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Prima Festa Missionaria Diocesana

La missione si fa insieme

Sabato 1 Luglio e domenica 2 Luglio presso Piazza Duomo a Melfi si celebra la Prima Festa Missionaria Diocesana per cercare di concretizzare gli ideali missionari che la chiesa propone ai più piccoli.

SEGNI DI SPERANZA COSTRUTTORI DI FUTURO

Il lungo percorso sinodale di ascolto e confronto, proposto dalla Consulta Regionale delle Aggregazioni Laicali, sui temi sociali e culturali della nostra Basilicata, giunge a compimento.

Il cammino sinodale dei fedeli laici delle Diocesi di Basilicata si è principiato lo scorso anno con il lancio dell’ Appello alle donne e agli uomini di Basilicata – Animati dalla Speranza -. Potenza 23 aprile 2022.

Sono stati allestiti oltre 15 tavoli di ascolto, distribuiti sull’intero territorio regionale. Tanti i temi affrontati: dalla cultura al lavoro, dalla cooperazione sociale ai giovani, dalla famiglia alla comunicazione, dall’ambiente alla sanità.

Un percorso, quello della CRAL, fondato su quattro verbi: ascoltare, verificare, restituire e proporre.

Dopo il tempo dell’ascolto (ovvero il lavoro dei tavoli dal 23 aprile 2022 a sabato ultimo scorso), della verifica (incontro di confronto con moderatori dei tavoli), della restituzione (incontro di Assemblea Cral) è giunto il tempo della proposta.

La Consulta Regionale delle Aggregazioni Laicali, facendo tesoro del lavoro di proposta dei moderatori dei tavoli, ha lavorato alla redazione di un documento finale chiamato “Segni di speranza – Costruttori di futuro” che è, appunto, la sintesi di quanto emerso dai tavoli di ascolto e confronto.

Questo importante documento verrà presentato, con la presenza dell’intera Conferenza Episcopale di Basilicata, il 21 giugno p.v. alle ore 17.45 presso il Parco del Seminario a Potenza.

La parola N. 0 Anno 2023

Leggi o scarica il N.0 del periodico diocesano

La parola – N. 0 Anno 2023

“La parola” si presenta rinnovata nella sua veste grafica con una periodicità trimestrale;  il numero zero della versione cartacea è stato presentato il 9 giugno presso il Centro Sociale di Rionero in Vulture durante i lavori del Convegno Diocesano.

Oltre alla veste cartacea, saranno messe a disposizione dei lettori due versioni in formato elettronico: una sfogliabile direttamente dal web e la seconda scaricabile in formato pdf.

Entrambe le versioni in formato elettronico saranno sempre disponibili  sul sito diocesano: www.diocesimelfi.it , con la speranza di poter raggiungere il maggior numero di potenziali lettori.

L’augurio di tutta la redazione è che il nuovo giornale possa essere una degna cassa di risonanza per ciò che riguarda i cinque ambiti di Verona, ovvero: lavoro e festa, tradizione, vita affettiva, fragilità umana e cittadinanza, ma anche uno strumento che riveli le attività promosse da parroci, laici e associazioni cattoliche sparse sull’intero territorio diocesano.

 

La parola – N. 0 Anno 2023

Io sto alla porta e busso

Inno per la visita pastorale del Vescovo 2023 - 2025

Io sto alla porta e busso

Inno per la visita pastorale del Vescovo 2023 – 2025

Uso nella liturgia
L’intenzione del canto è duplice: da una parte, accompagnare i raduni e i momenti assembleari associati alla Visita, sia a livello diocesano che locale (parrocchiale, cittadino o zonale); dall’altra, svolgere la funzione liturgica di canto di comunione. Con il 2023, infatti, si apre il secondo triennio pastorale diocesano, dedicato alla Chiesa melfitana, dal titolo: «Nell’Eucaristia nasce e rinasce la Chiesa», dedicato alla riscoperta del Mistero Eucaristico nell’azione pastorale. In questo modo, la liturgia delle parrocchie della Diocesi può arricchirsi di un brano che accompagni la processione eucaristica nelle assemblee, sottolineando e riprendendo il tema della Visita Pastorale.

Materiali scaricabili

L’inno è stato composto da p. Tony Leva che ha messo a disposizione musica, testo, accordi e un file audio mp3 con una splendida esecuzione del brano. La stessa che si può ascoltare nel video YouTube inserito in questa pagina (qualche secondo di pazienza per vederlo caricato…)

 


NELL’EUCARISTIA NASCE E RINASCE LA CHIESA

CIRO FANELLI

VESCOVO DI MELFI–RAPOLLA-VENOSA

 

 

Convegno ecclesiale diocesano

“Nell’Eucaristia nasce e rinasce la Chiesa”

(RIONERO – “Centro Sociale” – Venerdì 9 / Sabato 10 giugno 2023)

 

 

Carissimi fratelli e sorelle,

il prossimo Convegno Ecclesiale, che celebreremo a Rionero in Vulture presso il “Centro Sociale”, come già sapete, quest’anno darà inizio ad una nuova tappa del nostro progetto pastorale diocesano incentrato sull’Eucaristia, fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa. Esso si pone in stretta continuità con il percorso fatto nello scorso triennio, durante il quale siamo stati invitati a riscoprire il sacramento del Battesimo

Il nuovo triennio pastorale, come sapete, verrà in parte a coincidere con la mia prima Visita Pastorale alla Diocesi. Con il Convegno Ecclesiale del prossimo mese di giugno, pertanto, entreremo formalmente nel cammino eucaristico, che approfondiremo sia nella prospettiva biblica che in quella teologico-pastorale, delineando in questo modo anche l’orizzonte teologico-pastorale entro il quale si collocherà il “pellegrinaggio pastorale” della Visita che coinvolgerà tutte le comunità parrocchiali. Anche il Consiglio Permanente della CEI, che si è tenuto lo scorso mese di marzo, ha individuato nell’Eucaristia il tema guida per le nuove tappe del “cammino sinodale” delle Chiese in Italia. La scelta diocesana ci consentirà di camminare anche in piena comunione con gli orientamenti della CEI.

Con questa mia lettera, pertanto, mentre confermo le due date già indicate nell’Agenda Pastorale Diocesana 2022-23, convoco formalmente tutta la nostra Chiesa diocesana in Convegno dove rifletteremo insieme sul tema

NELL’EUCARISTIA NASCE E RINASCE LA CHIESA.

 

Con questa scelta pastorale si desidera aiutare tutte le realtà ecclesiali (parrocchie, comunità religiose, aggregazioni laicali), a vivere l’Eucaristia come sorgente di ogni autentico rinnovamento ecclesiale.

Destinatari privilegiati del Convegno saranno i presbiteri, i diaconi, i seminaristi, le persone consacrate, gli operatori pastorali parrocchiali (catechisti, ministri della comunione, ecc…), le aggregazioni riconosciute nella Consulta Diocesana per le Aggregazioni Laicali e tutti i componenti dei Consigli Pastorali Parrocchiali e dei Consigli per gli Affari Economici.

L’Assemblea diocesana si svolgerà a Rionero presso il “Centro Sociale”, nei giorni 9 e 10 giugno 2023 dalle ore 16:30 alle ore 19.30.

I relatori, con i quali avremo un confronto diretto in aula, saranno il prof. don Cesare Mariano e il prof. don Gianluca Bellusci.

Il Convegno sarà così articolato:

  • Venerdì 9 giugno 2023

ore 16.30 -19:30

il Prof. Don Cesare Mariano, docente di Sacra Scrittura, tratterà il tema

“EUCARISTIA: FEDE, COMUNIONE E VITA”;

 

  • Sabato 10 giugno 2023

ore 16.30 -19:30

il Prof. Don Gianluca Bellusci, docente di Teologia dogmatica, tratterà il tema:

“STILE EUCARISTICO DEL POPOLO MESSIANICO”.

Le eventuali ulteriori indicazioni logistiche e operative saranno indicate quanto prima dalla Curia diocesana.

A tutti chiedo, sin d’ora, di confermare queste due date, già indicate nell’Agenda Pastorale Diocesana 2022-23, e di rendersi disponibili per una partecipazione attiva e propositiva. Ai confratelli presbiteri chiedo gentilmente che nei giorni 9 e 10 giugno la Celebrazione della Santa Messa Vespertina venga possibilmente anticipata al mattino.

Con la circostanza Vi saluto tutti con affetto ecclesiale.

Melfi, 12 maggio 2023.

 

+ Ciro Fanelli

Vescovo

 

Cordoglio del Vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa

 

DIOCESI  DI MELFI–RAPOLLA-VENOSA

 

Cordoglio del Vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa

 

C o m u n i c a t o

 

Per noi cristiani al termine del cammino terreno c’è ancora da camminare. Noi crediamo che alla fine della notte c’è sempre la Luce. Noi crediamo che dopo la disperazione nasce la Speranza. Noi crediamo che dopo la morte c’è la Vita vera. Con questa fede nel cuore il Vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa e l’intera comunità diocesana esprimono vicinanza alle famiglie dei lavoratori Olive e D’Aniello per la terribile tragedia che le ha colpite. In questo momento di grande dolore la comunità cristiana assicura la preghiera per le anime di Giulio e Pasquale, chiedendo al Signore della vita per le loro famiglie di reagire al dolore con la forza che viene dalla fede. Il tragico incidente avvenuto sulla strada statale 655 Bradanica, nei pressi di  Lavello porta ad esprime anche sincera apprensione per il conducente del camion gravemente ferito. A questi sentimenti si affianca il richiamo al rigoroso rispetto di ogni norma di sicurezza per tutte le condizioni che riguardano i trasporti delle persone. E’ l’ennesima tragedia della strada che non può lasciare nessuno indifferente.

La parola: si ricomincia

Presentazione del N. 0 - 9 giugno 2023 ore 16.30 Centro Sociale Rionero in Vulture

Nuovo corso per il giornale diocesano “La parola”

Presentazione del N. 0, venerdì 9 giugno ore 16.30 presso il Centro Sociale di Rionero in Vulture

Venerdì 9 giugno alle ore 16.30 presso il Centro Sociale di Rionero in Vulture, in occasione del convegno ecclesiale 2023, alla presenza del Vescovo Mons. Ciro Fanelli, sarà presentato il numero zero del nuovo giornale diocesano “La Parola”.

Si tratta di una ripartenza del periodico di informazione, fondato nel 1989, dall’allora Vescovo Mons. Vincenzo Cozzi. Una figura importante e carismatica su cui è in corso la causa di beatificazione e canonizzazione.

Il giornale ritorna dopo un periodo di assenza, con una nuova veste e nuovi contenuti, rinnovato nella grafica e proiettato al futuro, con le radici ben ancorate negli insegnamenti e nei valori del Vangelo.

La nuova pubblicazione è cartacea, tutta da sfogliare, per mantenere un legame anche fisico con i propri lettori.

Una cassa di risonanza che mantiene come linea guida i cinque ambiti di Verona, ovvero: lavoro e festa, tradizione, vita affettiva, fragilità umana e cittadinanza.

Uno strumento per portare alla luce le tante iniziative che tutti i giorni, in modo silente, vengono promosse da parroci, laici, associazioni cattoliche su tutto il territorio diocesano. Raccontare il territorio, dunque, dando spazio anche alle buone notizie senza “temere di proclamare la verità, anche se a volte scomoda, ma di farlo senza carità, senza cuore” come esorta Papa Francesco nel messaggio del per la LVII giornata mondiale delle comunicazioni sociali.

Il periodico di informazione avrà una periodicità trimestrale, il prossimo obiettivo è il passaggio all’edizione digitale attraverso web e social per consentire una più ampia diffusione e interazione con i lettori.

Percorso Frassati 2023

Le iniziative dell'Azione Cattolica, sui passi del beato Pier Giorgio Frassati

percorso frassati 2023

Il 4 luglio si celebra la memoria liturgica del Beato Pier Giorgio Frassati, giovane di AC, giovane delle 8 beatitudini. Egli ci ricorda che l’amore profondo per Cristo muove verso l’alto, non in un cammino solitario, improvvisato, occasionale, ma comunitario, costante, perseverante con i fratelli, nel rispetto dei diversi passi di ciascuno, la sua esistenza ci ricorda che, nel cammino di fede, così come in un sentiero di montagna, si incontrano le stesse difficoltà, fatiche, pesantezze, gioie, si coltivano le relazioni con i compagni di viaggio , si prende il passo degli ultimi, si arriva sulla vetta. Guardando a lui e con questi sentimenti ogni anno i giovani di ACI della Basilicata si ritrovano in una delle diverse diocesi della regione per il consueto Percorso Frassati. Quest’anno sarà la nostra chiesa locale il 4 luglio a Monticchio ad accogliere tutti i giovani lucani di ACI per vivere insieme questa bella ed arricchente esperienza.
In preparazione a questa esperienza i vice presidenti del Settore Giovani dell’ Azione Cattolica diocesana dal 5 giugno gireranno le zone pastorali della diocesi per la peregrinatio, accompagnata da un momento di preghiera, dell’Icona del Beato Piergiorgio che ogni anno le diocesi di Basilicata si scambiano alla fine del Percorso Frassati.

GIOVANNI XXIII MORIVA 60 ANNI FA

Sessant’anni fa, il 3 giugno, lunedì di Pentecoste, alle 19,45 moriva Giovanni XXIII. Le sue condizioni si erano aggravate senza lasciar spazio a speranze la notte del 31 maggio, al verificarsi di una peritonite. Da quel momento si erano avvicendati al suo letto di dolore i fratelli, la sorella, alcuni nipoti, tutti giunti insieme al cardinale Giovanni Battista Montini. Avrebbero trascorso la loro prima notte in Vaticano – alternandosi al capezzale del Papa, con i domestici, le suore Poverelle, il segretario, alcuni cardinali – pregando, detergendogli il sudore, raccogliendone le ultime parole durante gli sprazzi di lucidità. Tutto «con pietà umana serenissima e devozione sicura della sua fede davanti all’incombente mistero della morte come se fosse avvenimento solenne e soave », scrisse Montini presente nella stanza. Tutto con compostezza. La stessa che si respirava nella piazza. Quella della gente venuta in massa per l’ultimo saluto al Papa, ma senza isteria. La gente che aveva creduto alla sua sincerità, che si era sentita oggetto della sua attenzione e tenerezza: per Martin Heidegger i due fenomeni costitutivi del nostro esistere ma, secondo Heinrich Böll, rimasti assenti troppo a lungo nei messaggeri del cristianesimo.

Angelo Giuseppe Roncalli se ne andava al termine di un’agonia che la forte fibra del suo cuore aveva prolungato, l’agonia di un Papa per la prima volta vegliata dal mondo intero. Al termine della Messa in piazza San Pietro, d’un tratto la stanza semibuia alla quale da giorni in molti volgevano lo sguardo – mentre lassù quelli del Papa fissavano il Crocifisso davanti al suo letto – si illuminò. E la gente capì che il Santo Padre era morto. «Il Papa della bontà è spirato religiosamente e serenamente nel suo appartamento, dopo aver ricevuto i Sacramenti di santa romana Chiesa», così lo speaker di Radio Vaticana, la cui voce risuonò attraverso gli altoparlanti in una piazza San Pietro gremita e stretta in un impressionante silenzio.

Una bella morte – se così si può dire – avendo egli imparato ad amare davvero la vita, pur tenendo – come diceva – «le valigie sempre pronte», rendendosi «familiare il pensiero» del possibile distacco, «pronto a partire per la eterna vita» abbandonandosi con totale fiducia alla «grande misericordia del Signore Gesù». Già al concludersi della prima guerra mondiale, sul Giornale dell’anima aveva scritto. «Voglio una vita sempre più ardente di spirito sacerdotale e apostolico, desidero una morte santa». E sullo stesso zibaldone spirituale sulla porta dei suoi ottant’anni annotava: «debbo tenermi pronto; a morire o a vivere; per l’un caso o per l’altro, a provvedere alla mia santificazione». E ancora: «Devo tenermi pronto a questo ultimo tratto della mia vita, dove mi attendono le limitazioni e i sacrifici, fino al sacrificio della vita corporale, ed all’aprirsi della vita eterna». Un addio, quello di papa Giovanni, che ci appare oggi il suggello di una parabola umana e spirituale consumata nell’impegno – rubando parole a Boris Pasternak – di essere «vivo, vivo e null’altro, sino alla fine», ma pure la conclusione di un’esistenza condotta esclusivamente “quale servizio”, nella consapevolezza che «è solo con l’obbedienza e la pazienza che si possono guidare uomini ed avvenimenti», rubando altre parole a padre Giulio Bevilacqua. E, per chi scrive qui, un congedo che è pure un racconto tramandato in famiglia, generazione dopo generazione, tante volte ascoltato dai congiunti presenti, testimoni di un congedo descritto poi, persino nei particolari, in tante conversazioni con il fedele segretario – poi cardinale centenario – Loris Capovilla. Proprio a lui era toccato raccoglierne le estreme parole capaci di prefigurare quella Chiesa così vicina a quella desideratissima da papa Francesco: «Ora più che mai, certo più che nei secoli passati, siamo intesi a servire l’uomo in quanto tale e non solo i cattolici; a difendere anzitutto e dovunque il diritto della persona umana e non solo quelli della Chiesa cattolica». E ancora: « Non è il Vangelo che cambia, siamo noi che cominciamo a comprenderlo meglio». «Offro la mia vita per la Chiesa, la continuazione del Concilio ecumenico, la pace del mondo, l’unione dei cristiani. Il segreto del mio sacerdozio sta nel crocifisso che volli porre di fronte al mio letto, egli mi guarda e io gli parlo […] Quelle braccia allargate dicono che egli è morto per tutti; nessuno è respinto dal suo amore, dal suo perdono. Ut unum sint!» aveva confidato prima di entrare in coma al suo confessore monsignor Alfredo Cavagna.

Nella stanza d’angolo al terzo piano del Palazzo Apostolico, poi, non solo tutto si era svolto secondo il “Cerimoniale dei vescovi” con il cardinale segretario di Stato Amleto Cicognani a dare inizio al suffragio, ma come aveva più volte chiesto lungo la sua vita lo stesso Pontefice, i parenti avevano recitato il “Te Deum” e il “ Magnificat”. A tarda sera toccava poi allo scultore Giacomo Manzù prendere la maschera del volto e il calco della mano destra di Giovanni XXIII, fermandone nel tempo i lineamenti, poi eternati nel bronzo: due opere che – insieme alle tombe dei genitori del Papa – “colmano” la cripta del Santuario creato attorno alla chiesa parrocchiale di Sotto il Monte, i cui abitanti a centinaia sono da ieri a Roma in pellegrinaggio insieme a molti bergamaschi e bresciani, in particolare di Concesio, il paese natale di Paolo VI.

Ieri pomeriggio è stato il cardinale Angelo Comastri, arciprete emerito della Basilica di San Pietro in Vaticano, a presiedere la Messa di apertura del pellegrinaggio nella Basilica di Sant’Andrea della Valle. Questa mattina i pellegrini si ritroveranno in San Pietro dove alle 10 ci sarà una Messa presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, prefetto emerito del Dicastero per i vescovi, concelebrata dal vescovo di Bergamo, Francesco Beschi e dal vescovo di Brescia, Pierantonio Tremolada, incontrando papa Francesco in udienza subito dopo la liturgia.

Domani alle 9, invece, nella Basilica di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio un’altra Messa verrà celebrata dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei santi.

Già. Per un Papa considerato santo dalla vox populi prima ancora della canonizzazione ufficiale, si fatica ancora un po’ parlare di san Giovanni XXIII. E tuttavia, anche il ricordo del suo trapasso, oltre ad invitarci a riflettere sul tratto di strada percorso nei sessant’anni che ci separano dalle sue ultime indicazioni, non può che confermare quella che sia nella vita che nella morte frère Roger di Taizé aveva definito «una testimonianza di santità». Ricordarlo significa pure ritenere santo quel «patto di riconciliazione» al quale aveva invitato l’umanità intera intorno al suo letto di morte «che parve allora definitivo» (così Capovilla con il conforto di almeno centoventi messaggi di capi di Paesi di tutto il mondo), ma non lo è stato, e dev’essere, nel traguardo della pace, l’aspirazione di tutti.

Fonte: Avvenire Sabato 3 Giugno 2023