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ANNO FAMIGLIA AMORIS LAETITIA

RIFLESSIONE DEL VESCOVO SU PARROCCHIA FAMIGLIA DI FAMIGLIE

Chiesa “famiglia di famiglie”

una riflessione per una trasformazione missionaria della parrocchia

alla luce dell’Evangelii gaudium

 

+ Ciro Fanelli

Vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa

 

Sommario: 1. Premessa – 2. Riscoprirsi comunione–missionaria – 3. Le categorie dell’Evangelii Gaudum 4 –  La parrocchia nella riflessione del magistero –  5. Il volto della parrocchia missionaria 6. Missionarietà e generatività – 7. Il ruolo della famiglia – 8. Considerazioni conclusive. (vedi allegato)


Anno “Famiglia «Amoris laetitia»”

19 marzo 2021 – 26 giugno 2022

Il 19 marzo 2016 Papa Francesco donava alla Chiesa l’esortazione apostolica «Amoris laetitia», sull’amore nella famiglia. Affidava questo documento ai vescovi, ai presbiteri e ai diaconi, alle persone consacrate, agli sposi cristiani e a tutti i fedeli laici.

All’inizio dell’esortazione apostolica il Papa ricorda che “il cammino sinodale ha permesso di porre sul tappeto la situazione delle famiglie nel mondo attuale, di allargare il nostro sguardo e di ravvivare la nostra consapevolezza sull’importanza del matrimonio e della famiglia. Al tempo stesso, la complessità delle tematiche proposte ci ha mostrato la necessità di continuare ad approfondire con libertà alcune questioni dottrinali, morali, spirituali e pastorali. La riflessione dei pastori e dei teologi, se è fedele alla Chiesa, onesta, realistica e creativa, ci aiuterà a raggiungere una maggiore chiarezza” (AL 2).

In occasione dell’Angelus di domenica 27 dicembre 2020, festa della santa Famiglia, Papa Francesco ha indetto un anno particolare di riflessione sull’esortazione apostolica post-sinodale «Amoris laetitia», nel primo quinquennio dalla sua promulgazione.

Questo anno speciale intitolato “Famiglia «Amoris laetitia»”, inizierà il 19 marzo 2021 e si concluderà il 26 giugno 2022, con la celebrazione del X Incontro Mondiale delle Famiglie a Roma con il Santo Padre.

L’Anno “Famiglia «Amoris laetitia»,” è stato voluto da Papa Francesco con l’intento di raggiungere ogni famiglia attraverso varie proposte di tipo spirituale, pastorale e culturale che si potranno attuare nelle parrocchie, nelle diocesi, nelle università, nell’ambito dei movimenti ecclesiali e delle associazioni familiari.

La centralità della famiglia come Chiesa domestica e l’importanza dei legami comunitari tra famiglie, che rendono la Chiesa una “famiglia di famiglie” (AL 87) è stata messa fortemente in luce durante l’esperienza della pandemia.

Le iniziative saranno coordinate dal “Dicastero per i laici, la famiglia e la vita”, che ha già attivato il portale www.amorislaetitia.va dove sono indicate le iniziative in programma e i percorsi pastorali,  tra i quali ogni realtà ecclesiale locale potrà scegliere quali attuare.

Il prezioso documento di Papa Francesco sulla bellezza e la gioia dell’amore familiare si chiude ricordando le parole del Maestro (cfr Mt 22,30) e quelle di san Paolo (cfr 1 Cor 7,29-31) sul matrimonio, parole che sono inserite nella dimensione ultima e definitiva della nostra esistenza, che tutti abbiamo bisogno di recuperare.

Il Papa, a conclusione del documento, invita gli sposi a “riconoscere il senso del cammino che stanno percorrendo. Infatti, come abbiamo ricordato più volte in questa Esortazione, nessuna famiglia è una realtà perfetta e confezionata una volta per sempre, ma richiede un graduale sviluppo della propria capacità di amare. C’è una chiamata costante che proviene dalla comunione piena della Trinità, dall’unione stupenda tra Cristo e la sua Chiesa, da quella bella comunità che è la famiglia di Nazareth e dalla fraternità senza macchia che esiste tra i santi del cielo. E tuttavia, contemplare la pienezza che non abbiamo ancora raggiunto ci permette anche di relativizzare il cammino storico che stiamo facendo come famiglie, per smettere di pretendere dalle relazioni interpersonali una perfezione, una purezza di intenzioni e una coerenza che potremo trovare solo nel Regno definitivo. Inoltre ci impedisce di giudicare con durezza coloro che vivono in condizioni di grande fragilità. Tutti siamo chiamati a tenere viva la tensione verso qualcosa che va oltre noi stessi e i nostri limiti, e ogni famiglia deve vivere in questo stimolo costante. Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare! Quello che ci viene promesso è sempre di più. Non perdiamo la speranza a causa dei nostri limiti, ma neppure rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di comunione che ci è stata promessa” (AL 324).

Preghiera alla Santa Famiglia

Gesù, Maria e Giuseppe,
in voi contempliamo
lo splendore del vero amore,
a voi, fiduciosi, ci affidiamo.

Santa Famiglia di Nazaret,
rendi anche le nostre famiglie
luoghi di comunione e cenacoli di preghiera,
autentiche scuole di Vangelo
e piccole Chiese domestiche.

Santa Famiglia di Nazaret,
mai più ci siano nelle famiglie
episodi di violenza, di chiusura e di divisione;
che chiunque sia stato ferito o scandalizzato
venga prontamente confortato e guarito.

Santa Famiglia di Nazaret,
fa’ che tutti ci rendiamo consapevoli
del carattere sacro e inviolabile della famiglia,
della sua bellezza nel progetto di Dio.

Gesù, Maria e Giuseppe,
ascoltateci e accogliete la nostra supplica.
Amen.

PERCORSO FAMIGLIE

PROMOSSO DAL RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO SANTO

Il percorso per le famiglie promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo Diocesano si svolgerà in versione digitale a partire da domenica 21 marzo 2021 alle ore 16.30. Tale percorso nasce dalla volontà di condividere, nel tempo del coronavirus, la bellezza delle famiglie in cammino che non si lasciano scoraggiare e vincere dal male ma che ripongono in Cristo la loro fiducia.

QUARESIMA DI CARITA’ 2021

CARITAS DIOCESANA

“Ecco, noi saliamo a Gerusalemme…” (Mt 20,18).
Quaresima: tempo per rinnovare fede, speranza e carità. 

 In questo tempo di conversione rinnoviamo la nostra fede, attingiamo l’“acqua viva” della speranza e riceviamo a cuore aperto l’amore di Dio che ci trasforma in fratelli e sorelle in Cristo. Nella notte di Pasqua rinnoveremo le promesse del nostro Battesimo, per rinascere uomini e donne nuovi, grazie all’opera dello Spirito Santo”. (Papa Francesco)

 “Dal Battesimo dovremmo attingere quella passione a creare un ponte di collegamento tra l’altare e la piazza, interessandoci di ogni aspetto del vivere sociale. Nella grazia battesimale troviamo “vino” e “olio” per dare speranza e consolazione all’umanità sofferente, superando la facile tentazione dell’indifferenza”. (Mons. Fanelli)

 Carissimi,

le dimensioni su cui è possibile ritrovare la gioia del progetto che Dio ha messo nel nostro cuore passano attraverso il digiuno, la preghiera e l’elemosina, quali condizioni ed espressioni della nostra conversione.

“La via della povertà e della privazione (il digiuno), lo sguardo e i gesti d’amore per l’uomo ferito (l’elemosina) e il dialogo filiale con il Padre (la preghiera) ci permettono di incarnare una fede sincera, una speranza viva e una carità operosa”.  (Papa Francesco)

            La Caritas Diocesana, facendo tesoro dell’invito del Papa e della sollecitazione del nostro Vescovo, attraverso la raccolta della “Quaresima di Carità”, intende proporre un gesto concreto di solidarietà, per sperimentare la gioia della carità con un gesto di condivisione per abbattere i muri dell’indifferenza, per superare pregiudizi e testimoniare l’amore concreto di Gesù per l’altro.

Durante tutta la Quaresima, in particolare DOMENICA 28 marzo 2021, invitiamo tutte le parrocchie ed associazioni a sostenere il Progetto: “Con San Giustino per l’Eritrea

Dall’inizio di aprile 2020 in Eritrea è in vigore un lockdown per contenere la diffusione della pandemia di Coronavirus. Un colpo mortale per l’economia già da tempo in condizioni di grave deterioramento. L’Eritrea è infatti uno dei paesi del Corno d’Africa in cui persiste una crisi economica e alimentare prolungata a causa di molteplici fattori. Poiché l’impatto della pandemia di Covid-19 ha ulteriormente limitato la disponibilità e l’accessibilità economica al cibo, centinaia di migliaia di persone hanno necessità di assistenza.

D’intesa con il Vescovo abbiamo pensato di dedicare ai poveri di quella terra, che ha visto San Giustino de Jacobis operare e morire tra loro, il nostro aiuto e la nostra solidarietà in questo periodo quaresimale.

L’amore che ha legato il nostro San Giustino de Jacobis all’Eritrea oggi ci viene ricambiato dalla presenza e dal dono di due sacerdoti vincenziani eritrei presenti nella nostra Dioces (Padre Keflémariam e Padre Yohannes).

Caritas Italiana e Caritas Eritrea condividono da anni progetti finalizzati a contribuire al miglioramento dei mezzi di sussistenza delle persone che convivono con l’HIV / AIDS e degli anziani vulnerabili.

Inoltre con la raccolta si intende sostenere altre attività, oltre all’assistenza alimentare fornita alle categorie più vulnerabili, con interventi per rafforzare le autonome capacità di reddito di comunità rurali impoverite ma in grado di lavorare. Ciò tramite la fornitura di sementi adeguate ai suoli particolarmente aridi, attrezzi agricoli, sussidi in denaro in cambio di lavoro per la realizzazione di opere per la tutela del suolo, la fornitura e la conservazione dell’acqua, la fornitura di capi di bestiame.

E’ nostro desiderio sostenere anche l’iniziativa portata avanti da Caritas Italiana, quale la cura di persone con sindrome di down e affette da autismo per le quali da alcuni anni sono stati attivati percorsi di sostegno psicosociale alle famiglie e agli insegnanti tramite workshop e la fornitura di materiali per l’igiene.

Gli interventi progettuali saranno realizzati dalle Caritas locali e verranno monitorati da Caritas Italiana che provvederà a finanziare i progetti sopraelencati secondo quanto riusciremo a raccogliere durante la Quaresima.

L’invito pertanto che vi rivolgiamo é di essere particolarmente generosi e di porre in essere ogni possibile forma di sensibilizzazione delle vostre comunità ed associazioni affinché si possa raggiungere il massimo obiettivo per questi nostri fratelli.

Papa Francesco nella “Fratelli Tutti” afferma, «non dico più che ho dei “prossimi” da aiutare, ma che mi sento chiamato a diventare io un prossimo degli altri».

Certi della vostra generosità, vi invitiamo a versare quanto raccolto: direttamente alla Caritas Diocesana (Centro Caritas Hospitalis, Via Vittorio Emanuele Melfi; oppure sul conto corrente bancario 403566 –  BANCA CREDITO COOPERATIVO DI GAUDIANO E LAVELLO

 IBAN: IT 39 O 08554 42100 000000 403566 Ag. Melfi, intestato a “Caritas Diocesana Melfi Rapolla Venosa, causale: “Quaresima 2021 – “Con San Giustino per l’Eritrea”.

Un caro abbraccio e santa Quaresima.

Il Direttore Caritas
Dott. Giuseppe GRIECO

 

VITE INTRECCIATE

XXIX GIORNATA DI PREGHIERA E DIGIUNO IN MEMORIA DEI MISSIONARI MARTIRI

Il 24 Marzo 2021 celebriamo la ventinovesima Giornata dei missionari martiri.          Nella stessa data, 41 anni fa, Mons. Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, veniva assassinato durante la celebrazione della messa, punito per le sue denunce contro i soprusi e le violenze della dittatura militare del Paese.
Ogni anno, nel mondo centinaia di uomini e donne rimangono fedeli al messaggio evangelico di pace e di giustizia fino all’ultimo istante di vita; sono loro i protagonisti della celebrazione di cui Missio Giovani ogni anno si fa promotrice. Di fronte al loro sacrificio una grande certezza ci raggiunge: ciò che accomuna Mons. Romero ai martiri e a tutti i missionari è una scelta, un “Eccomi, manda me” rivolto al Padre del quale tutta la Chiesa si fa testimone.
Il sacrificio dei martiri è il segno tangibile che la propagazione della fede non è una crociata ma un abbraccio di culture, popoli e religioni, la totale disponibilità di sè verso l’ascolto e lo scambio reciproco, il soccorso verso chi è nel bisogno. Quando in queste dinamiche subentra l’odio, ecco che il martire fa la sua comparsa nella storia.
Se scrutiamo le vite dei missionari spesso non troviamo imprese eroiche ma scopriamo gesti di speranza vissuti nella quotidianità ordinaria con parole che consolano il cuore e una vicinanza che sostiene. I missionari martiri sono quella luce sempre accesa che spinge la comunità cristiana a rivolgere lo sguardo verso l’insegnamento di Gesù. Nella sua vita terrena, infatti,  il Figlio di Dio ha incarnato una vita priva di mezze misure: nel suo messaggio troviamo una scelta netta e fondamentale che ci spinge ad andare incontro ai poveri e ai sofferenti. Vivere la fede oggi come ieri ci spinge a fare una scelta di coerenza cioè fare della fraternità il senso di tutta la nostra esistenza.
La testimonianza di coloro che hanno consacrato la propria vita al Vangelo, di essere disposti a perderla pur di non tradirla, giunge fino a noi,  parla di una fedeltà a Dio sempre corrisposta ad un amore, capace di sconfiggere le tenebre, di attraversare la morte e far risuonare i loro nomi e le loro storie fino ai nostri giorni.
Mi preme sottolineare un aspetto: l’offerta dei Santi Martiri per la maggior parte dei casi non si è compiuta in gesti eroici o eclatanti, ma è fiorita nella trama della consuetudine dei loro gesti abituali, nella scontata quotidianità, in quella quotidianità fatta di gesti sempre uguali che si ripetono nei quali però esiste l’amore . Parafrasando una frase di Papa Francesco “loro sono i martiri della porta a fianco”, percepiamo la vicinanza e l’intreccio delle loro vite alle nostre. Dalle loro vite si evince un esempio di prossimità verso l’altro che interpella oggi le nostre vite ormai assopite ed arrese molte volte alle tante forme di ingiustizie dove il povero ci lascia indifferente. Allora la vita di questi nostri fratelli che per amore di Cristo hanno saputo osare ci interpella  e, allo stesso tempo, ci dà coraggio.
Tante le storie presentate dal centro missionario nazionale che potete trovare sul sito insieme al  materiale per l’animazione. Vi allego il link
https://missioni.chiesacattolica.it/
Inoltre vi chiedo di tenere in questi giorni un cero acceso ai piedi dell’altare, fino a domenica, in ricordo dei missionari martiri, spiegando alla comunità il gesto.
Oltre a San Giustino De Jacobis missionario in Etiopa morto per amore di Cristo e del popolo etiope, vi presento un’altra figura della nostra terra : Padre Michele  D’Annucci martire missionario.
La sua vita intrecciata a quella dei suoi parrocchiani in tanti anni di missione in sud Africa; vita intrecciata a quelle di tanti fratelli e sorelle di altre religioni che lo hanno conosciuto; vita intrecciata a quella dei suoi uccisori.
Padre Michele nasce ad Atella il 17 settembre 1941. Entra in seminario all’età di soli 12 anni a Cadellara (VR) e, dopo il noviziato a Grottaferrata, emise la sua prima professione il 25 settembre 1961 e la professione perpetua il 25 settembre 1964.
Partì per il sud Africa, paese che amò forse più della sua stessa patria, concluse la sua formazione ed il 22 giugno 1969 viene ordinato sacerdote.
Per motivi di studio, tra il 1976 e il 1977, ha vissuto in Kenya, poi ha vissuto  per 34 anni in sud Africa. Appartenente all’odine dei missionari stimmatini, conciliò la sua vita spirituale nel rapporto con i confratelli e verso quei fratelli e quelle sorelle che tanto amava.
Parroco, fece scuole e si impegnò nella crescita culturale di quelle persone comprendendo forse che solo la cultura  ti fa uscire dalla povertà.
Si dedicò ai giovani attraverso movimenti cristiani, giovani candidati alla vita stimmatina. Insomma una vita vissuta a 360 gradi, totalmente donata per l’annuncio della buona novella in una terra lontana e dai tratti a volte ostile come apprendiamo dalla sua morte.
Nel giorno dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre del 2001, venne ammazzato freddamente per strada , sparato alla testa, al cuore, allo stomaco e alle gambe. Volevano certezza della sua morte così  che non potesse più camminare per pensare e amare. Forse troppo scomoda la sua presenza ed il suo lavoro ma il sangue sparso dei martiri è germe di vita e santità.

Don Michele Del Cogliano
Direttore Ufficio Missionario

8° anniversario dell’elezione di Papa Francesco

13 marzo 2013 - 2021

La Chiesa di Melfi-Rapolla-Venosa prega per il Santo Padre, Papa Francesco: “Signore Gesù, Pastore eterno di tutti i fedeli, tu che hai costruito la tua Chiesa sulla roccia di Pietro, assisti sempre Papa Francesco perché sia, secondo il tuo progetto, il segno vivente e visibile, e il promotore instancabile dell’unità della tua Chiesa nella verità e nell’amore. Continui ad annunciare al mondo con apostolico coraggio il tuo Vangelo.”