San Giustino De Jacobis: la sfida della missione oggi


La nostra comunità diocesana, si è ritrovata a Materdomini sabato 11 settembre, per l’ormai tradizionale assemblea diocesana. E’ stato un incontro straordinario e ricco di spunti. Al centro dell’assemblea, dunque, la figura di santità di San Giustino. Per la nostra diocesi questo è un anno particolare: il  vescovo, Padre Gianfranco, ha voluto che fosse dedicato a San Giustino De Jacobis, un Santo missionario della famiglia di San Vincenzo De Paoli, nato a San Fele. Durante l’omelia della sua canonizzazione, avvenuta il 26 ottobre 1975, papa Paolo VI disse:  ‘ San Giustino ha un solo torto: quello di essere poco conosciuto.’ Per riparare a quel torto, desideriamo che egli venga amato e conosciuto dalla nostra comunità. Dopo la preghiera iniziale e il saluto del vescovo, Padre Luigi Mezzadri c.m. ci ha introdotto in questo lungo viaggio di (ri)scoperta della figura del Santo. Il nome di Giustino, la sua fama di apostolo e di padre è legata ormai alla terra che egli ha adottato come seconda patria quando partì per evangelizzarla: Abissinia, una terra cha l’ha ricambiato con un amore grande, vivo ancora ai nostri giorni. L’amore per i fratelli più poveri, l’umiltà della conversazione, la generosità del sacrificio sono le sue caratteristiche fondamentali. I tratti essenziali della vita e dell’opera di Giustino ci hanno dato anche misura della loro attualità. Innanzitutto ci ha fatto comprendere meglio che cosa significa essere Missionari”
Bisogna rifuggire dal rischio di intendere la missione come una cosa per eroi: ognuno, nel proprio piccolo, può muoversi all’incontro con l’altro. Il punto di partenza è l’ascolto per capire ciò di cui l’altro ha bisogno, cogliere i suoi aneliti più profondi ed autentici.   Ogni missionario è come se prestasse la sua voce, il suo cuore, le sue mani e piedi alla comunità per portare a tutti l’amore di Cristo e il Vangelo della carità vissuto nella Chiesa.
L’eredità che Giustino ci ha lasciato è ricca di esempi e di ispirazioni: e sterile sarebbe la nostra acclamazione a lui, se non fosse accompagnata dal desiderio di continuare la sua opera. I  coniugi Claudio e Ursula Bachetti di  Ascoli Piceno, che  hanno fatto esperienza missionaria per sei anni in Mozambico, ci hanno dato la possibilità, con la loro testimonianza,  di riscoprire la bellezza di una vita radicata nel Vangelo. Persone semplici, persone comuni che hanno scelto di condividere un pezzo della loro vita con persone meno fortunate. Solo ritrovandoci nelle fondamenta della fede, possiamo rilanciare la nostra presenza nel mondo. Nel pomeriggio i gruppi di lavoro. Il gruppo come strumento formativo ci ha dato la possibilità di relazionarci, di condividere esperienze e riflessioni ma anche attraverso l’esperienza narrata e testimoniata di ciascuno, ci siamo impegnati a realizzare progetti comuni e condivisi. La Santa Messa nel Santuario ha concluso la nostra giornata. Non resta che metterci in cammino sulle orme di San Giustino. Buon Viaggio!!!!!!!
I Santi si onorano con l’imitazione: capire il loro valore e riviverlo nei nostri tempi è la dimostrazione concreta che la loro figura non è morta’
Marianna PICCOLELLA