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Sovvenire – INCONTRO REGIONALE della BASILICATA

25 e 26 ottobre 2024- Hotel “La Primula” Potenza

INCONTRO REGIONALE della BASILICATA sul Sovvenire

 

“Corresponsabilità – Partecipazione – Comunione Il sostegno economico alla Chiesa cattolica” è il titolo dell’incontro regionale del Sovvenire che si terrà il 25 e 26 ottobre 2024, presso l’hotel “La Primula” di Potenza. La due giorni coinvolgerà referenti diocesani, economi e responsabili del Sovvenire provenienti da tutta la regione, con l’obiettivo di rafforzare l’impegno a servizio delle comunità locali e del bene comune.

L’evento, che si aprirà con il saluto di S.E.R. Mons. Vincenzo Orofino, vescovo di Tursi-Lagonegro e Delegato del Sovvenire per la Basilicata, offrirà un momento di riflessione sulla gestione delle risorse economiche e spirituali della Chiesa. A seguire, prenderanno la parola figure di rilievo nazionale, come S.E.R. Mons. Luigi Testore, Presidente dell’International Catholic Stewardship Council (ICSC), e Don Claudio Francesconi, Economo della C.E.I., che illustreranno l’importanza di una gestione oculata e responsabile dei beni ecclesiali.

La giornata si concluderà con un dibattito aperto tra i Presidenti degli IDSC (Istituti Diocesani per il Sostentamento del Clero) e gli incaricati del Sovvenire, offrendo un momento di dialogo e confronto sulle migliori pratiche per la promozione del sostegno economico alle diocesi locali.

Letizia Franchellucci, infine, presenterà i “Progetti nel Territorio”.

Il programma della seconda giornata prevede, invece, incontri di settore e la celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Potenza, S.E.R. Mons. Davide Carbonaro.

“Il Sovvenire – ha dichiarato Don Mimmo Lorusso, referente regionale del Sovvenire – non è solo un mezzo per sostenere economicamente la nostra Chiesa, ma rappresenta un ponte di solidarietà tra i fedeli e la loro comunità. Contribuire significa partecipare attivamente alla vita ecclesiale e alla cura dei più bisognosi. In questi giorni di riflessione e condivisione, ci poniamo l’obiettivo di rafforzare questo legame, promuovendo una cultura del dono che non si limita al solo aspetto materiale, ma si estende al servizio e all’amore verso il prossimo”.

“La Chiesa – ha detto Monsignor Orofino – è una grande famiglia, e come tale, ognuno di noi ha il dovere e la responsabilità di contribuire al suo benessere. Questo incontro è un’occasione preziosa per rinnovare il nostro impegno e per condividere idee e strategie che ci permettano di essere sempre più vicini alle persone, specialmente a quelle più fragili e in difficoltà. La nostra missione è di continuare a costruire una Chiesa accogliente, sostenuta dalla fede e dalla generosità dei suoi membri”.

PREOCCUPATI E VIGILI PER LE SORTI DELLO STABILIMENTO AUTOMOTIVE DI S. NICOLA DI MELFI

COMUNICATO - Melfi 18 ottobre 2024

 

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI – RAPOLLA – VENOSA

 

COMUNICATO

 

PREOCCUPATI E VIGILI

PER LE SORTI DELLO STABILIMENTO AUTOMOTIVE

DI S. NICOLA DI MELFI

 

  1. Siamo ancora una volta preoccupati e vigili per le sorti dello stabilimento automotive di S. Nicola di Melfi. Ma siamo anche animati dal convincimento che si possano trovare vie per attuare un vero rilancio dell’automotive e della manifattura nei nostri siti produttivi a potenziamento di quella grande carica di operosità e di intraprendenza delle nostre genti.
    Come comunità ecclesiale siamo vicini e partecipiamo alle ansie ed alla speranza delle lavoratrici e dei lavoratori e delle loro famiglie nell’impegno per  ritrovare le giuste conferme del programmato rilancio produttivo della grande fabbrica di Melfi.

 

  1. I dati e le informazioni recenti non sono confortanti. Ma auspichiamo che si ponga ogni impegno per costruire le basi di una vera svolta produttiva. Come emerge da reports accreditati si registra un sostanziale arretramento sul piano occupazionale, con non poche preoccupazioni anche sull’avvio dei nuovi cinque modelli di cui l’Azienda Stellantis continua a dare conferma.
    I recenti incontri dei tavoli regionali e ministeriali dimostrano che la “strategicità” dello stabilimento di Melfi deve trovare uno sbocco decisivo in scelte programmate, cadenzate e di grande respiro ad opera dei diversi soggetti che compartecipano alla definizione ed attuazione delle politiche del settore auto.

 

  1. Le sfide devono essere caratterizzate da un grande ardimento e riguardano tutte le parti coinvolte. E’ necessario che ciascun soggetto metta in campo il massimo delle capacità e di esercizio delle proprie competenze, mobilitando risorse ed investendo di più, come sta emergendo negli incontri regionali con le forze sociali e produttive.
    E’ tempo di essere operosi e di agire di concerto, senza tregua, modificando e temperando, se occorre, il tracciato europeo della transazione all’elettrico, adeguandolo alle necessita produttive ed occupazionali nazionali e di rilievo locale. E’ evidente che occorre uno sforzo creativo di grande ed elevata sintesi progettuale.

 

  1. Siamo consapevoli che la crisi del settore è complessa e va approcciata in maniera sistematica. Sono necessari accordi e visioni coraggiose ed innovative a partire da alcuni temi e scelte fondamentali: la localizzazione delle produzioni, la riduzione del costo dell’energia e quello degli ammortizzatori sociali ed il rafforzamento dell’offerta e della riconversione industriale. Senza di essi è da temere un declino delle produzioni e dell’occupazione, rilevante per i nostri territori e per le nostre economie. Per questo l’attesa è grande.

 

  1. Non v’è dubbio che debba crescere la conoscenza e la capacita di intervento della comunità locale e delle rappresentanze istituzionali e sociali nell’essere protagonisti e compartecipi di quel processo dinamico, dalle alterne fasi, che sta vivendo l’automotive, anche elaborando più affinate ed incisive politiche del lavoro e della formazione, così da ricostituire rafforzando il tessuto socio-economico in vista di una auspicabile necessaria, se pur parziale, riconversione produttiva, per sostenere ed incentivare coloro che cercano o intendono, come più spesso accade oggi, cambiare lavoro.
    Anche in questa circostanza la Chiesa locale esprime piena e totale vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori e alle loro famiglie e a quanti si impegnano per il bene comune del nostro territorio, con un unico grande auspicio: FACCIAMO PRESTO!

Melfi, 18 ottobre 2024

+ Ciro Fanelli

Vescovo


XCVIII GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2024

20 Ottobre 2024

Domenica 20 ottobre si terrà il consueto appuntamento con la Giornata Missionaria Mondiale, occasione di preghiera, di sensibilizzazione e di raccolta fondi (colletta imperata ndr), supportata dal materiale messo a disposizione sul sito Missioitalia.it . In allegato il testo del Messaggio del Santo Padre Francesco per la XCVIII Giornata missionaria Mondiale

 

 

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA XCVIII GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2024

20 ottobre 2024

Andate e invitate al banchetto tutti (cfr Mt 22,9)

 

Cari fratelli e sorelle!

Per la Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno ho tratto il tema dalla parabola evangelica del banchetto nuziale (cfr Mt 22,1-14). Dopo che gli invitati hanno rifiutato l’invito, il re, protagonista del racconto, dice ai suoi servi: «Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze» (v. 9). Riflettendo su questa parola-chiave, nel contesto della parabola e della vita di Gesù, possiamo mettere in luce alcuni aspetti importanti dell’evangelizzazione. Essi si rivelano particolarmente attuali per tutti noi, discepoli-missionari di Cristo, in questa fase finale del percorso sinodale che, in conformità al motto “Comunione, partecipazione, missione”, dovrà rilanciare la Chiesa verso il suo impegno prioritario, cioè l’annuncio del Vangelo nel mondo contemporaneo.

1. “Andate e invitate!”. La missione come instancabile andare e invitare alla festa del Signore

All’inizio del comando del re ai suoi servi, ci sono i due verbi che esprimono il nucleo della missione: “andate” e “chiamate” nel senso di “invitate”.

Riguardo al primo, va ricordato che in precedenza i servi erano stati già inviati a trasmettere il messaggio del re agli invitati (cfr vv. 3-4). Questo ci dice che la missione è un andare instancabile verso tutta l’umanità per invitarla all’incontro e alla comunione con Dio. Instancabile! Dio, grande nell’amore e ricco di misericordia, è sempre in uscita verso ogni uomo per chiamarlo alla felicità del suo Regno, malgrado l’indifferenza o il rifiuto. Così Gesù Cristo, buon pastore e inviato del Padre, andava in cerca delle pecore perdute del popolo d’Israele e desiderava andare oltre per raggiungere anche le pecore più lontane (cfr Gv 10,16). Egli ha detto ai discepoli: “Andate!”, sia prima sia dopo la sua risurrezione, coinvolgendoli nella sua stessa missione (cfr Lc 10,3; Mc 16,15). Per questo, la Chiesa continuerà ad andare oltre ogni confine, ad uscire ancora e ancora senza stancarsi o perdersi d’animo di fronte a difficoltà e ostacoli, per compiere fedelmente la missione ricevuta dal Signore.

Colgo l’occasione per ringraziare i missionari e le missionarie che, rispondendo alla chiamata di Cristo, hanno lasciato tutto per andare lontano dalla loro patria e portare la Buona Notizia là dove la gente ancora non l’ha ricevuta o l’ha accolta da poco. Carissimi, la vostra generosa dedizione è l’espressione tangibile dell’impegno della missione ad gentes che Gesù ha affidato ai suoi discepoli: «Andate e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28,19). Continuiamo perciò a pregare e ringraziare Dio per le nuove e numerose vocazioni missionarie per l’opera di evangelizzazione sino ai confini della terra.

E non dimentichiamo che ogni cristiano è chiamato a prendere parte a questa missione universale con la propria testimonianza evangelica in ogni ambiente, così che tutta la Chiesa esca continuamente con il suo Signore e Maestro verso i “crocicchi delle strade” del mondo di oggi. Sì, «oggi il dramma della Chiesa è che Gesù continua a bussare alla porta, ma dal di dentro, perché lo lasciamo uscire! Tante volte si finisce per essere una Chiesa […] che non lascia uscire il Signore, che lo tiene come “cosa propria”, mentre il Signore è venuto per la missione e ci vuole missionari» (Discorso ai partecipanti al convegno promosso dal Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, 18 febbraio 2023). Che tutti noi, battezzati, ci disponiamo ad andare di nuovo, ognuno secondo la propria condizione di vita, per avviare un nuovo movimento missionario, come agli albori del cristianesimo!

Tornando al comando del re ai servi nella parabola, l’andare va insieme con il chiamare o, più precisamente, l’invitare: «Venite alle nozze!» (Mt 22,4). Ciò lascia intravedere un altro aspetto non meno importante della missione affidata da Dio. Come si può immaginare, quei servi-messaggeri trasmettevano l’invito del sovrano con urgenza ma anche con grande rispetto e gentilezza. Allo stesso modo, la missione di portare il Vangelo ad ogni creatura deve avere necessariamente lo stesso stile di Colui che si annuncia. Nel proclamare al mondo «la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 36), i discepoli-missionari lo fanno con gioia, magnanimità, benevolenza, frutto dello Spirito Santo in loro (cfr Gal 5,22); senza forzatura, coercizione, proselitismo; sempre con vicinanza, compassione e tenerezza, che riflettono il modo di essere e di agire di Dio.

2. Al banchetto. La prospettiva escatologica ed eucaristica della missione di Cristo e della Chiesa

Nella parabola, il re chiede ai servi di portare l’invito al banchetto per le nozze di suo figlio. Tale banchetto riflette quello escatologico, è immagine della salvezza finale nel Regno di Dio, realizzata fin d’ora con la venuta di Gesù, il Messia e Figlio di Dio, che ci ha donato la vita in abbondanza (cfr Gv 10,10), simboleggiata dalla mensa imbandita «di cibi succulenti, di vini raffinati», quando Dio «eliminerà la morte per sempre» (Is 25,6-8).

La missione di Cristo è quella della pienezza dei tempi, come Egli ha dichiarato all’inizio della sua predicazione: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino» (Mc 1,15). Così, i discepoli di Cristo sono chiamati a continuare questa stessa missione del loro Maestro e Signore. Ricordiamo in proposito l’insegnamento del Concilio Vaticano II sul carattere escatologico dell’impegno missionario della Chiesa: «Il periodo dell’attività missionaria si colloca tra la prima e la seconda venuta di Cristo […]. Prima appunto della venuta del Signore, il Vangelo deve essere annunziato a tutte le nazioni» (Decr. Ad gentes, 9).

Sappiamo che lo zelo missionario nei primi cristiani aveva una forte dimensione escatologica. Sentivano l’urgenza dell’annuncio del Vangelo. Anche oggi è importante tener presente tale prospettiva, perché essa ci aiuta ad evangelizzare con la gioia di chi sa che «il Signore è vicino» e con la speranza di chi è proteso alla meta, quando saremo tutti con Cristo al suo banchetto nuziale nel Regno di Dio. Mentre dunque il mondo propone i vari “banchetti” del consumismo, del benessere egoistico, dell’accumulo, dell’individualismo, il Vangelo chiama tutti al banchetto divino dove regnano la gioia, la condivisione, la giustizia, la fraternità, nella comunione con Dio e con gli altri.

Questa pienezza di vita, dono di Cristo, è anticipata già ora nel banchetto dell’Eucaristia, che la Chiesa celebra su mandato del Signore in memoria di Lui. E così l’invito al banchetto escatologico che portiamo a tutti nella missione evangelizzatrice è intrinsecamente legato all’invito alla mensa eucaristica, dove il Signore ci nutre con la sua Parola e con il suo Corpo e il suo Sangue. Come ha insegnato Benedetto XVI, «in ogni Celebrazione eucaristica si realizza sacramentalmente il radunarsi escatologico del Popolo di Dio. Il banchetto eucaristico è per noi reale anticipazione del banchetto finale, preannunziato dai Profeti (cfr Is 25,6-9) e descritto nel Nuovo Testamento come “le nozze dell’Agnello” (Ap 19,7.9), da celebrarsi nella gioia della comunione dei santi» (Esort. ap. postsin. Sacramentum Caritatis, 31).

Perciò, siamo tutti chiamati a vivere più intensamente ogni Eucaristia in tutte le sue dimensioni, particolarmente in quella escatologica e missionaria. Ribadisco, a tale  proposito, che «non possiamo accostarci alla Mensa eucaristica senza lasciarci trascinare nel movimento della missione che, prendendo avvio dal Cuore stesso di Dio, mira a raggiungere tutti gli uomini» (ivi, 84). Il rinnovamento eucaristico, che molte Chiese locali stanno lodevolmente promuovendo nel periodo post-Covid, sarà anche fondamentale per risvegliare lo spirito missionario in ogni fedele. Con quanta più fede e slancio del cuore, in ogni Messa, dovremmo pronunciare l’acclamazione: «Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta»!

In questa prospettiva, nell’anno dedicato alla preghiera in preparazione al Giubileo del 2025, desidero invitare tutti a intensificare anche e soprattutto la partecipazione alla Messa e la preghiera per la missione evangelizzatrice della Chiesa. Essa, obbediente alla parola del Salvatore, non cessa di innalzare a Dio in ogni celebrazione eucaristica e liturgica l’orazione del Padre nostro con l’invocazione «Venga il Tuo regno». E così la preghiera quotidiana e particolarmente l’Eucaristia fanno di noi dei pellegrini-missionari della speranza, in cammino verso la vita senza fine in Dio, verso il banchetto nuziale preparato da Dio per tutti i suoi figli.

3. “Tutti”. La missione universale dei discepoli di Cristo e la Chiesa tutta sinodale-missionaria

La terza e ultima riflessione riguarda i destinatari dell’invito del re: «tutti». Come ho sottolineato, «questo è al cuore della missione: quel “tutti”. Senza escludere nessuno. Tutti. Ogni nostra missione, quindi, nasce dal Cuore di Cristo per lasciare che Egli attiri tutti a sé» (Discorso ai partecipanti all’Assemblea generale delle Pontificie Opere Missionarie, 3 giugno 2023). Ancora oggi, in un mondo lacerato da divisioni e conflitti, il Vangelo di Cristo è la voce mite e forte che chiama gli uomini a incontrarsi, a riconoscersi fratelli e a gioire dell’armonia tra le diversità. Dio vuole che «tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità» (1 Tm 2,4). Perciò, non dimentichiamo mai, nelle nostre attività missionarie, che siamo inviati ad annunciare il Vangelo a tutti, e «non come chi impone un nuovo obbligo, bensì come chi condivide una gioia, segnala un orizzonte bello, offre un banchetto desiderabile» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 14).

I discepoli-missionari di Cristo hanno sempre nel cuore la preoccupazione per tutte le persone di ogni condizione sociale o anche morale. La parabola del banchetto ci dice che, seguendo la raccomandazione del re, i servi radunarono «tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni» (Mt 22,10). Inoltre, proprio «i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi» (Lc 14,21), vale a dire gli ultimi ed emarginati della società, sono gli invitati speciali del re. Così, il banchetto nuziale del Figlio che Dio ha preparato rimane per sempre aperto a tutti, perché grande e incondizionato è il suo amore per ognuno di noi. «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16). Chiunque, ogni uomo e ogni donna è destinatario dell’invito di Dio a partecipare alla sua grazia che trasforma e salva. Bisogna solo dire “sì” a questo dono divino gratuito, accogliendolo e lasciandosi trasformare da esso, rivestendosene come di una “veste nuziale” (cfr Mt 22,12).

La missione per tutti richiede l’impegno di tutti. Occorre perciò continuare il cammino verso una Chiesa tutta sinodale-missionaria a servizio del Vangelo. La sinodalità è di per sé missionaria e, viceversa, la missione è sempre sinodale. Pertanto, una stretta cooperazione missionaria risulta oggi ancora più urgente e necessaria nella Chiesa universale come pure nelle Chiese particolari. Sulla scia del Concilio Vaticano II e dei miei Predecessori, raccomando a tutte le diocesi del mondo il servizio delle Pontificie Opere Missionarie, che costituiscono i mezzi primari «sia per infondere nei cattolici, fin dalla più tenera età, uno spirito veramente universale e missionario, sia per favorire una adeguata raccolta di sussidi a vantaggio di tutte le missioni e secondo le necessità di ciascuna» (Decr. Ad gentes, 38). Per questo, le collette della Giornata Missionaria Mondiale in tutte le Chiese locali sono interamente destinate al Fondo universale di solidarietà che la Pontificia Opera della Propagazione della Fede poi distribuisce, a nome del Papa, per le necessità di tutte le missioni della Chiesa. Preghiamo il Signore che ci guidi e ci aiuti ad essere Chiesa più sinodale e più missionaria (cfr Omelia nella Messa conclusiva dell’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, 29 ottobre 2023).

Rivolgiamo infine lo sguardo a Maria, che ottenne da Gesù il primo miracolo proprio ad una festa di nozze, a Cana di Galilea (cfr Gv 2,1-12). Il Signore offrì agli sposi e a tutti gli invitati l’abbondanza del vino nuovo, segno anticipato del banchetto nuziale che Dio prepara per tutti alla fine dei tempi. Chiediamo ancora oggi la sua materna intercessione per la missione evangelizzatrice dei discepoli di Cristo. Con la gioia e la premura della nostra Madre, con la forza della tenerezza e dell’affetto (cfr Evangelii gaudium, 288), andiamo e portiamo a tutti l’invito del Re Salvatore. Santa Maria, Stella dell’evangelizzazione, prega per noi!

Roma, San Giovanni in Laterano, 25 gennaio 2024, festa della conversione di San Paolo.

 

FRANCESCO

Giornata Missionaria- Messaggio del Santo Padre


COMUNICATO PER QUESTIONE PP. TRINITARI – VENOSA

Curia Vescovile Melfi

LA DIOCESI DI MELFI-RAPOLLA-VENOSA, LETTO L ARTICOLO PUBBLICATO NELLA CRONACA GIUDIZIARIA DAL QUOTIDIANO DEL SUD DELL’ 11/10 ULTIMO SCORSO, RELATIVO ALL’ARCHIVIAZIONE DEL PROCEDIMENTO CONTRO I NOVE IMPUTATI DELL’ISTITUTO PADRI TRINITARI DI VENOSA, ESPRIME AI MEDESIMI PP. TRINITARI, AL PERSONALE INQUISITO, ALLE LORO FAMIGLIE E ALLA COMUNITA’ VENOSINA IL PLAUSO PER LA FELICE DECISIONE EMANATA DAL TRIBUNALE DI POTENZA CHE PONE FINE AL COINVOLGIMENTO LORO ASCRITTO.

NELLA SENTENZA DELLA MAGISTRATURA, DI IMMINENTE PUBBLICAZIONE, SI CONONOSCERANNO LE RAGIONI GIURIDICHE CHE HANNO FONDATO IL PROVVEDIMENTO ADOTTATO E CHE ESCLUDE DA OGNI RESPONSABILITA’ CIVILE O PENALE LE FIGURE INTERESSATE.

RIAPERTURA AL CULTO DELLE CHIESE SS. MA ANNUNAZIATA E DEL CARMINE IN LAVELLO

COMUNICATO - 12 ottobre 2024

Nel corso della Visita Pastorale che interessa le Comunità parrocchiali di Lavello, il Vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa, S.E. Mons. Ciro Fanelli, con nobile e sobrio rito liturgico, in mattinata, ha riaperto al culto le antiche chiese della SS. ma Annunziata e quella del Carmine poste entrambe nel cuore del centro storico di Lavello, dopo un apprezzato restauro finanziato dalla Regione Basilicata, attesa la somma urgenza invocata dalla Diocesi per la tutela e conservazione dei sacri edifici, ricadenti sotto la giurisdizione canonica della Parrocchia S. Mauro.
Con questo evento il Vescovo ha voluto sottolineare l’importanza spirituale, ecclesiale e culturale degli edifici sacri restaurati, preludio e segno di rinnovamento dei fedeli cristiani i quali, secondo le parole petrine, costituiscono le pietre vive che fondano il vero tempio in cui rendere culto a Dio.
Dopo il rito iniziale svolto nella Chiesa Madre, il Vescovo, accompagnato dai fedeli presenti, si è portato presso la Chiesa dell’Annunziata aspergendola ed aprendone le porte; successivamente è stata aperta e benedetta la Chiesa del Carmine. La preghiera e i canti hanno accompagnato le aperture al culto. Infine, una esortazione del Vescovo ha concluso il rito.
Al lieto evento erano presenti oltre il parroco, i membri della Curia, gli Uffici diocesani preposti, la Comunità parrocchiale ed altri esponenti della vita culturale e civile di Lavello. Nel corso della manifestazione il Vescovo ha ringraziato e lodato le istituzioni pubbliche e quanti sono stati a vario titolo attori del restauro per il loro prezioso contributo.

Azione Cattolica dei Ragazzi: la Festa del Ciao

Domenica 27 ottobre 2024 ore 9.30 - Rapolla, Parrocchia San Michele Arcangelo

Azione Cattolica dei Ragazzi, Festa del Ciao, domenica 27 ottobre 2024 dalle 9.30 alle 16, presso la parrocchia S. Michele arcangelo in Rapolla.

Domenica 27 ottobre dalle ore 9.30 alle ore 16.00 tutti i ragazzi di Azione Cattolica si raduneranno per vivere assieme, presso la Parrocchia San Michele arcangelo di Rapolla, la Festa del ciao diocesana.

La Festa del ciao è il momento in cui i ragazzi, dopo aver vissuto il Tempo Estate Eccezionale, si ritrovano per riprendere insieme il cammino associativo attraverso momenti di formazione, gioco e preghiera basati sul tema che l’Azione Cattolica ha pensato per il nuovo anno associativo, identificato dal motto È la tua parte!
Scopriremo così che l’ambientazione del cammino di quest’anno è quella del cinema, in cui ognuno può riscoprirsi come l’attore protagonista della propria vita, affiancato e guidato da un Regista speciale.

Attraverso questa ambientazione i ragazzi rifletteranno – guidati dall’icona biblica di Lc 5,1-11 – sulla chiamata che viene rivolta ai primi discepoli e ad ognuno di noi, quella a seguire Gesù e a fidarci di Lui. Attraverso la domanda di vita Credi in me? i ragazzi possono comprendersi come unici e amati da un Amore infinito, quello che rende nuove tutte le cose. Per l’Azione Cattolica questo è, infatti, l’anno della novità, in cui riscoprire l’originalità dell’essere cristiani che si sviluppa a partire da un incontro autentico con il Signore che fonda la vita di fede di ognuno poiché è Gesù stesso che invita tutti dicendo “Prendi il largo e gettate le reti per pescare” (Lc 5,4).

Di seguito il programma dell’incontro:
9.30: Arrivo e accoglienza
10:00: Attività introduttiva sul tema dell’anno
11:00: Santa Messa
12:30: Pranzo a sacco
13:30: Gioco a stand
15:30: Conclusione e saluti
16:00: Partenze

S. E. MONS. ROBERTO REPOLE ELEVATO ALLA DIGNITà CARDINALIZIA

La Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa e la Comunità di Rapone, si rallegrano per la scelta di Papa Francesco di elevare S.E. Mons. Roberto Repole, Arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa, alla dignità cardinalizia.

La nostra Diocesi porge al novello Cardinale le più sincere congratulazioni per la prestigiosa nomina.
Siamo gioiosamente convinti che Papa Francesco ha fatto una scelta illuminata, riconoscendo l’operato dell’Arcivescovo Repole, avendo individuato  in lui doti umane, pastorali e teologiche. Interpretando il pensiero e i sentimenti di tutta la nostra Chiesa diocesana e in particolare della comunità di Rapone, che custodisce le radici familiari del neo cardinale, esprimiamo l’orgoglio per questa nomina che premia un uomo di Chiesa di alto profilo teologico e pastorale.

La Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa si rallegra con lui e gli augura di proseguire la sua missione in piena comunione con il Santo Padre e per la crescita della comunione ecclesiale.

 

 

L’appello del Papa per il 6 e il 7 ottobre: le Chiese in Italia si uniscono alla preghiera per la pace

Durante la Messa di apertura dell’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, Papa Francesco ha annunciato un doppio appuntamento di preghiera per la pace: “per invocare dall’intercessione di Maria Santissima il dono della pace, domenica prossima mi recherò nella Basilica di Santa Maria Maggiore dove reciterò il santo Rosario e rivolgerò alla Vergine un’accorata supplica; se possibile, chiedo anche a voi, membri del Sinodo, di unirvi a me in quell’occasione. E, il giorno dopo, 7 ottobre, chiedo a tutti di vivere una giornata di preghiera e di digiuno per la pace nel mondo”.

La Presidenza della CEI, raccogliendo l’appello del Papa, invita le comunità ad unirsi alla preghiera del Rosario di domenica 6 ottobre e a vivere la giornata di preghiera e di digiuno del 7 ottobre. “Ogni giorno aumentano i pezzi di questa guerra mondiale che si abbatte su diversi popoli e numerosi luoghi, spesso dimenticati. Non dobbiamo stancarci di chiedere che tacciano le armi, di pregare perché l’odio faccia spazio all’amore, la discordia all’unione. È tempo di fermare la follia della guerra: ognuno è chiamato a fare la propria parte, ognuno sia artigiano di pace”, afferma il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI.

L’Ufficio Liturgico Nazionale ha preparato dei materiali per l’animazione dei due momenti: alcune intenzioni di preghiera (per il 6 e il 7) e un sussidio per la recita del Santo Rosario (per il 7).
Le comunità ecclesiali si ritroveranno per invocare il dono della pace, perché “si spengano i fuochi di guerra che sconvolgono popoli e nazioni e si rinnovi in tutti la consapevolezza di una fraternità universale”. Pregheranno per “tutti i popoli oppressi dalla guerra: non perdano la speranza di un futuro di pace e con l’aiuto della diplomazia internazionale vedano sorgere nuove vie di dialogo”. E, infine, chiederanno che i governanti “non cedano alla tentazione della violenza e della sopraffazione, ma perseguano scelte per custodire la pace e far crescere il bene comune”.
Con piena fiducia e filiale abbandono – si legge nel sussidio – volgiamo lo sguardo verso Maria, la Madre del Principe della Pace, perché accolga il nostro anelito di pace”.

 

Fonte CEI Sito ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana


Azione Cattolica: Assemblea diocesana di inizio anno associativo

Domenica 29 settembre 2024 ore 16.30 - Hospitalis Melfi

Assemblea diocesana di inizio anno associativo (Azione Cattolica), domenica 29 settembre alle ore 16.30 presso l’Hospitalis, a Melfi.

Si terrà domenica 29 settembre 2024, alle ore 16.30, presso l’Hospitalis di Melfi l’assemblea diocesana di inizio anno associativo dell’Azione Cattolica.
L’incontro è indirizzato al Consiglio diocesano, ai Presidenti e ai Consigli parrocchiali, agli assistenti diocesani e parrocchiali, a tutti coloro che negli scorsi anni hanno ricoperto ruoli di responsabilità associativa a livello diocesana, nonché a tutti gli aderenti all’Associazione.

Durante l’incontro, grazie alla relazione di Sua Ecc. Rev.ma Mons. Ciro Fanelli Un’AC tra montagna, casa e piazza e attraverso l’intervento dell’assistente unitario ed ACR regionale don Gerardo Cerbasi Un’Altra Speranza, si rifletterà sui temi proposti dagli Orientamenti nazionali per il triennio 2024-2027 “Voi stessi date loro da mangiare” (Mt 14,16) per comprendere come l’AC possa operare nel territorio e come ognuno possa essere Pellegrino di Speranza nei propri luoghi di vita.

Di seguito, il programma dell’incontro:

16.30: Breve momento di preghiera
16.45: Saluti e introduzione a cura della Presidente diocesana
17.00: Un’AC tra montagna, casa e piazza: relazione di Sua Ecc. Rev.ma Mons. Ciro Fanelli
17:30: Un’Altra Speranza: intervento di don Gerardo Cerbasi, assistente unitario e ACR regionale
18:00: Interventi dell’assemblea
18:30: Comunicazioni sugli eventi diocesani da parte dei responsabili di settore e dell’ACR e comunicazioni a cura della segretaria diocesana
18:45: Conclusioni della Presidente diocesana

Matera 5-6 Ottobre

Convegno regionale catechistico

La ministerialità a servizio della Chiesa che genera alla vita cristiana

Carissimi,
in questo articolato tempo di sconquasso pastorale dovuto alla recente esperienza pandemica la Chiesa è chiamata ancora di più a ricercare con decisione un rinnovato assetto missionario. Nell’anno 2023-2024 l’UCN intende dar proseguo alla riflessione avviata sul piano nazionale attraverso Convegni da realizzare a livello regionale. Da un lato vi è il desiderio di ravvivare la rete territoriale e sostenere il coordinamento catechistico presente in ogni regione. Dall’altro di promuovere il confronto ricercando una ricaduta positiva ed una diffusione di tematiche e prassi pastorali orientate a rielaborare l’annuncio per questo tempo con uno sguardo costruttivo rispetto il progetto catechistico italiano.
La Catechesi non è un settore della pastorale ma è una realtà trasversale che attraversa tutta l’attività missionaria della Chiesa. Catechista è chiunque faccia riecheggiare la parola di Dio nei vari ambienti esistenziali, nei passaggi di vita e nelle progressive fasi della maturità cristiana. Questo spiega il coinvolgimento non solo dei “catechisti” dell’iniziazione cristiana ma dei principali soggetti ecclesiali impegnati più direttamente nell’annuncio del Kerygma.
Il Convegno regionale catechistico intende seguire tre principi che ne determinano la scansione e la finalità: riconoscere, interpretare e scegliere. Riconoscere, intende porci all’interno delle questioni in gioco, a partire dai cambiamenti in atto per quanto riguarda l’annuncio e la catechesi. Per questo la prima parte del convegno è una giornata di studio sabato 5 ottobre. Saremo aiutati dalla Dott.ssa Simona Loperte, Don Jourdan Pinhero e don Mario Castellano. Interpretare, ci introduce al tema dei criteri attraverso i quali immaginare la comunicazione del Kerygma, avendo come riferimenti fondamentali la Scrittura e l’ascolto di narrazioni che mettono in evidenza la forza attrattiva dell’annuncio. Questo principio verrà sviluppato nella relazione di Mons. F. G. Brambilla, dalla video narrazione che illustrerà la catechesi in Basilicata e dalla tavola rotonda in cui si confronteranno i responsabili regionali dei principali associazioni e movimenti ecclesiali presenti in regione. Scegliere è il momento dedicato all’elaborazione di alcuni passi orientativi in vista di un annuncio rinnovato e adatto per l’oggi. Il Convegno non deve essere un evento fine a sé stesso ma la tappa iniziale per l’elaborazione di linee regionali per la evangelizzazione e la catechesi di ispirazione catecumenale.
Il tema scelto è «la ministerialità a servizio della Chiesa che genera alla vita cristiana». Nell’ambito del cammino sinodale le Chiese di Basilicata intendono procedere insieme sulla via del rinnovamento missionario che passa dalla valorizzazione dei ministeri istituiti perché tutti i battezzati possano avvertire la vocazione e la responsabilità di generare, far crescere e accompagnare i figli di Dio nella vita cristiana.
In attesa di incontrarvi porgo a ciascuno di voi i miei saluti più affettuosi

Don Pasquale Giordano
Direttore dell’Ufficio Catechistico Regionale