Carissimi,
per la quinta volta dopo l’anno dedicato alla Misericordia, il Santo Padre Francesco
ci invita a focalizzare la nostra riflessione e indirizzare la nostra preghiera verso i
fratelli più fragili, coloro i quali sono costretti a fare i conti con la fatica della povertà,
l’esclusione, l’isolamento.
E purtroppo sappiamo bene come in questo ultimo tempo, la pandemia da Covid-19
ha inesorabilmente aumentato il numero di persone che rasentano la soglia della
povertà e ne ha indubitabilmente cambiato il volto. Oltre alla povertà legata alla
perdita del lavoro e alla crisi economica, vi è la non meno trascurabile povertà legata
alla perdita invalidante della salute fisica e psicologica, alla solitudine per la perdita di
persone care, di compagni di vita di fine di relazioni su cui si era incentrata la propria
vita…in ogni caso parliamo di “poveri” e in ogni caso parliamo di poveri a noi vicini.
«I poveri li avrete sempre con voi». (Mc 14,7).
Questo il titolo del messaggio dedicato alla Giornata.
L’appuntamento è per la XXXIII domenica del tempo ordinario, il 14 novembre
prossimo, proprio mentre ci accingiamo a terminare il percorso dell’anno liturgico in
compagnia della Parola evangelica che ci rimanda al compimento della vita e della
storia.
“Gesù è il povero tra i poveri, perché li rappresenta tutti, ne condivide la stessa
sorte” sottolinea il Pontefice.
Ecco allora la necessità di una conversione, di un cambio di mentalità, non
considerare più i bisognosi come persone separate, destinatari di un particolare
servizio caritativo ma da coinvolgere nel segno della condivisione e della
partecipazione. Una lezione da imparare come scuola di salvezza.
Siamo ben lontani dall’aver sconfitto la povertà che è un virus altrettanto letale e
subdolo come quello che ancora ci sta assediando e ce lo dimostrano non solo i dati
ufficiali ma anche quello che vediamo personalmente attraverso i nostri centri di
ascolto.
Prendere coscienza del fenomeno è uno degli obiettivi della Giornata ma non il
solo…
Occorre un cambio nel modo di pensare, un diverso approccio alla povertà e ai
poveri.
“Non possiamo attendere che bussino alla nostra porta”, sottolinea il Papa, “è
urgente invece che li raggiungiamo nelle loro case, negli ospedali e nelle residenze di
assistenza, per le strade e negli angoli bui dove a volte si nascondono, nei centri di
rifugio e di accoglienza…È importante capire come si sentono, cosa provano e quali
desideri hanno nel cuore. Si tratta di recuperare i rapporti umani, di impegnarsi per
restituire la dignità a chi rischia di perderla”.
«I poveri – diceva don Primo Mazzolari – non si contano, si abbracciano».
Ecco allora la necessità di coltivare la vicinanza del cuore verso i poveri con le lenti
del Vangelo, che vede nel fratello più in difficoltà non un problema da risolvere o da
allontanare, ma una chiamata a cui rispondere; non un disagio da ricostruire, ma una
esperienza da fare propria fino a farsi poveri con i poveri sull’esempio di Gesù.
L’invito quindi è quello di non perdere l’occasione e di inserire questa prospettiva
nelle celebrazioni festive, in piccole azioni di animazione, in qualche gesto concreto di
vicinanza comunitaria ai poveri.
Allego qualche suggerimento.
Ci sentiremo poi per le iniziative relative all’Avvento di Fraternità.
A presto