Nell’ambito delle iniziative promosse dalla Commissione diocesana di Melfi-Rapolla-Venosa per i problemi sociali e il lavoro, sui temi della Dottrina Sociale della Chiesa, mercoledì 23 febbraio 2011, don Luigi CIOTTI, Presidente nazionale di Libera, è stato a Melfi per parlare di mafia, corruzione e violenza, temi di estrema attualità. Alle ore 11 presso il Liceo Scientifico Federico II ha incontrato gli studenti delle scuole superiori di Melfi; nel pomeriggio, alle ore 15.00, ha visitato il laboratorio “spezziamo le armi” della scuola elementare “Nitti” ed alle 18 presso il Teatro Ruggero ha tenuto una conferenza sul tema: “Il bene è comune (nuovi cittadini per nuove comunità)”. A coordinare i lavori, Liberato Canadà, Direttore diocesano della Commissione per i problemi sociali e il lavoro: “l’iniziativa di questa giornata è dentro un cammino che stiamo facendo come Chiesa Diocesana, di formazione al bene comune, incontri chiamati “i lunedì del sociale” dove si riflette, si ragiona, si discute sull’uomo e la donna di oggi secondo il pensiero e la dottrina sociale della Chiesa, che si basa esclusivamente sulla centralità della persona, senza distinguerla dal colore della pelle, del credo religioso, se è povero o ricco, se è potente o debole “. A portare i saluti dal mondo della scuola, il Dirigente scolastico del Liceo Scientifico, prof. Michele Corbo:” la mafia oggi, più di ieri, esiste e trova ramificazioni nel mondo della politica e dell’imprenditoria. Ringraziamo don Ciotti, fondatore di Libera, nata per la pace, che porterà il suo contributo di bene comune. La sua prima parrocchia è stata la strada. Il male esiste e dobbiamo uscirne fuori”. Il Commissario prefettizio di Melfi, dott. Fausto Gianni ha aggiunto: “don Ciotti ha capito che le mafie non si combattono con la repressione, ma con l’educazione alla legalità, al rispetto delle persone, delle famiglie e delle istituzioni. Il cammino è lungo, ma don Ciotti ha doti, virtù, fortezza e umiltà per vincere”.Don Ciotti, attentamente ascoltato dagli studenti in mattinata e dalle autorità religiose, istituzionali, sociali, associative, sindacali, imprenditoriali e politiche in serata ha detto: “rappresento, con tutte le fragilità, un noi. Si è creata con la costituzione di circa 1500 associazioni nazionali una rete di collegamento per far cambiare le cose e chiedere l’intervento delle Istituzioni. Prima c’è bisogno dell’intervento di ciascuno di noi attraverso un atto di corresponsabilità. Di fronte ad una ingiustizia e sopraffazione non bisogna restare in silenzio. La famiglia, la scuola, la parrocchia possono fare tanto. Il mio impegno quotidiano è l’accoglienza e la strada con particolare attenzione verso i deboli. Dopo la strage di Capaci, ho visto delle mamme piangere. Non possiamo lasciare sole queste persone ed il prossimo 19 marzo, in occasione della XVI Giornata nazionale delle vittime di mafia, terrorismo e del crimine, saremo a Potenza a ricordare chi non c’è più. Non c’è regione in Italia esente da influssi mafiosi, compresa la Basilicata, nonostante avesse tanti anticorpi. Il mercato della droga è da sempre il segmento positivo della mafia. La corruzione in Italia è aumentata del 30%, stiamo raccogliendo un milione e mezzo di firme affinché l’Italia applichi una legge, in questo settore, di dieci anni fa, ma tradotta in fatti. L’indifferenza, la delega e la sfiducia sono terreno fertile per la mafia. La regola d’oro è quella di agire, senza paura, nel giusto (Gandhi).La voglia di rimettersi in gioco deve scattare in ognuno di noi. La conoscenza e la cultura sono gli strumenti per incrementare la democrazia di un Paese. La mafia teme più l’istruzione che la giustizia (giudice Caponnetto). Anche Libera ha portato il suo contributo con la raccolta di un milione di firme per la confisca dei beni alla mafia ed il suo uso sociale. La Chiesa ha la responsabilità di interferire contro la violenza, la corruzione, la sopraffazione e l’intolleranza. Papa Benedetto XVI in visita a Palermo, rivolto ai giovani, aveva detto: ” siate alberi che affondano le radici nel bene”. Don Puglisi, ucciso dalla mafia nella sua Palermo, nella sua ultima omelia, rivolto proprio ai mafiosi,disse: ” voglio sapere i motivi del perché ostacolate l’educazione dei vostri figli, chiedo un rispetto reciproco”. Ad aiutarmi a fondare Libera è stata anche una donna che ha perso un figlio per colpa della mafia e disse: “quando ti uccidono un figlio sparano anche a te”. San Giovanni Bosco soleva dire: “dobbiamo crescere buoni cristiani ed onesti cittadini”. La società ha bisogno del nostro contributo, la migliore legge contro la mafia è il rispetto della Costituzione Italiana”.Lorenzo Zolfo