paolo II rivolgendosi ai rappresentanti dei movimenti e delle nuove comunità ebbe a riconoscere in essi una «risposta provvidenziale»  suscitata dallo Spirito Santo alla necessità di comunicare in modo persuasivo il Vangelo in tutto il mondo, considerando i grandi processi di cambiamento in atto a livello planetario, segnati spesso da una cultura fortemente secolarizzata. Tale fermento dello Spirito «ha recato nella vita della Chiesa una novità inattesa, e talora persino dirompente». Lo stesso Pontefice ha ricordato che per tutte queste aggregazioni ecclesiali si apre il tempo della «maturità ecclesiale», che comporta la loro piena valorizzazione e inserzione «nelle Chiese locali e nelle parrocchie, e sempre rimanendo in comunione con i Pastori ed attenti alle loro indicazioni» . Queste nuove realtà, per la cui esistenza il cuore della Chiesa è colmo di gioia e gratitudine, sono chiamate a relazionarsi positivamente con tutti gli altri doni presenti nella vita ecclesiale.

  1. La Congregazione per la Dottrina della Fede con il presente documento intende richiamare, alla luce della relazione tra doni gerarchici e carismatici, quegli elementi teologici ed ecclesiologici la cui comprensione può favorire una feconda ed ordinata partecipazione delle nuove aggregazioni alla comunione ed alla missione della Chiesa. A tale scopo vengono presentati innanzitutto alcuni elementi chiave sia della dottrina sui carismi esposta nel Nuovo Testamento che della riflessione magisteriale su queste nuove realtà. Successivamente, a partire da alcuni principi di ordine teologico sistematico, si offrono elementi identitari dei doni gerarchici e carismatici, insieme ad alcuni criteri per il discernimento delle nuove aggregazioni ecclesiali.

(da CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE Lettera Iuvenescit Ecclesia ai Vescovi della Chiesa cattolica sulla relazione tra doni gerarchici e carismatici per la vita e la missione della Chiesa, 15 maggio 2016)

Lettera Iuvenescit Ecclesia ai Vescovi della Chiesa cattolica